ROMA – Un nuovo rapporto delle due agenzie delle Nazioni Unite innalza il livello di allerta per il pericolo di carestia, lanciando un severo monito: alcune aree in quattro paesi potrebbero precipitare a breve nella carestia se le condizioni dovessero “ulteriormente deteriorarsi nei prossimi mesi”.
Più del 90 per cento delle forniture sono state destinate alla Repubblica Centrafricana, al Sud Sudan e alla Siria, dove il conflitto ha causato milioni di sfollati e tagliato fuori intere comunità.
Il team del World Food Programme (WFP) è sul campo e siamo pronti ad entrare in azione, se necessario, a condizione che sia concesso l'accesso e che siano disponibili le risorse.
In Ucraina, quello che colpisce di più è l'entità delle cose: l'entità della sfida, della minaccia, del paese stesso.
"Ogni mese, passiamo giorni interi a muoverci per il paese", dice Matthew Hollingworth, Rappresentante e Direttore WFP in Ucraina. “In senso letterale. Giorni di viaggio, on the road.
"A mali estremi estremi rimedi. Non abbiamo altra scelta che sfruttare al massimo le risorse limitate di cui disponiamo per rispondere ai bisogni delle famiglie più vulnerabili. Soffriranno la fame senza assistenza alimentare”, ha detto Samer Abdeljaber, Rappresentante e Direttore WFP in Palestina. “Sono scelte difficili, ma non possiamo davvero fare di più con i finanziamenti che abbiamo.
A seguito di un massiccio aumento delle operazioni, il WFP ha fornito 330.000 pani appena sfornati alle famiglie nella città di Kharkiv, assistenza in denaro agli sfollati a Leopoli e cibo pronto in varie parti del paese. Le forniture alimentari di emergenza del WFP hanno raggiunto anche le aree di conflitto di Sumy e Kharkiv attraverso due convogli umanitari inter-agenzia.