Cooperazione Sud-Sud
- Oltre 70 iniziative
- sostenute in 69 paesi
- 3 centri di eccellenza
- in Brasile, Cina e Costa d'Avorio
- Oltre 11 milioni
- mobilitati tra il 2019 e il 2013
Nell’ultimo decennio e mezzo, si è avuta una significativa crescita economica globale nei paesi in via di sviluppo e in quelli a medio reddito. Le pratiche e gli standard della governance stanno evolvendo: molte nazioni continuano a svilupparsi e a sperimentare soluzioni proprie nel percorso che porterà all’obiettivo Fame Zero. Allo stesso tempo, l’universalità degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) e, in particolare, dell’Obiettivo 2 (Fame Zero), significa che nessuno, in nessun paese del mondo, dovrà più soffrire la fame e la malnutrizione. Questo è, però, un obiettivo che nessun promotore dello sviluppo, governo o altra istituzione può raggiungere singolarmente. E per questo, anche, che l'Obiettivo 17, l’ultimo degli SDGs, impegna gli stakeholder a realizzare tutte le forme di collaborazione necessarie per raggiungere gli altri 16 obiettivi.
Grazie ad un’agenda globale di sviluppo comune, ma caratterizzata da un’enorme varietà di esigenze ed esperienze nazionali, l’offerta del World Food Programme (WFP) si sta evolvendo. Guidati da una domanda crescente dei Paesi, abbiamo compiuto passi avanti nel sostegno ai governi tramite cooperazioni Sud-Sud e triangolari. L’espressione si riferisce allo scambio diretto di conoscenze, esperienze, competenze, risorse e know-how tecnico fra i paesi in via di sviluppo, spesso con l’assistenza di un donatore o di un’organizzazione multilaterale, come il WFP. Questa facilitazione “triangolare” può avvenire tramite finanziamenti, formazione, management, sistemi tecnologici, o altri tipi di supporto.