L’onore di ricevere il Premio Nobel per la Pace 2020
"Per i suoi sforzi nel combattere la fame, per il suo contributo a migliorare le condizioni necessarie alla pace in zone di conflitto e per l'azione trainante contro l'uso della fame come arma di guerra e conflitto". Questa la motivazione del Comitato norvegese per il Nobel, che il 9 ottobre 2020 ha insignito del Premio Nobel per la Pace 2020 il World Food Programme.
È un riconoscimento che ci commuove e ci onora, che celebra il lavoro dei 20.000 operatori umanitari del WFP ogni giorno impegnato a portare cibo e assistenza a circa 100 milioni di donne, uomini e bambini che hanno fame nel mondo. Perché sono sempre di più, purtroppo, le persone le cui vite sono brutalmente sconvolte da instabilità, insicurezza e conflitti. Tutti, tra le 690 milioni di persone affamate nel mondo, hanno il diritto di vivere in pace e senza soffrire la fame. Il comitato norvegese per il Nobel ha voluto accendere i riflettori su tutti loro e sulle devastanti conseguenze dei conflitti.
Gli shock climatici e le pressioni economiche hanno aggravato ulteriormente la loro situazione. E adesso la pandemia globale di Covid-19 che, con il suo impatto brutale sulle economie e sulle comunità, sta spingendo milioni di persone sull'orlo della fame. Erano già diventate 138 milioni le persone che soffrivano di fame acuta, prima della pandemia. Ora si rischia che raddoppino e che si inneschi un circolo tragico in cui alla pandemia sanitaria si associ una pandemia della fame, che il mondo non può onestamente permettersi.
Il Premio Nobel per la Pace al WFP è un premio a largo raggio, che irradia la sua luce anche sui governi, sulle organizzazioni ONU e quelle non governative, sui partner del settore privato con cui lavoriamo e la cui passione per aiutare le persone affamate e vulnerabili è pari alla nostra. Non potremmo aiutare nessuno senza una collaborazione trasversale con tutti loro.
Siamo un'agenzia operativa e il lavoro quotidiano del nostro staff è ispirato ai nostri valori fondamentali di integrità, umanità e inclusione. Il Premio ci sprona a lavorare di più e meglio, perché questi valori siano applicati al massimo della loro forza nei vari contesti in cui operiamo. Contesti difficili, pieni di sfide, lacerati spesso da conflitti e guerre, dalla disperazione di non poter garantire un pasto alla propria famiglia.
Laddove c'è un conflitto c'è anche la fame. E dove c'è fame, spesso ci sono conflitti. Il riconoscimento del Premio Nobel per la Pace ci ricorda che la sicurezza alimentare, la pace e la stabilità vanno di pari passo. Senza la pace non potremo raggiungere l'obiettivo globale di fame zero nel mondo, e finché ci sarà fame, il mondo non vedrà mai la pace.