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Il WFP: uno sguardo d'insieme

Una panoramica con cifre, dati e scenari umanitari in cui il WFP è maggiormente impegnato.
bambino con HEBs CAR
Un bambiino mangia biscotti ad alto contenuto energetico, parte dell'assistenza nutrizionale del WFP nella citta' di Batangafo, nel nord della Repubblica Centrafricana. Foto: WFP/Bruno Djoyo

SUL WFP

 

Il WFP assiste oltre 115 milioni di persone in più di 80 paesi. È tra i primi a essere nei teatri delle emergenze, con cibo e altre forme di assistenza alle vittime di conflitti, siccità, inondazioni, terremoti, uragani e per la perdita dei raccolti oltre che nel caso di pandemie come è avvenuto con il Covid-19. Parallelamente, il WFP si occupa di sviluppo sostenibile, fornendo ai governi il sostegno e l’expertise per gestire la sicurezza alimentare nel lungo periodo.

 

IL NOBEL PER LA PACE 



L’assegnazione del Premio Nobel per la Pace al WFP nell’ottobre del 2020 riflette il forte impegno dell’agenzia nella lotta contro la fame: il cibo, infatti, è uno strumento di pace mentre i conflitti e l’insicurezza sono fattori che producono fame. Molte delle persone assistite dal WFP sono fuggite dai conflitti, costrette ad abbandonare la propria terra, la casa e il lavoro. Il conferimento del Premio Nobel consente al WFP di far sentire con ancora maggior forza la voce dei 690 milioni di persone che nel mondo soffrono la fame e mobilitare il sostegno necessario all’assistenza alimentare. 

 

ALCUNI DATI



-    Il WFP è interamente finanziato da donazioni volontarie, che nel 2020 hanno raggiunto la cifra record di 8,4 miliardi di dollari e tuttavia altri 5,3 miliardi di dollari sarebbero necessari. 

-    Il costo medio di una razione di cibo del WFP è di 61 centesimi di dollaro.

-    20.600 persone compongono lo staff del WFP: di queste, oltre l’87% si trova nei paesi di intervento.

 

Nigeria: WFP staffer Elizabeth Adejoh at work in Makoko, the world's largest floating slum, in Lagos.
Nigeria: un'operatrice umanitaria del WFP al lavoro a Makoko,  lo slum galleggiante più grande al mondo. a Lagos. Photo: WFP/Damilola Onafuwa

LA FAME NEL MONDO 

 

Nel mondo si produce abbastanza cibo per i 690 milioni di persone che non ne hanno a sufficienza: si tratta di quasi il 9 per cento della popolazione mondiale.

Dopo circa un decennio di progressi, il numero degli affamati è lentamente aumentato a causa dell’effetto combinato dei conflitti, dei cambiamenti climatici e ora anche della pandemia da COVID-19.

Mentre l’Asia conta il più alto numero di malnutriti, vale a dire 381 milioni di persone, in Africa si registra la percentuale maggiore di malnutriti (vale a dire il 19%) sulla popolazione complessiva. Si tratta di una percentuale doppia rispetto a quella che vi è in Asia (8,3%) e in America Latina e Caraibi (7,4%). Secondo la più recente edizione dello Stato sulla Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel Mondo (State of Food Security and Nutrition in the World), al ritmo attuale, in Africa nel 2030 vivrà oltre la metà della popolazione mondiale cronicamente affamata.

 

LA MINACCIA DELLA CARESTIA

 

Nel 2021 vi sono 41 milioni di persone in 43 paesi che si trovano nella fase “emergenziale” dell’insicurezza alimentare, a un passo dalla dichiarazione di carestia. I paesi più a rischio sono, attualmente, Yemen e Sud Sudan e tra i gruppi più vulnerabili ci sono gli sfollati e i rifugiati intrappolati tra due fronti e totalmente dipendenti dall’assistenza alimentare. 

Il WFP chiede con urgenza 6 miliardi di dollari per evitare la carestia, principalmente fornendo cibo e assistenza nutrizionale. Il prezzo dell'inazione di fronte a questi bisogni crescenti sarà inevitabilmente misurato in termini di vite perdute.

