Quali emergenze tenere d’occhio nel 2020
"Non si vive bene, non si mangia bene e non ci si può nemmeno muovere per il paese a causa del caos", dice Osena Previlon, che coltiva frutta e verdura nel suo piccolo appezzamento di terra fuori Gonaives, la più grande città del dipartimento di Artibonite, nell'isola di Haiti.
Tra i paesi le cui crisi sono a rischio di peggioramento, Haiti è ai primi posti, senza una risposta rapida e maggiori investimenti nel 2020.
Il rapporto WFP Global Hotspots 2020 presenta le 15 emergenze in rapido peggioramento e che richiedono l'attenzione urgente del mondo. In gioco c'è la sicurezza alimentare di milioni di persone.
"I disordini politici e sociali hanno portato il paese a una situazione di stallo", si legge nel rapporto a proposito di Haiti, "facendo aumentare i prezzi del cibo del 40 per cento". Più di un haitiano su tre, ovvero 3,7 milioni di persone, ha bisogno di assistenza alimentare urgente, sia nelle aree rurali che in quelle urbane. Tra queste, un milione di persone soffre la fame.
Sottolineando la necessità di agire rapidamente — con miliardi di dollari di investimenti — per fermare l'insicurezza alimentare che si sta aggravando in diverse zone del mondo, il rapporto spiega i fattori alla base di ogni emergenza, i suoi effetti sulle persone e gli interventi del WFP per evitare l'aggravarsi delle crisi.
Altro paese a rischio è lo Zimbabwe, dove la peggiore siccità degli ultimi decenni è accompagnata da "temperature che raggiungono i 50 gradi e dalla forte riduzione della portata d'acqua delle cascate Vittoria".
"Allo stato attuale, finiremo il cibo entro la fine di febbraio, in coincidenza con l'apice della stagione della fame — quando le esigenze sono al massimo", dice Niels Balzer, vicedirettore del WFP in Zimbabwe. "E' urgente che ci siano impegni di finanziamento precisi, perché ci possono volere fino a tre mesi a convertire i finanziamenti in cibo distribuito a chi ne ha bisogno".
Il Global Hotspots 2020 avverte che i livelli di insicurezza alimentare sono i più alti degli ultimi dieci anni in Zimbabwe, con metà della popolazione — 7,7 milioni di persone — che soffre la fame. Il WFP spera di arrivare vicino a raddoppiare l'assistenza per raggiungere fino a 4,1 milioni di persone.
Anche il Sud Sudan si sta surriscaldando e a ciò si aggiungono i pesanti effetti di una terribile guerra civile che ha causato 3,8 milioni di sfollati. L'economia paralizzata, il cattivo funzionamento dei mercati, la mancanza di infrastrutture e gli effetti del cambiamento climatico ostacolano gli sforzi per una completa ripresa.
Il rapporto aggiunge: "Alcune zone del paese sono state colpite da gravi siccità e inondazioni nel 2019, di cui ha sofferto quasi un milione di persone e che hanno distrutto oltre 73.000 tonnellate di cereali".
"Delle volte mi chiedo se gli dei ci hanno abbandonato", è stato il lamento di una contadina sud sudanese nel corso di una recente visita sul campo del WFP.
Abbandonata è certamente la regione del Sahel centrale dell'Africa. Mali, Burkina Faso e Niger occidentale devono affrontare un "cocktail tossico" di cambiamenti climatici, guerre e spostamenti di popolazione. Nel solo Burkina Faso, il numero di sfollati interni è aumentato di oltre 400.000 unità nel 2019.
"Il conflitto avanza e si muove rapidamente", dice Margot van der Velden, direttrice della Divisione Emergenze del WFP a proposito della regione.
"Ogni giorno ci sono persone che arrivano dai propri villaggi con storie terrificanti di come siano riusciti a fuggire. Alcuni cercano di tornare indietro per vedere se riescono a recuperare qualche bene ma poi non tornano, ed è probabile che siano stati uccisi".
Il WFP stima che ci vorranno oltre 10 miliardi di dollari per finanziare tutte le sue operazioni in più di 80 paesi in tutto il mondo nel 2020. Senza questo supporto, l'assistenza programmata è a rischio.
David Beasley, Direttore esecutivo del WFP, ha dichiarato: "Ogni anno al WFP programmiamo gli interventi per i prossimi 12 mesi e chiediamo il sostegno di governi generosi, delle istituzioni del settore privato e delle persone che ci aiutano a raggiungere i nostri obiettivi umanitari e di sviluppo", aggiungendo che il WFP è "un'agenzia che dipende interamente dalle donazioni volontarie".
"Il mondo può essere spietato", dice Van Der Helden. "Al WFP, iniziamo il 2020 facendo fronte a nuove e monumentali sfide a cui bisogna rispondere con reale urgenza".
Articolo originale di Peyvand Khorsandi.