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Giornata Mondiale Umanitaria 2020: #RealLifeHeroes in azione

Le donne e gli uomini che dedicano la propria vita agli altri. Sono gli operatori umanitari, sempre a fianco dei più deboli e vulnerabili.
, Emanuela Cutelli, WFP

Le donne e gli uomini che dedicano la propria vita agli altri. Sono gli operatori umanitari, sempre a fianco dei più deboli e vulnerabili.

La parola ‘eroe' è spesso abusata e ha quasi perso il vero senso di eccezionalità di persone che compiono azioni di coraggio, resistenza, altruismo. E poi, quanti veri eroi ci capita di conoscere nella nostra vita? Invece conosciamo bene ed ammiriamo i supereroi, personaggi della fantasia che impersonano valori universali, che salvano vite umane, che combattono il nemico mettendo a frutto le loro abilità e doti straordinarie. Sono belli, i supereroi, ci fanno sentire meglio, il nostro senso della giustizia viene, almeno per un po', riconosciuto e protetto.

A pensarci bene, però, i veri eroi, quelli in carne ed ossa, esistono, e il 19 agosto è il loro giorno. Dal 2009, infatti, il 19 agosto si celebra la Giornata Mondiale Umanitaria, in ricordo del 19 agosto 2003, giorno in cui una bomba al Canal Hotel a Baghdad, in Iraq, uccise 22 operatori umanitari, tra cui Sergio Vieira de Mello, a quel tempo Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite nel paese. L'elenco dei caduti sul campo umanitario è purtroppo lungo e continua ancora oggi. Il 19 agosto vuole rendere omaggio ai tanti operatori umanitari che, con coraggio, abnegazione, altruismo, rispetto per il prossimo, volontà di rendere questo mondo un posto migliore per tutti, senza nessuna retorica ma con tanto realismo e pragmaticità, decidono di dedicare la propria vita ad aiutare i più vulnerabili.

Lo facciamo anche noi del World Food Programme, l'agenzia ONU che è in prima linea sul campo, salvando vite, migliorandole e offrendo speranza a decine di milioni di donne, uomini e bambini, ogni giorno, in oltre 80 paesi del mondo. Celebriamo la linfa del WFP, i suoi operatori umanitari, instancabili, creativi, appassionati e competenti. E lo facciamo presentandovene sei, sono italiani e sono stati protagonisti, nei mesi scorsi, della serie Italiani in prima linea. Sono Paolo, Raffaella, Viola, Antonella, Enrico ed Andrea.

Ognuno di loro ha storia, esperienze, specificità e competenze proprie, ma tutti, insieme agli altri 16.000 operatori del WFP nel mondo, hanno una cosa in comune: credono in un mondo in cui nessuno debba più soffrire fame e malnutrizione e si adoperano, giorno dopo giorno, anno dopo anno, a renderlo possibile. Con la speranza che vogliate conoscerli un po' meglio (queste le storie integrali di Italiani in prima linea) e, magari, appassionarvi anche voi alla vite dei tanti operatori sul campo, la cui unica arma straordinaria è anche la più semplice: l'umanità.

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Paolo Battistin in missione a Gibuti.

Paolo. Ingegnere civile e strutturista, friulano, lavora al WFP dal 2010. L'ingegneria è una parte importante nel lavoro del WFP, gestisce e coordina progetti di costruzione a servizio delle operazioni sul campo e delle persone che assiste nel mondo, garantendo alti livelli di qualità, di sicurezza e di efficienza. ‘Per fare questo lavoro devi sfidare te stesso, credere in qualcosa di più grande. Nel WFP c'è tanta ingegneria ed è tutta al servizio delle persone che assistiamo. È una sfida interessantissima, motivante, e che porta tante soddisfazioni sia sotto il profilo professionale che in quello umano. Se tu la pensi così, una piccola parte di questo futuro migliore la stai già costruendo. E da ingegneri la stiamo letteralmente costruendo!'

‘Per fare questo lavoro devi sfidare te stesso, credere in qualcosa di più grande'.

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Raffaella Bellanca in Burundi con le cucine a basso impatto ambientale del WFP.

Raffaella. Ha studiato Fisica dell'Ambiente e Comunicazione per lo Sviluppo. Ha lavorato per diverse ONG in molti paesi del mondo. Con le sue competenze, Raffaella e il suo team lavorano per un futuro più pulito e sostenibile. È importante ‘garantire accesso all'energia anche ai meno fortunati, perchè avere accesso ad energia pulita è un diritto di tutti, in ogni parte del mondo. […] I momenti migliori al WFP sono in missione. Quando si guida su strade improbabili, con colleghi che vengono da tutti i posti possibili immaginabili, diretti verso progetti su cui si lavora insieme. In questi momenti ci si sente uniti, indipendentemente dalla propria storia individuale, dal colore della pelle, dalla religione o dalla lingua, poichè si lavora per raggiungere un obiettivo comune: salvare e migliorare la vita dei più bisognosi'.