 

I PRINCIPALI SETTORI DI INTERVENTO DEL WFP

 

LA RISPOSTA E LA PREPARAZIONE ALL’EMERGENZA



Il WFP è in prima fila nella risposta alle emergenze causate da conflitti, shock climatici, pandemie e altri disastri. Inoltre, coordina le risposte alle emergenze su vasta scala per conto della più ampia comunità umanitaria con un ruolo di agenzia leader nella Logistica e nelle Telecomunicazioni di emergenza. Il WFP è attivo anche nella fase di “preparazione”, lavorando con altri attori per fornire una allerta precoce e lavorando con le comunità per alleviare l’impatto di eventi disastrosi.

Ogni giorno il WFP movimenta sino a 5.600 camion, 30 navi e 100 aerei per consegnare cibo e fornire altre forme di assistenza.

 

A woman fetches water after severe flooding in Kurigram District, Bangladesh.
Una donna riempie un secchio con dell'acqua potabile dopo una fortissima alluvione nel distretto di Kurigram in Bangladesh. Foto: WFP/ Sayed Asif Mahmud
I CAMBIAMENTI CLIMATICI



Shocks climatici come siccità o inondazioni possono distruggere i raccolti, interrompere i mercati e spazzare via strade e ponti. Il WFP è in prima fila nel collaborare con i governi e i partner umanitari per rispondere a un numero crescente di disastri. Parallelamente si attiva anticipatamente per ridurre il numero di persone che potrebbe aver bisogno di assistenza alimentare.

Il WFP elabora previsioni dei bisogni finanziari per fornire contante alle persone vulnerabili in modo che possano acquistare cibo, rafforzare la struttura delle loro case e assumere altre iniziative in modo da meglio fronteggiare i disastri climatici. Questo approccio è stato adottato nell’anticipazione delle piogge torrenziali in Bangladesh nel 2019.

Nel 2018, dopo l’esperienza fatta con gli uragani Irma e Maria, nei Caraibi, il WFP ha aperto un ufficio nelle Barbados per aiutare negli interventi di “preparazione” all’emergenza. Così, prima che l’uragano Dorian “toccasse terra”, nell’agosto 2019, il WFP aveva già inviato i propri tecnici per una rapida verifica e fatto arrivare, per aereo, unità di stoccaggio, generatori e uffici prefabbricati oltre a materiale satellitare per garantire la connettività e cibo fortificato con principi altamente nutritivi.

Il WFP ha piantato 6 miliardi di alberi, insieme alla FAO, negli ultimi 50 anni e riabilitato o riforestato 1,4 milioni di ettari di terreno dal 2014.

 

NUTRIZIONE



Lo sviluppo sostenibile è possibile solo in comunità che hanno combattuto con successo la malnutrizione. Per questo il WFP, negli ultimi anni, ha ampliato il raggio dei propri interventi di emergenza includendo tutte le forme di malnutrizione, i deficit vitaminici e di minerali, oltre a combattere il sovrappeso e l’obesità.  Il WFP si occupa di malnutrizione sin dai primi momenti di vita con programmi diretti ai primi 1.000 giorni, dal concepimento al compimento dei due anni. 

Il WFP fornisce anche diete bilanciate a bambini, donne incinte o che allattano e a quanti vivono con l’HIV.

 

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Bamibine a scuola in Mali. Foto: WFP/Virgo Edgar Ngarbaroum
ALIMENTAZIONE SCOLASTICA



Il WFP è la più grande organizzazione che si occupa di alimentazione scolastica. I pasti a scuola migliorano la nutrizione dei bambini, la loro salute e, potenzialmente, offrono un futuro diverso grazie all’istruzione. Ci sono pasti scolastici che provengono dagli orti e dagli appezzamenti di milioni di piccoli contadini, il che consente di aumentare i redditi agricoli e di rafforzare le economie locali. 

