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Un rivoluzionario bioerbicida contro la fame in Kenya

Gli agricoltori stanno avendo dei raccolti eccezionali grazie alla collaborazione del WFP con un’impresa sociale locale.
, Lisa Murray
Catherine Wanjala tills her field, now free of parasitic witchweed. Photo: WFP/Lisa Murray
Kenyan farmer Catherine Wanjala tills her field, now free of parasitic witchweed. Photo: WFP/Lisa Murray

Alla mattina, Catherine Wanjala si svegliava e le si spezzava il cuore, a vedere i piccoli fiori viola nel suo campo di mais, nel Kenya occidentale. I bei fiorellini erano un brutto presagio; il suo campo era stato colpito dall'erba strega, una pianta parassita che si attacca alle radici di colture come mais e sorgo, privandole di sostanze nutritive.

"Mi veniva da piangere a vedere le mie piante raggrinzirsi e ingiallire", ricorda Wanjala, pensando al periodo di due anni fa in cui questo parassita aveva creato parecchi problemi e drasticamente ridotto il reddito della famiglia.

Wanjala non è certo l'unica contadina alle prese con la maledizione dell'erba strega. In tutta l'Africa subsahariana, la pianta, nota scientificamente come striga hermonthica, causa danni stimati tra i 7 e i 14 miliardi di dollari all'anno, distruggendo raccolti e colpendo i mezzi di sostentamento di oltre 100 milioni di persone.

Ora, però, migliaia di persone come Wanjala hanno preso in mano la situazione, anche grazie a un bioerbicida fungino ecologico che sta prendendo piede in Kenya e presto anche altrove nell'Africa orientale, con il sostegno del World Food Programme (WFP).

Wanjala prepares the Toothpick bioherbicide before coating her seeds with it, ahead of planting. Photo: WFP/Lisa Murray
Wanjala prepara il bioerbicida Toothpick con cui ricoprirà i semi prima di piantarli. Foto: WFP/Lisa Murray

Prodotto dall'impresa sociale keniota Toothpick, il bioerbicida utilizza spore fungine di provenienza locale ed è uno dei pochi bioerbicidi commercializzati al mondo. A differenza di un erbicida chimico, le spore attaccano solo l'erba strega e difficilmente possono causare danni ad altre piante o agli esseri umani, rendendo il trattamento più sicuro ed efficace.

Gli agricoltori ricoprono i loro semi con il prodotto prima di piantarli. Per un costo di soli 2.000 scellini kenioti (15,50 dollari) per acro, il bioerbicida può aumentare la resa del mais fino al 60 per cento.

"Una cosa è avere un straordinario bioerbicida, un'altra è dimostrare la sua efficacia agli agricoltori nelle campagne e incoraggiarli a usarlo", spiega Michael Njagi, che supervisiona il lavoro del WFP Kenya per combattere l'erba strega. "È qui che è entrato in gioco il WFP".

Despite its pretty purple flowers, witchweed attaches to the roots of crops like maize and sorghum, starving them of nutrients. Photo: WFP/Lisa Murray
I fiori viola dell'erba strega possono sembrare belli, ma la pianta si attacca alle radici di colture come il mais e il sorgo, privandole di sostanze nutritive. Foto: WFP/Lisa Murray

Il team di innovazione del WFP e la Farm to Market Alliance, un gruppo che lavora con gli agricoltori e che include partner del settore privato, hanno collaborato con Toothpick per organizzare oltre 60 appezzamenti dimostrativi nel Kenya occidentale. L'iniziativa non solo ha mostrato l'efficacia del bioerbicida agli agricoltori, ma ha anche fornito loro una formazione pratica sulla sua applicazione. Alcuni agricoltori con cui lavora l'Alleanza hanno aiutato altri come Wanjala ad accedere a input chiave come i fertilizzanti, oltre che ad avvicinarli ai mercati. "Quando vedono che a fronte di una spesa di 2.000 scellini ne guadagni oltre 28.000, non è una decisione difficile da prendere", dice Njagi.

