In foto: i 5 punti caldi della fame dove la carestia è imminente

Secondo l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sui punti caldi della fame, le comunità più povere di Palestina (Gaza), Haiti, Mali, Sud Sudan e Sudan sono a rischio carestia o stanno già affrontando condizioni catastrofiche di insicurezza alimentare acuta (fase IPC 5 – il livello più pericoloso per la vita nella Classificazione Integrata della Sicurezza Alimentare (Integrated Food Security Phase Classification).
Pubblicato congiuntamente due volte l'anno dalla FAO e dal World Food Programme (WFP), il rapporto conferma l'aggravarsi delle crisi in paesi come la Repubblica Democratica del Congo (RDC), Myanmar, Siria, Yemen e – nuovo nella lista – la Nigeria, un altro paese in cui l'assistenza alimentare d'emergenza ha subito tagli senza precedenti.
Conflitti, crisi economiche e condizioni meteorologiche estreme rimangono caratteristiche costanti delle crisi della fame: si prevede che l'insicurezza alimentare acuta peggiorerà in un totale di 13 punti caldi entro ottobre, tra cui Burkina Faso, Ciad, Somalia e Siria.

Cindy McCain, Direttrice Esecutiva del WFP, ha detto: "Questo rapporto non è una previsione, è un allarme rosso. Sappiamo dove la fame sta aumentando, chi è a rischio, e abbiamo gli strumenti e l'esperienza per rispondere, ma senza finanziamenti e accesso, non possiamo salvare vite umane".
Michael Dunford, Direttore del WFP in Myanmar, ha detto: "Il rapporto evidenzia tre cose che devono accadere: dobbiamo porre fine al conflitto, abbiamo bisogno di accesso umanitario per poter soddisfare i bisogni della popolazione ovunque essa si trovi, e dobbiamo aumentare drasticamente i finanziamenti umanitari".
Pur non rientrando tra i cinque più colpiti, i problemi del Myanmar sono emblematici di crisi alimentari a tutto campo: il recente terremoto sembra destinato a peggiorare l'insicurezza alimentare acuta nel paese, tra l'escalation del conflitto, gli sfollamenti diffusi, le severe restrizioni di accesso e gli alti prezzi dei prodotti alimentari; si prevede che 2,3 milioni di persone saranno in Fase IPC 4 (emergenza) entro agosto.

Nel corso di una recente visita nello Stato di Rakhine, "ho incontrato sfollati interni, molti dei quali sono assistiti dal WFP da anni", ha detto Dunford. "Mi hanno parlato, spesso in lacrime, delle difficoltà che stanno affrontando in questo momento perché abbiamo dovuto ridurre il supporto che forniamo. Hanno descritto la difficoltà di mettere del cibo in tavola per i loro figli, quando non hanno nulla".
Dunford ha chiesto finanziamenti, avvertendo di "un aumento significativo del numero di persone che soffrono la fame acuta... a causa del conflitto in corso, del recente terremoto e della riduzione dei finanziamenti umanitari". Ha poi aggiunto: "Senza tali finanziamenti, il WFP e altri semplicemente non possono fare ciò che è necessario, ovvero sfamare le persone'.
"Chiediamo una risposta dalla comunità internazionale, dai governi, dai donatori e dai singoli individui", ha concluso.
Alto rischio di carestia: 5 paesi in crisi

Palestina
Il rischio di carestia è sempre più probabile a causa delle prolungate operazioni militari su larga scala e dell'inadeguatezza di piani per la distribuzione di cibo e beni non alimentari in tutta la Striscia di Gaza; 470.000 persone affrontano una fame catastrofica (Fase 5 dell'IPC). Si prevede che l'intera popolazione di Gaza, di 2,1 milioni di persone, affronterà l'insicurezza alimentare acuta a livello di crisi o peggiore (Fase 3 o superiore dell'IPC).
In un comunicato stampa del 10 giugno, il WFP ha dichiarato: "Quasi tre settimane dopo che è stato consentito l'ingresso di rifornimenti limitati a Gaza, il WFP ha trasportato aiuti in oltre 700 camion al valico di frontiera di Kerem Shalom. Come termine di paragaone, nel periodo del cessate il fuoco, all'inizio dell'anno, c'erano 600-700 camion di aiuti trasportati ogni giorno.

