Direttore esecutivo WFP incontra famiglie in Siria che faticano a sopravvivere per l'aggravarsi della crisi alimentare
Nel corso di una visita di tre giorni in Siria, Beasley ha incontrato famiglie vulnerabili che ricevono assistenza alimentare del WFP ad Aleppo. Nei centri di distribuzione alimentare e nutrizionale, madri hanno lamentato i prezzi del cibo alle stelle e descritto le difficili scelte che devono prendere per sopravvivere.
Una donna con quattro figli, Hanan, che Beasley ha incontrato ad Aleppo, ha così descritto le difficoltà quotidiane: “Siamo stanchi, sfiniti e ora anche affamati con una situazione economica pesante. Sono quattro mesi che non riesco a dare ai miei figli cibo fresco, formaggi o uova. Devo fare delle scelte difficili, come decidere chi tra i miei figli far mangiare, sulla base di chi è più fragile e malato o chi potrebbe diventare gravemente malnutrito se non gli do da mangiare oggi”.
Circa 12,4 milioni di persone, quasi il 60 per cento della popolazione, vive nell’insicurezza alimentare senza sapere se domani mangerà. Si tratta di un aumento del 57 per cento dal 2019 e del numero più alto mai registrato nella storia siriana.
Il settore agricolo non riesce a produrre quantità sufficienti per i bisogni della popolazione e i prezzi del cibo in tutto il paese hanno raggiunto, a settembre, picchi mai visti. Rispetto all’anno scorso, il prezzo di un paniere di alimenti di base è più che raddoppiato ed è, ora, fuori dalla portata per milioni di famiglie. Record negativi nelle piogge e nel livello dell’Eufrate stanno colpendo 3,4 milioni di persone con i governatorati produttori di grano e orzo che registrano perdite significative.
“Conflitto, cambiamento climatico, COVID-19 e ora il costo della vita stanno spingendo le persone oltre i limiti”, ha detto Beasley. “Madri mi hanno detto che con l’inverno imminente si troveranno tra l’incudine e il martello. O decidono di sfamare i propri bambini, lasciandoli al gelo, o li tengono al caldo facendo loro soffrire la fame. Non possono permettersi sia cibo che carburante”.
L’impatto della crisi finanziaria nel vicino Libano e la svalutazione della sterlina siriana, insieme all’impatto a lungo termine del COVID-19, hanno contribuito al declino economico della Siria, spingendo milioni di persone, già esauste per i dieci anni di conflitto e gli sfollamenti, nella fame, nella disperazione e nella povertà estrema.
Ogni mese in Siria, il WFP fornisce assistenza alimentare ad oltre cinque milioni di persone. Ma l’agenzia è in serie difficoltà nei finanziamenti ed è stata recentemente costretta a ridurre le razioni alimentari giornaliere che le famiglie ricevono. Gli interventi del WFP in Siria sono finanziati solo al 31 per cento mentre si ha bisogno di circa 480 milioni di dollari per i prossimi sei mesi.
“La storia ci ha mostrato che se non aiutiamo le persone prima che rimangano senza più niente, queste prenderanno delle decisioni drastiche e vedremo migrazioni di massa”, ha ammonito Beasley. “Costa meno aiutare le persone là dove sono rispetto a farlo dopo che hanno abbandonato le proprie case e sono diventati rifugiati in altri posti. Abbiamo bisogno delle risorse per poter salvare vite e stabilizzare la situazione”.
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L’agenzia ONU World Food Programme è stata insignita del Premio Nobel per la Pace 2020. Impegnata a salvare vite nelle emergenze, siamo la più grande organizzazione umanitaria al mondo la cui assistenza alimentare vuole costruire un percorso di pace, stabilità e prosperità per quanti si stanno riprendendo da conflitti, disastri e dall’impatto del cambiamento climatico.
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