Emergenze
Repubblica Democratica del Congo
- 25,6 milioni
- di persone vivono nell'insicurezza alimentare acuta
- 4,5 milioni
- i bambini sotto i cinque anni che hano bisogno di cure nutrizionali
- 410 milioni di dollari
- sono necessari al WFP per fornire assistenza fino a giugno 2025
Il conflitto armato sta aumentando nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), peggiorando le già allarmanti necessità umanitarie.
Quella nella RDC è una delle più grandi crisi di sfollamento al mondo, con oltre 6,9 milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case. Molte di queste persone sono state sfollate più volte nel corso di una crisi decennale, e questo le ha rese particolarmente vulnerabili. Dall'inizio del 2025, centinaia di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case.
La RDC sta anche affrontando una delle più grandi crisi della fame al mondo. Secondo l'ultimo rapport Integrated Food Security Phase Classification, circa 25,6 milioni di persone stanno vivendo livelli di crisi ed emergenza di insicurezza alimentare, di cui 6,2 milioni nelle tre province orientali di Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu.
Il numero di sfollati interni ha raggiunto i 6,9 milioni. Una concentrazione significativa si trova in Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu, dove 5,1 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case.
L'intervento del World Food Programme in risposta all'emergenza nella RDC
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RDC orientale
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Un totale di 6,2 milioni di persone nell’Ituri, nel Nord Kivu e nel Sud Kivu stanno attraversando livelli di crisi ed emergenza di insicurezza alimentare. Di fronte all'escalation del conflitto, alla volatilità della sicurezza alimentare e a gravi carenze di finanziamenti, il WFP sta rivedendo i programmi per fare fronte ai bisogni crescenti.
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Risposta d'emergenza
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Nel 2024 il WFP ha raggiunto 5,3 milioni di persone con supporto salvavita, tra cui cibo, denaro e assistenza nutrizionale. Particolare attenzione è stata prestata al raggiungimento delle donne, che rappresentavano il 53 per cento dei beneficiari.