Il WFP e l’UNICEF lavorano assieme per assistere milioni di bambini. L’iniziativa si traduce in un sostegno ai governi affinchè adottino un approccio integrato ai temi della nutrizione e della salute attraverso l’alimentazione scolastica, incorporando questi programmi in quelli di sverminazione, sanificazione, igiene e acqua pulita. 

Il WFP ha fornito pasti scolastici a 15 milioni di bambini nel 2020. 

Oltre 40 governi si sono fatti carico di gestire direttamente i programmi di alimentazione scolastica dal 1990 ad oggi.

 

LE PRINCIPALI EMERGENZE OGGI 

 

WFP is supporting millions of people affected by the COVID-19 pandemic.  WFP/Mohammed Awadh
Il WFP sostiene milioni di persone colpite dalla pandemia di Covid-19. Foto: WFP/Mohammed Awadh
PANDEMIA DA COVID



La pandemia da Covid-19 sta avendo un effetto devastante sulla salute e sui redditi delle famiglie e delle comunità nel mondo, creando milioni di nuovi affamati e di poveri. Il WFP stima che nei paesi in cui opera ci siano 272 milioni di persone che sono in una condizione di insicurezza alimentare, o rischiano di esserlo, per effetto della pandemia. A causa dell’aumento della fame dovuto al Covid-19, il WFP prevede di assistere 138 milioni di persone nel 2021. La pandemia ha anche creato una totale disorganizzazione nei sistemi di trasporti: in molti casi il WFP ha usato le proprie capacità logistiche e il suo expertise fornendo servizi comuni dove le reti commerciali non erano più disponibili garantendo, così, che i carichi con i materiali indispensabili, sia sanitari che umanitari nonché il personale, potessero raggiungere i luoghi dove più servivano.

 

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

Continuano a crescere i bisogni nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), con l'allarmante cifra di 19,6 milioni di persone che vivono nell'insicurezza alimentare acuta, consequenza di una escalation del conflitto e di sfollamenti di popolazione, malattie, declino economico, rischi naturali e Covid-19. Si tratta del numero più alto in assoluto nel mondo. I cinque milioni di sfollati nella RDC - il numero più alto in Africa - vivono in insediamenti affollati o a stretto contatto con famiglie ospitanti nelle aree urbane, con pochi servizi igienici e cure per la salute, in situazioni dove è molto difficile avere cibo sufficiente. il Covid-19 e i relativi lockdown hanno causato perdite di reddito e disoccupazione su larga scala, specialmente tra i poveri nelle aree urbane. 

Il WFP ha bisogno di 177 milioni di dollari fino ad agosto 2012, se si vuole evitare che milioni di congolesi più a rischio cadano ancora di più nella fame. L'obiettivo è di raggiungere 8,7 milioni di persone nel corso del 2021, nonostante un contesto operatiivo estremamente difficile. 

 
NORDEST DELLA NIGERIA



Un conflitto a intensità crescente e il Covid-19 possono rappresentare una miscela esplosiva, sul piano alimentare, per milioni di persone che vivono nel Nordest della Nigeria. Già oggi, milioni di loro fronteggiano un livello preoccupante di fame, con le loro vite e i mezzi di sostentamento fortemente sconvolti dalle azioni dei gruppi armati non governativi in lotta tra loro e contro le forze governative per il controllo del territorio. Il WFP ha ampliato l’assistenza alimentare nei luoghi più contagiati dal Covid-19 come Kano, Abuja e Lagos dove il lockdown e le restrizioni agli spostamenti hanno  gravemente colpito i mezzi di sostentamento creando livelli altissimi di vulnerabilità.

 

SAHEL 



Il Sahel centrale – che comprende Burkina Faso, Mali e Niger – sta fronteggiando una grave crisi alimentare e nutrizionale con, in particolare, una fetta della popolazione del Nord del Burkina Faso a un passo dalla catastrofe. Complessivamente, 3,7 milioni di persone nella regione non sanno come sfamarsi a causa dei conflitti e della crisi climatica amplificati dall’impatto del Covid-19. Secondo le analisi regionali sulla sicurezza alimentare del Cadre Harmonisé, questo numero potrebbe crescere sino a 5,4 milioni di persone tra giugno ed agosto, vale a dire nella stagione in cui non c’è il raccolto.  

