I prezzi del cibo sono alle stelle e molti paesi nella regione stanno affrontando drammatici deficit di bilancio, alti livelli di debito pubblico, svalutazione monetaria e pericolosi livelli di inflazione.
In cinque paesi della regione l'inflazione alimentare ha superato il 60 per cento solo quest'anno, con il Libano e la Siria rispettivamente al 138 per cento e al 105 per cento.
Il nostro lavoro in oltre 120 paesi e territori comprende un'ampia gamma di attività per salvare e migliorare vite, con l'obiettivo finale di un mondo a fame zero.
“Circa la metà della popolazione yemenita affronta gravi carenze di cibo, con milioni di persone a un passo dalla carestia. Non sono numeri, sono persone reali. È una situazione che spezza il cuore”, ha detto Beasley. “Condizioni simili alla carestia stanno emergendo in tutto lo Yemen e la risposta è semplice. Esiste un vaccino e si chiama cibo.
Tutti, tra le 690 milioni di persone affamate nel mondo oggi hanno il diritto di vivere in pace e senza soffrire la fame. Oggi, il comitato norvegese per il Nobel ha acceso i riflettori su tutti loro e sulle devastanti conseguenze dei conflitti. Gli shock climatici e le pressioni economiche hanno aggravato ulteriormente la loro situazione.
“In un anno in cui il mondo già affronta livelli senza precedenti di fame, è tragico vedere la fame rialzare la testa in quello che da tempo è il granaio d'Europa", ha detto David Beasley, Direttore Esecutivo del WFP in una visita al centro allestito dall'organizzazione al confine tra Polonia e Ucraina.
"I bisogni umanitari hanno raggiunto livelli record in Sudan mentre non ci sono segnali di fine del conflitto", ha detto Eddie Rowe, Direttore del WFP in Sudan.
“Il WFP sta facendo tutto il possibile per fornire assistenza salvavita a milioni di persone in Sudan e altre migliaia che sono fuggite nei paesi vicini, ma non possiamo farlo da soli.
Per arrivare a Fame Zero e mettere fine all'insicurezza alimentare che segna le vite di oltre 800 milioni di persone in tutto il mondo serve il lavoro di molti.
Le disuguaglianze stanno crescendo e i più fragili sono i primi a subirne le conseguenze, con una crisi alimentare che colpisce duramente, in proporzioni mai viste prima nella storia moderna.