‘È importante ‘garantire accesso all'energia anche ai meno fortunati, perchè avere accesso ad energia pulita è un diritto di tutti, in ogni parte del mondo'.

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Viola Marini in una scuola del Cairo.

Viola. Laureata in Economia e Management alla Bocconi, Viola si occupa del coordinamento dei progetti di alimentazione scolastica del WFP, un caposaldo storico dell'agenzia che, nel 2019, ha raggiunto 17,3 milioni di bambini con un pasto o uno snack nutriente a scuola. ‘La scuola ha un grande valore aggiunto: è il primo punto di contatto di un governo, di uno Stato, con i bambini. È proprio da lì che parte il supporto alle nuove generazioni che un giorno diventeranno parte attiva e produttiva della nazione. Saranno loro il capitale umano del proprio paese'.

‘Saranno loro il capitale umano del proprio paese'.

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Antonella D'Aprile con dei bambini in Nicaragua.

Antonella. Di origine pugliese, con uno spirito intraprendente e un'attenzione particolare alle tematiche di genere, Antonella è attualmente Direttrice dell'ufficio WFP in Mozambico. Quando l'abbiamo intervistata, pochi mesi fa, era Direttrice WFP in Nicaragua, dove dirigeva una squadra di oltre 70 persone. ‘È come se dovessi gestire una grande famiglia, ed essere sicura che tutti stiano bene e sappiano esattamente cosa devono fare. […] In molti pensano che la nostra sia una vita affascinante e privilegiata, e non nego che possa esserlo, ma è una vita fatta anche di grandissimi sacrifici. Sei di fatto sradicata, ogni tre o quattro o cinque anni devi spostarti in un nuovo paese, adattandoti al nuovo ambiente insieme alla tua famiglia. Ci si espone anche a diverse malattie, che non esistono nel tuo paese. […]Indubbiamente ai nostri figli diamo la possibilità di imparare e di guardare il mondo da altri punti di vista, ma anche per loro non è sempre facile. Io lo vedo adesso con i miei tre ragazzi adolescenti…tutti i ragazzi hanno problemi in questa età delicata, ma in questi casi sono accentuati perché si è più isolati. La mamma spesso non c'è, per motivi di lavoro.'

‘È come se dovessi gestire una grande famiglia, ed essere sicura che tutti stiano bene e sappiano esattamente cosa devono fare'.

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Enrico Piano in Burkina Faso.

Enrico. Un globetrotter umanitario, ha lavorato sul campo per la FAO, l'UNHCR, Save The Children, UNECA. Ora in Burkina Faso per il WFP, Enrico segue l'evoluzione della fragile situazione della sicurezza alimentare nel paese del Sahel centrale. ‘Cosa mi motiva? Semplicemente, tentare di dare una mano, anche se minima, a chi ha bisogno'. Queste le tre parole di Enrico per chi volesse diventare operatore umanitario: ‘Passione, determinazione e spirito di sacrificio. Passione perché non è un lavoro facile, soprattutto se si va sul campo. Determinazione perché bisogna essere pronti ad affrontare, nella nostra carriera, tanti no. Ho fatto parecchi lavori, ma nel complesso, ho ricevuto più rifiuti di quanti lavori abbia alla fine fatto. Non bisogna però disperare. Quanto allo spirito di sacrificio, voglio dire che non è sempre facile dover viaggiare spesso, in posti che certo non sono turistici, questo ha un impatto anche sulla tua vita personale. E ci vuole spirito di adattabilità, sia nel lavoro che si fa che nei posti in cui ci si trova'.

‘Cosa mi motiva? Semplicemente, tentare di dare una mano, anche se minima, a chi ha bisogno'.

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Andrea Amparore in Mozambico.

Andrea. Laurea in Scienze naturali a Torino, specializzato in Geomatica, amante della montagna e delle mappe fin da bambino, esperto di GIS (i sistemi informativi geografici) Andrea ha creato importanti piattaforme per l'analisi in tempo reale di dati vitali per le emergenze umanitarie e per salvare vite umane. Volto umano di dati e di elaborate piattaforme, con spiccate qualità comunicative, Andrea con orgoglio spiega che ‘Il WFP è leader nella tecnologia geospaziale a livello di Nazioni Unite e tra le organizzazioni internazionali. Soltanto nel 2018, abbiamo realizzato più di 2.000 mappe e centinaia di analisi geospaziali a sostegno delle emergenze su scala globale'. Il suo motto? Go digital, stay human.

‘Go digital, stay human'.

Segui @worldfoodprogramme su Instagram, conoscerai molti altri #RealLifeHeroes del WFP.

Articolo pubblicato anche su The Map Report