Un nutrimento essenziale
Le disuguaglianze stanno crescendo e i più fragili sono i primi a subirne le conseguenze, con una crisi alimentare che colpisce duramente, in proporzioni mai viste prima nella storia moderna. La minaccia di una recessione globale non è più solo argomento di economisti ed accademici ma tocca porzioni sempre maggiori di popolazione che hanno difficoltà a far quadrare i conti e a mettere insieme il pranzo con la cena.
Per non parlare del fatto che la crisi alimentare attuale potrebbe ancora peggiorare, cambiando di paradigma: dalla crisi di oggi causata dai prezzi alti e quindi minori possibilità economiche per le famiglie di acquistare cibo a quella di domani che potrebbe vedere una ridotta disponibilità di cibo a causa del combinato disposto di crisi climatica e conflitti.
Una preoccupazione che fa suonare l’allarme del WFP ancora più forte: bisogna agire subito, in maniera coordinata e tempestiva, per evitare il peggio. In un contesto così complesso, dove 345 milioni di persone in 82 paesi vivono nell’insicurezza alimentare acuta (all’inizio dell’anno erano 282 milioni), dove 50 milioni di persone in 45 paesi sono ad un passo dalla carestia e dove 60 milioni di bambini corrono il rischio di soffrire di malnutrizione acuta entro la fine dell’anno, i programmi nutrizionali sono sempre più vitali, soprattutto quelli che mettono al centro donne e bambini.
Sono urgentemente necessari cibi nutrienti che rafforzino il sistema immunitario delle persone fragili, perché bambini malnutriti hanno maggiori possibilità di morire per malattie come la diarrea rispetto a bambini in salute, e perché donne malnutrite daranno probabilmente alla luce bambini malnutriti.
Le ricerche confermano che i primi 1.000 giorni, fra il concepimento e il secondo anno di vita del bambino, sono una finestra di opportunità fondamentale per prevenire i danni, in gran parte irreversibili, cagionati dalla denutrizione patita nella prima infanzia.
Quest’anno, il WFP prevede di raggiungere, in totale, 35 milioni di donne e bambini con programmi di prevenzione e cura, si tratta di un aumento del 50 per cento rispetto al 2021 e di più del doppio rispetto al 2019, dato che illustra bene la gravità della situazione attuale. Porre fine alla malnutrizione entro il 2030 è un punto fondamentale degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, oltre ad essere una priorità nel lavoro del WFP per il raggiungimento di Fame Zero.
Articolo pubblicato su The Map Report.