Il WFP ha potenziato il proprio intervento ma, pur avendo una forte capacità di risposta, non ci sono abbastanza fondi garantiti. Per questo il WFP chiede, con urgenza, 182 milioni di dollari in modo da rispondere ai bisogni crescenti della regione.

 

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Un donna trasporta un sacco di cibo del WFP da un centro di distribuzione in Sud Sudan. Foto: WFP/Gabriela Vivacqua
SUD SUDAN



Il Sud Sudan sta vivendo una fase di massima insicurezza alimentare da quando, 10 anni fa, fu dichiarata la sua indipendenza, con il 60 per cento della popolazione sempre più affamata. Una violenza sporadica ma endemica, temperature estreme e l’impatto economico del COVID-19 hanno spinto 7,24 milioni di persone in una condizione di grave insicurezza alimentare. Questo dato comprende 108.000 persone in zone difficili da raggiungere, in sei differenti contee “a rischio carestia”: lo afferma il rapporto Famine Review Committee del dicembre 2020. 

Nel 2021, il WFP prevede di fornire a oltre 5,3 milioni di persone assistenza alimentare e nutrizionale ma per fare questo ha bisogno di 275 milioni di dollari nei prossimi sei mesi: solo così potranno continuare queste operazioni “salvavita”. In coso contrario, milioni di persone rischiano la malnutrizione, con conseguenze socio-economiche devastanti, nel lungo termine, per gli individui, le comunità e l’intero paese.

 

bambino mangia biscotti WFP/Marwa Awad
Un bambino mangia cibo delle razioni alimentari in un insediamento remoto a Rukban, nel sud della Siria. Foto: WFP/Marwa Awad
SIRIA



Quasi il 60 per cento della popolazione sta fronteggiando una crisi umanitaria. Mentre i prezzi continuano ad aumentare, la crisi economica crea un’enorme pressione sulle famiglie più vulnerabili che, dopo dieci anni di guerra, non hanno più nulla.  In totale, 12,4 milioni d persone soffrono la fame: si tratta dello scenario più drammatico dallo scoppio della guerra. Basti pensare che solo nell’ultimo anno il numero di persone affamate è aumentato di 4,5 milioni

Il WFP ha bisogno di 375 milioni di dollari da ora a fino ad agosto per l’operazione in Siria dove assiste 4,8 milioni di persone ogni mese. I limitati fondi disponibili hanno costretto l’agenzia a ridurre, a molti di loro, le razioni alimentari del 30 per cento. Quasi un terzo della popolazione del paese, vale a dire 6,7 milioni di persone, è sfollato e vive in una condizione di grande vulnerabilità. Per far fronte all’emergenza, amplificata dal Covid-19, il WFP insieme a UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) ha fornito assistenza sotto forma di contanti alle donne incinte o che allattano in modo che possano acquistare sia il cibo che i prodotti igienici in questa fase di pandemia, con effetti positivi per 377.000 individui.

 

YEMEN



Il WFP lavora per evitare una carestia in Yemen fornendo cibo di emergenza e alimenti per trattare e prevenire la malnutrizione. Tuttavia, l’operazione risente di una scarsità di risorse finanziarie che rendono incerto il successo dell’azione del WFP. Cinquantamila persone vivono una condizione simile alla carestia e altri cinque milioni sono a un passo dall’essere in questa situazione. Per evitare la carestia il WFP ha, come minimo, bisogno di 1,9 miliardi di dollari nel 2021. Ma, sino ad ora, vale a dire nella prima parte del 2021, abbiamo ricevuto 1,24 miliardi di dollari.

Il WFP sta già ora lavorando per poter ripristinare la distribuzione mensile di cibo appena i fondi lo consentiranno. Dall’aprile 2020, il WFP ha dovuto effettuare la distribuzione di cibo ogni otto settimane anziché ogni quattro proprio per la mancanza di fondi. 

 

È ora il
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