I camion italiani di Food For Gaza
La flotta dei camion del WFP si è arricchita di 15 nuovi camion IVECO, donati dall’Italia nell’ambito dell’iniziativa umanitaria italiana Food For Gaza.
In un contesto complesso come quello a Gaza, dove i bisogni sono immensi e il WFP e i suoi partner fanno il possibile per portare sollievo alla popolazione che ha un disperato bisogno di beni primari, l’iniziativa umanitaria italiana, Food For Gaza, è un prezioso strumento e un segnale concreto di risposta umanitaria alle necessità della popolazione della Striscia.
Grazie all’impulso del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, Food For Gaza continua a contribuire alla fornitura di assistenza e a un migliore coordinamento degli aiuti che partono dall’Italia.
Lanciata l’11 marzo 2024 alla Farnesina, Food for Gaza ha visto nei mesi passati una donazione di 12 milioni di Euro al WFP per l’acquisto di cibo e, il 25 ottobre, realizzarsi un ulteriore traguardo: la consegna del primo dei 15 camioni donati dall’Italia al WFP per i suoi interventi di assistenza alimentare nella Striscia, del valore complessivo di oltre due milioni di euro. La cerimonia di consegna si è tenuta al Porto di Genova, alla presenza del Ministro Tajani, della Vicedirettrice esecutiva del WFP Rania Dagash e del sindaco di Genova (ora Governatore della Liguria) Marco Bucci.
“L’Italia è in prima linea per garantire la consegna degli aiuti alla popolazione civile di Gaza e, durante la riunione dei Ministri dello Sviluppo del G7 a Pescara, ho annunciato ulteriori contributi finanziari della nostra Cooperazione”, ha detto il Ministro Tajani. “Con questa iniziativa vogliamo ribadire l’impegno del Governo italiano nell’emergenza umanitaria nella Striscia: stiamo lavorando per garantire che gli aiuti raggiungano al più presto chi ne ha bisogno. Questi mezzi speciali sono stati progettati proprio per questo scopo: rendere più efficienti le operazioni di consegna del WFP ai beneficiari”.
Food for Gaza, un'iniziativa umanitaria italiana
Il WFP è grato all'Italia per questa importante donazione che rafforzerà la nostra flotta a Gaza e ci aiuterà a consegnare aiuti alimentari salvavita ed estremamente necessari alla popolazione di Gaza. Le necessità sul campo sono immense, il rischio di carestia è ancora presente, ed è proprio per questo che è fondamentale lavorare assieme per evitare questa minaccia inaccettabile.
È vitale poter accedere in sicurezza a tutte le popolazioni che hanno bisogno di assistenza: l'azione diplomatica è uno strumento prezioso e imprescindibile, perché l’intera regione ha bisogno di pace.
L'Italia è un attore chiave nel promuovere il dialogo tra le parti e tra i vari partner, come dimostrato nella riunione dei Ministri dello Sviluppo del G7 a Pescara, 22-24 ottobre, presieduta dal Ministro Tajani e che si è aperta con una Conferenza sull’assistenza umanitaria per Gaza e Libano, cui hanno preso parte rappresentanti di Israele, Libano e Autorità nazionale palestinese.
Una flotta di camion più ampia migliora il coordinamento tra le organizzazioni umanitarie, consentendo al WFP, in qualità di agenzia leader del cluster logistico, di ottimizzare più percorsi e programmi di consegna, oltre a a ridurre al minimo la dipendenza dai servizi di trasporto commerciali, abbassando i costi operativi e consentendo di stanziare più fondi per altri aiuti e servizi vitali.
I camion offrono flessibilità, che è particolarmente cruciale durante le emergenze. La loro mobilità consente il rapido dispiegamento di aiuti e personale, contribuendo a soddisfare le mutevoli esigenze che si presentano nell’evoluzione delle crisi.
La logistica è sempre stata al cuore delle operazioni di assistenza umanitaria e alimentare del WFP. Con la sua flotta di 5000 camion, 20 navi e 132 aerei sempre in movimento nel mondo per portare cibo e assistenza alle popolazioni vulnerabili, il WFP è in grado di fornire un'assistenza tempestiva, flessibile e capillare sul territorio, anche grazie ai suoi instancabili operatori e partner.
A partire dagli autisti che spesso si trovano ad affrontare scenari difficili quando non pericolosi in alcune fra le regioni più remote o insicure del pianeta, come in Sudan, nella Repubblica Democratica del Congo, in Afghanistan. O, appunto, a Gaza.