Arrivano in Ciad a migliaia, la stragrande maggioranza sono donne e bambini che hanno attraversato un desolato confine spazzato dal vento. Vengono dal Sudan.
Il WFP sta potenziando la sua assistenza per fornire cibo salvavita e assistenza nutrizionale a ulteriori cinque milioni di persone entro la fine di quest’anno, raddoppiando il numero di persone originariamente previste all’inizio del 2024.
Il Sudan sta scivolando verso la catastrofe, con condizioni di carestia registrate nel campo per sfollat di Zamzam vicino alla città di El Fasher, devastata dal conflitto, nel Darfur settentrionale.
Qualsiasi perdita di vite umane nel servizio umanitario è inaccettabile e chiedo misure immediate per garantire la sicurezza di coloro che rimangono sul campo. Gli operatori umanitari lavorano nella piena neutralità e non dovrebbero mai essere un obiettivo.
Le minacce alle nostre squadre rendono impossibile operare in modo sicuro ed efficace nel paese e svolgere il nostro importante lavoro.
Il World Food Programme (WFP) lavora in oltre 120 paesi e territori. Portiamo assistenza salvavita nelle emergenze e sosteniamo mezzi di sussistenza sostenibili e resilienti per raggiungere un mondo a fame zero.
“La guerra in Sudan rischia di innescare la più grande crisi alimentare al mondo”, è l'allarme lanciato dalla Direttrice esecutiva McCain. “Venti anni fa, quella del Darfur fu la più grande crisi alimentare del mondo e il mondo si mobilitò per rispondere. Oggi però il popolo sudanese è stato dimenticato.
L'ambiente operativo in Sudan è senza dubbio il più impegnativo che abbia mai vissuto nei miei 30 anni di carriera come operatore umanitario.
Ciò a cui ho assistito personalmente dall'inizio del conflitto il 15 aprile e le storie che sento, soprattutto dalla regione del Darfur, sono strazianti.
Il ciclone ha colpito il paese dell'Africa australe proprio mentre la stagione delle piogge volgeva al termine, con diversi fiumi e corpi d’acqua che erano già ad alti livelli e che hanno provocato gravi inondazioni.