WFP: fame a Gaza, mantenere il cessate il fuoco perché il flusso di aiuti possa continuare

Aggiornamento al 14 marzo: ‘A rischio i precedenti progressi nella sicurezza alimentare a Gaza. Cresce la preoccupazione per l’insicurezza alimentare in Cisgiordania.’ - Approfondisci qui.
Aggiornamento al 3 marzo: il World Food Programme (WFP) sta cercando urgentemente chiarimenti dalle autorità israeliane in merito alle attuali restrizioni sugli aiuti al fine di riprendere rapidamente le attività con i vitali convogli umanitari a Gaza. Il WFP rimane impegnato a consegnare rifornimenti essenziali alla popolazione di Gaza e continuerà a sostenere un accesso umanitario senza ostacoli. Esortiamo tutte le parti a dare priorità alle esigenze dei civili e a facilitare la fornitura continua di assistenza umanitaria.
Di seguito è riportato il testo della storia del 28 febbraio, che delinea le sfide in corso nella consegna degli aiuti a Gaza e gli sforzi del WFP per raggiungere chi ha bisogno.
All'inizio di gennaio, il World Food Programme riusciva a rispondere solo a un quarto dei bisogni delle persone a Gaza, secondo Antoine Renard, Direttore dell'ufficio WFP per la Palestina, con sede a Gerusalemme. "Si faceva il massimo con il poco che si poteva avere, sacchi di farina, pasti pronti o pacchi di cibo, cioè i beni di prima necessità delle persone".
Dopo quattro settimane dal cessate il fuoco del 19 gennaio, il WFP ha consegnato "più aiuti alimentari di quanto pensassimo possibile", raddoppiando la media mensile degli ultimi mesi del 2024, con oltre 30.000 tonnellate di cibo distribuito e raggiungendo un milione di persone.

"Ci stiamo avvicinando a fornire razioni complete, con un corretto apporto calorico e un paniere alimentare completo", ha spiegato Renard. "Ogni programma del WFP è spinto al massimo: pacchi alimentari, farina, pasti caldi, supporto nutrizionale".
Oltre 116.500 donne incinte, madri che allattano e bambini piccoli hanno ricevuto integratori nutrizionali, mentre beni essenziali non alimentari come tende e teloni stanno arrivando a Gaza tramite il Logistics Cluster, un meccanismo di coordinamento multiagenzia a guida WFP.
E' altresì fondamentale fare in modo che i panifici abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno. Nelle aree settentrionali e centrali della Striscia, 25 panifici producono 150.000 fagottini di pane azzimo al giorno, cinque volte di più rispetto a prima del cessate il fuoco.

"Alcuni panifici lavorano 22 ore al giorno", continua Renard. "Forniscono anche pane ai rivenditori". Tuttavia, affinché ciò sia sostenibile, "abbiamo bisogno che le forniture commerciali si stabilizzino".
Facendo riferimento al supporto del WFP ai panettieri, con materie prime come la farina, Renard ha aggiunto: "Con le catene di rifornimento commerciali ancora non propriamente ripristinate, stiamo intervenendo per far andare avanti il lavoro".
"Affinché i mercati si stabilizzino, il cessate il fuoco deve durare", ha detto Renard, aggiungendo che Gaza ha bisogno di vedere ripristinato formalmente l'arrivo di merci così che il settore commerciale possa riprendersi. I mercati si stanno piano piano ricostituendo con l'arrivo di più prodotti, ma ancora non basta.

E nonostante i prezzi siano scesi, sono ancora del 100-200 per cento superiori ai livelli pre-conflitto: le persone non riescono ancora ad accedere a prodotti freschi di base perché non sono disponibili e perché non possono permetterseli.
Per la prima volta da novembre 2023, il WFP ha ampliato l'assistenza in denaro a Gaza (panifici e denaro attentamente distribuito vanno "di pari passo"). "Le persone stanno comprando pane, e questo aiuta a sostenere un sistema di mercato", ha affermato Renard. E mentre "non c'è liquidità in denaro aggiuntiva a Gaza perché non c'è "nuovo" denaro fisico in arrivo... i pagamenti digitali stanno aumentando".
Il WFP vorrebbe dimezzare il numero di persone che ricevono assistenza in natura entro la fine dell'anno passando a portafogli elettronici collegati al cellulare, in modo che le persone abbiano la possibilità di acquistare i beni essenziali di cui hanno bisogno. Tuttavia, si tratta ancora di una fragile prospettiva dal momento che così tante persone "non hanno benzina, non hanno una casa".

C'è poi la questione della ricostruzione. "Un cessate il fuoco è una cosa, ma la ricostruzione? Ci sono ordigni inesplosi ovunque. E così tanto è stato distrutto dal punto di vista agricolo: pollame, coltivazione di frutta e verdura".
Oltre alla ricostruzione delle strade danneggiate, un punto di partenza per il WFP potrebbe essere il ripristino di mulini e impianti di trasformazione alimentare, che le valutazioni suggeriscono essere "fattibile".

Quando è stato annunciato il cessate il fuoco Renard era a Gaza. "Per la prima volta dall'inizio della guerra, la gente non temeva per la propria vita", ricorda Renard. "Ma ora quell'incertezza sta tornando... sono stati 16 mesi in cui non un giorno è trascorso senza che un bomba non sia esplosa nelle vicinanze. È molto difficile da spiegare a chiunque, perché è senza precedenti".
Renard ha sottolineato l'importanza di continuare gli attuali flussi di aiuti. "Il cessate il fuoco deve reggere e tutti i valichi di frontiera devono rimanere aperti e operativi a piena capacità. Non si può tornare indietro".
Cisgiordania al centro dell'attenzione
"Se Gaza non fosse al centro dell'attenzione, il mondo parlerebbe di quanto velocemente si stia deteriorando la situazione in Cisgiordania", ha detto Renard. Per la prima volta dal 2002, i sono carri armati sono tornati in Cisgiordania mentre 40.000 persone che vivono nei campi profughi di Jenin, Tulkarem e Nur Shams sono state sfollate.
In Cisgiordania dall'inizio della guerra le operazioni del WFP sono aumentate di sette volte: "La grande preoccupazione è evitare il crollo dei mercati. Se accadesse, cambierebbe tutto: stiamo parlando di tre milioni di persone che perdono l'accesso ai loro mezzi di sostentamento di base".

Attualmente, il WFP sta fornendo buoni pasto a circa 200.000 tra le persone più povere, per aiutarle ad integrare quel poco ricevuto attraverso l'attuale rete di sicurezza nazionale. Abbiamo anche fornito una distribuzione una tantum di denaro a 5.000 persone recentemente sfollate dai campi nel nord della Cisgiordania.
In termini di complessità, "la Cisgiordania è diversa da Gaza: ci sono popolazioni miste, con palestinesi e israeliani che vivono fianco a fianco, così come i coloni". Per ora, "l'economia è ancora integrata. Le persone possono acquistare cibo. Speriamo che rimanga così".
Il WFP ha bisogno di 254 milioni di dollari nei prossimi sei mesi per fornire assistenza di emergenza a un massimo di 1,4 milioni di persone a Gaza e in Cisgiordania.