Ecosistemi sostenibili
- 24%
- dei terreni produttivi nel mondo sono degradati
- 1,5 miliardi
- sono le persone le cui vite subiscono gli effetti dei terreni degradati
- 42%
- dei poveri nel mondo dipende da terreni degradati per la propria nutrizione e per il proprio reddito
L’insicurezza alimentare è maggiore nei contesti più fragili e degradati, esposti a disastri naturali oltre che a shock e crisi ricorrenti. In questi luoghi, caratterizzati da scarsità idrica e poca biodiversità, vivono alcune delle persone più vulnerabili al mondo che, potendo contare su risorse limitate, non hanno accesso a diete equilibrate né opportunità di migliorare la loro salute, la loro istruzione, la loro crescita economica o il loro sviluppo nel senso più ampio del termine.
Cambiamenti climatici e cicliche condizioni atmosferiche estreme hanno un impatto devastante su questi ambienti, moltiplicando le già esistenti minacce alla sicurezza alimentare e alla nutrizione. Nel lungo termine, i cambiamenti climatici peggiorano la frequenza e l'intensità dei disastri naturali, riducono la disponibilità di terreni e risorse idriche oltre a renderli di difficile accesso, diminuiscono la produttività agricola.
Le persone povere ed esposte all’insicurezza alimentare, private di reti e sistemi di protezione sociale efficaci, non possono né investire in pratiche agricole più sostenibili né proteggere le poche risorse a loro disposizione. Piuttosto, tendono a mettere in atto strategie di adattamento negative come esempio, sfruttando in maniera eccessiva le risorse naturali e deteriorando ulteriormente i terreni. Si stima che due terzi della popolazione africana viva in terreni in qualche modo degradati; nel mondo, il degrado riguarda circa un quarto di tutta la terra coltivabile. Di conseguenza, ogni nuova siccità o inondazione riduce ulteriormente le risorse a disposizione delle persone, intrappolandole in un circolo vizioso caratterizzato da una diminuzione della resilienza e da un degrado ambientale.