“Ho incontrato Khaldiyeh, una madre single di otto bambini, che sta cercando, tra mille difficoltà, di sfamare i suoi figli. Dice che potrebbe essere sfrattata in qualsiasi momento perché il poco denaro che possiede lo spende per dare da mangiare alla sua famiglia”, ha detto Cousin.
Circa 77 tonnellate di biscotti, abbastanza per sfamare almeno 77.000 persone, sono state trasportate con dei ponti aerei dalla Base operativa di Pronto Intervento Umanitario delle Nazioni Unite a Dubai, all’inizio della settimana.
Il WFP ha intrapreso questo studio per determinare il ruolo che la sicurezza alimentare e altri fattori giocano nel fenomeno della migrazione forzata oltre confine. Frutto di ricerche qualitative e quantitative, lo studio dà voce alle persone che hanno lasciato i propri paesi d’origine.
Due convogli hanno attraversato il confine dal Ciad al Darfur alla fine di marzo, trasportando cibo e assistenza nutrizionale per circa 250.000 persone che soffrono la fame acuta nel Darfur settentrionale, occidentale e centrale.
Dichiarazione WFP
La decisione di sospendere le consegne nel nord della Striscia di Gaza non è stata presa alla leggera, perché sappiamo che ciò significa un ulteriore peggioramento della situazione e che sempre più persone rischieranno di morire di fame.
La siccità si vede bene dall’alto. Fiumi e affluenti si allungano sul territorio somalo, ma sono senza acqua, grigi, il loro letto pieno di crepe, riarsi dal sole. Siamo nella stagione delle piogge, ma senza piogge.
Oggi, 42,3 milioni di persone in tutto il mondo sono sull’orlo della carestia. Tutti insieme, conflitti, cambiamenti climatici e instabilità economica globale creano crisi alimentari nei paesi di tutto il mondo.
Molte aziende ormai riconoscono e capiscono la connessione fondamentale che esiste tra eliminazione della fame e promozione del successo economico e commerciale, ma bisogna fare di più.