I camion trasportavano oltre 11.000 tonnellate di cibo, ma solo 6.000 tonnellate sono entrate a Gaza, sufficienti a sfamare meno di 300.000 persone per un mese con un fabbisogno alimentare giornaliero minimo. Questa è una goccia di ciò che è necessario per una popolazione di 2,1 milioni di persone ed è di gran lunga insufficiente a soddisfare i bisogni impellenti.
La dichiarazione aggiungeva: "Per scongiurare la fame, stabilizzare i mercati e placare la disperazione, bisogna fornire costantemente all'intera popolazione il cibo di base ogni mese."
Sudan
Si prevede che oltre il 50 per cento della popolazione, ovvero 24,6 milioni di persone, affronterà l'insicurezza alimentare acuta a livelli di crisi (Fase IPC 3 o superiore), inclusi 8 milioni a livelli di emergenza (Fase IPC 4) e 637.000 a livelli di catastrofe (Fase IPC 5). Si prevede che quest'anno la malnutrizione acuta grave colpirà 772.200 bambini sotto i cinque anni.


Laurent Bukera, Direttore del WFP in Sudan, ha dichiarato: "Stiamo raggiungendo 4 milioni di persone in tutto il paese. Si tratta di quasi il quadruplo rispetto all'inizio del 2024. Con un maggiore accesso, anche in aree precedentemente irraggiungibili come Khartoum, abbiamo rapidamente potenziato le operazioni per soddisfare i bisogni crescenti. Vogliamo raggiungere 7 milioni di persone al mese, dando priorità a chi soffre la carestia o altri rischi estremi negli stati di Darfur, Kordofan, Al Jazira e Khartoum. Con un supporto costante, possiamo fare ancora di più". Tuttavia, ha aggiunto: "I progressi rimangono fragili".
Sud Sudan
A giugno 2025, circa 7,7 milioni di persone, pari al 57 per cento della popolazione, si trovano ad affrontare elevati livelli di insicurezza alimentare acuta (fase IPC 3 o superiore), causati da instabilità macroeconomica, conflitti e inondazioni. La situazione nutrizionale è altrettanto allarmante: si stima che 2,1 milioni di bambini e 1,1 milioni di donne in gravidanza e in fase di allattamento soffrano di malnutrizione acuta, con un aumento del 26 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Mary-Ellen McGroarty, Direttrice WFP in Sud Sudan, ha detto: "Il WFP è sul campo, nella speranza di raggiungere 4 milioni di persone quest'anno con qualche forma di assistenza alimentare".

McGroarty ha riassunto in modo chiaro le priorità del WFP nei contesti di emergenza: “[Forniamo] pasti scolastici ai bambini, per farli continuare a studiare, perché sono il futuro del paese; sostegno ai mezzi di sussistenza affinché le persone possano ricostruire meglio e riuscire a nutrirsi; e assistenza alimentare e nutrizionale di emergenza per tutte quelle comunità e famiglie sfollate a causa di conflitti e condizioni meteorologiche estreme”.
Mali
Si prevede che l'insicurezza alimentare acuta in Mali peggiorerà nei prossimi mesi, a causa dell'impatto combinato del conflitto, dei prezzi alimentari persistentemente elevati e dell'elevato rischio di inondazioni durante la stagione di magra. Si prevede che circa 1,5 milioni di persone affronteranno l'insicurezza alimentare a livelli di crisi o superiore (fase IPC 3 o superiore) entro settembre. I sistemi alimentari rimangono gravemente compromessi dal conflitto, con limitazioni all'accesso umanitario nelle regioni settentrionali e centrali.

Haiti
L'insicurezza sta causando sfollamenti di massa e alimentando una catastrofica insicurezza alimentare tra gli sfollati nell'area metropolitana di Port-au-Prince. Livelli record di violenza da parte delle gang e di insicurezza stanno sfollando le comunità e ostacolando l'accesso agli aiuti, con oltre 8.400 sfollati interni che già si trovano ad affrontare una catastrofica insicurezza alimentare (fase IPC 5) nell'area metropolitana di Port-au-Prince.

Si prevede che gli shock dell'offerta interna, causati dalla persistente insicurezza, dai cambiamenti climatici e dall'instabilità valutaria determineranno un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari per tutto il 2025.