JUBA - Oltre sette milioni di persone in Sud Sudan - circa due terzi della popolazione - rischiano di essere colpiti da livelli critici di insicurezza alimentare nei prossimi mesi, senza una assistenza umanitaria duratura e se non verrà garantito loro accesso agli aiuti.
JUBA - Tutte le parti in conflitto in Sud Sudan devono cessare le violenze e collaborare così che il cibo e altri sostegni salva-vita arrivino alla popolazione, mettendo così fine alla carestia e alla fame acuta.
Circa 12,1 milioni di persone, oltre il 50 per cento della popolazione, sono attualmente in condizioni di insicurezza alimentare mentre rischiano di precipitarvi altri 2,9 milioni di persone.
Conflitti, shock economici, crisi climatica e aumento dei prezzi dei fertilizzanti: una combinazione che crea una crisi alimentare di proporzioni storiche. Ben 309 milioni di persone soffrono la fame cronica in 72 paesi.
Le agenzie ONU - Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l’ UNICEF e il Programma Alimentare Mondiale (WFP) - hanno fatto appello alle parti in conflitto perché garantiscano accesso immediato e senza restrizioni nello Stato di Unità.
Oltre 800.000 persone in Sud Sudan sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa del conflitto scoppiato il 15 dicembre 2013. Tra queste, 68.000 persone hanno trovato rifugio nelle basi di peacekeeping delle Nazioni Unite e altri 254.000 rifugiati hanno attraversato le frontiere dei paesi vicini in cerca di cibo e riparo.
Somalia
Il Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM), Josette Sheeran, ha condannato oggi la protratta detenzione di un membro del PAM, Idris Osman, catturato da uomini armati mercoledì. “Condanno nella maniera più ferma possibile la protratta detenzione di un membro del PAM ad opera delle forze di sicurezza.
Non è solamente urgente, ma sarebbe anche incredibilmente intelligente la scelta di investire nell’uguaglianza di genere e nell’empowerment delle donne.
Corinne Fleischer, Direttrice regionale del WFP per il Medio Oriente, il Nord Africa e l'Europa orientale, descrive Gaza come "una situazione terribile, terribile e che sta peggiorando".Nelle ultime due settimane, 21 punti di distribuzione alimentare del World Food Programme (WFP) sono stati chiusi a causa degli ordini di evacuazione.