Un'altra possibilità
Catherine Wanjala with one of her children. During hard times, her family only ate once a day. Photo: WFP/Lisa Murray
Catherine Wanjala con uno dei suoi figli. Nei periodi difficili, la famiglia di Catherine poteva permettersi solo un pasto al giorno. WFP/Lisa Murray

Il bioerbicida ha cambiato la vita a molti agricoltori come Wanjala. Gli studi dimostrano che le contadine, che costituiscono la maggioranza dei piccoli coltivatori di mais in Kenya, sono particolarmente vulnerabili alle sfide che pone l'agricoltura. In quanto responsabili della sicurezza alimentare della famiglia, comprendono appieno l'impatto di raccolti andati a male a causa di fattori quali condizioni meteorologiche estreme o parassiti mortali.

"È stato un periodo davvero duro per me e la mia famiglia", ricorda la donna, madre di due figli, quando era alle prese con l'erba strega. "Non avevo cibo nemmeno per i miei figli. Dovevamo accontentarci di un pasto al giorno".

I figli di Wanjala hanno abbandonato la scuola. La donna ha dovuto chiedere soldi in prestito ai parenti per sopravvivere. Il suo matrimonio ne ha sofferto. Ma quando ha saputo del bioerbicida, le cose sono cambiate.

Wanjala's seeds, coated with the bioherbicide, are ready for planting. Photo: WFP/Lisa Murray
I semi di Wanjala, ricoperti di bioerbicida, sono pronti per essere piantati. Questa tecnica ecosostenibile sta prendendo piede in Kenya, dove l'erba strega causa gravi perdite di raccolto. Foto: WFP/Lisa Murray

"Ci siamo incontrati con numerosi agricoltori, alcuni dei quali erano sul punto di abbandonare l'agricoltura. Altri ci avevano già rinunciato", racconta Loise Kioko, un'esperta della Toothpick . "Abbiamo dovuto convincerli a dare all'agricoltura un'altra possibilità".

Oltre alla sua efficacia, il bioerbicida Toothpick ha un altro potente vantaggio. A differenza delle sue controparti chimiche, offre una soluzione più sostenibile ed ecologica per il trattamento delle erbe infestanti.

"Gli erbicidi chimici rappresentano una minaccia significativa per il nostro ambiente", dice Pauline Kiamba, esperta di terra e acqua del WFP in Kenya. "Contaminano il suolo e l'acqua, danneggiano gli insetti benefici e gli impollinatori vitali, interrompono il delicato equilibrio del microbioma del suolo e devastano la biodiversità".

Entro l'anno prossimo e con il supporto del WFP, Toothpick mira a presentare il suo bioerbicida a 110.000 agricoltori come Wanjala in tutto il Kenya occidentale e, poi, in altre aree dell'Africa orientale, a partire dalla vicina Uganda.

Wanjala sows her bioherbicide-coated seeds, which have significantly boosted her harvests and income. Photo: WFP/Lisa Murray
Wanjala semina i suoi semi ricoperti di bioerbicida, che hanno notevolmente incrementato i raccolti e i redditi della sua fattoria in Kenya. Foto: WFP/Lisa Murray

Wanjala si è subito convinta. I suoi raccolti sono aumentati di nove volte, fino a 270 kg per raccolto, e i suoi guadagni ne hanno grandemente beneficiato. 

Grazie al suo reddito extra, "i miei figli non sono stati rimandati a casa perché non potevamo pagare la retta scolastica", dice Wanjala, "e ora possono studiare senza interruzioni come gli altri bambini".

Anche il rapporto di Wanjala con suo marito è migliorato. "Non dobbiamo stressarci a vicenda per molti problemi", dice, "perché stiamo entrambi lavorando per costruire vite migliori".

L'Innovation Accelerator del WFP a Monaco e il team di innovazione dell'ufficio nazionale del WFP in Kenya stanno sostenendo l'iniziativa bioerbicida per gli agricoltori in Kenya.

Il WFP desidera ringraziare la Nuova Zelanda e la Norvegia per aver supportato il progetto del bioerbicida.

 

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