Verso COP27: tre modi per evitare che la crisi climatica aggravi ancora di più la fame
In un anno dai livelli senza precedenti di fame, la crisi climatica sta spingendo sempre più persone sull'orlo del baratro. Ondate di caldo, siccità, inondazioni e tempeste stanno aumentando di intensità e frequenza, mettendo in seria difficoltà la capacità delle persone di nutrire le proprie famiglie.
In contesti come lo Yemen, la Somalia e la Repubblica Democratica del Congo, dove gli impatti climatici si sovrappongono ai conflitti, la carestia è una minaccia sempre presente.
Mentre i leader mondiali si preparano ad incontrarsi a Sharm El-Sheikh, in Egitto, alla Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (COP27), dal 6 al 18 novembre 2022, il WFP chiede azioni urgenti per sostenere i paesi in prima linea sul fronte dell'emergenza climatica.
Nello specifico, bisognerebbe:
1. Potenziare l'adattamento climatico e le soluzioni per evitare, ridurre al minimo e fare fronte alle perdite e ai danni.
Gli eventi meteorologici estremi si stanno verificando in ogni regione del mondo, dalle devastanti alluvioni in Pakistan, che hanno colpito una persona su sette nel paese, alle siccità consecutive che spingono le persone al limite della carestia nel Corno d'Africa.
Le comunità hanno bisogno di soluzioni che proteggano se stesse e la propria capacità di accedere a cibo sufficiente. I leader globali devono investire in sistemi di previsione dei pericoli climatici e mettere a disposizione sistemi di protezione finanziaria e fisica per i più vulnerabili.
In Nepal, per esempio, prima che si verificassero le recenti inondazioni, WFP ha implementato il suo programma di Azione Anticipatoria, che utilizza sistemi di allarme precoce per agire prima che i disastri colpiscano. In questo caso, il WFP ha effettuato trasferimenti di contante a più di 15.000 persone in tre dei distretti più colpiti. I fondi hanno aiutato le comunità a prepararsi all'impatto delle inondazioni, a proteggersi e a prevenire perdite e danni. Ad esempio, acquistando cibo, rafforzando le abitazioni o spostando le persone vulnerabili su terreni più elevati.
2. Investire nell'azione climatica nelle comunità in contesti fragili.
Chi vive dovendo affrontare le sfide del cambiamento climatico è spesso soggetto anche agli impatti dei conflitti, della migrazione e delle disuguaglianze sociali. Queste comunità avrebbero bisogno di più supporto, invece ne ricevono il minimo. Negli ultimi sette anni, gli stati in estrema fragilità hanno ricevuto 80 volte meno finanziamenti per persona su temi ambientali rispetto agli stati non fragili.
Per affrontare la crisi climatica e garantire che tutti abbiano abbastanza cibo, bisogna mettere in cima alla lista azioni e finanziamenti per le aree vulnerabili e colpite dai conflitti, sostenendo le comunità nelle tecniche di adattamento a un clima che cambia, e così facendo aiutando a costruire anche la pace.
Il WFP si muove su tutti questi fronti. Ad esempio, all'inizio dell'anno, sapendo che la Somalia avrebbe sofferto una grave siccità, il WFP ha lavorato con il governo per far inviare messaggi di pre-allerta a 1,2 milioni di persone. Il WFP ha anche raggiunto 17.000 persone vulnerabili nelle aree remote con trasferimenti di contanti, utili a proteggere meglio la vita e i mezzi di sussistenza.
In una Somalia che affronta in alcune zone l'imminente minaccia della carestia, dare la priorità all'azione climatica per le comunità più vulnerabili è più importante che mai.
3. Trasformare i sistemi alimentari
Le varie attività che producono, trasformano e trasportano alimenti fin sulle nostre tavole non sono né eque né sostenibili. Da un lato, gli eventi meteorologici estremi creano notevoli danni ai sistemi alimentari; dall'altro, i sistemi alimentari sono una causa importante del riscaldamento globale. L'agricoltura, i trasporti e la preparazione del cibo contribuiscono all'aumento di emissioni significative e dannose che stanno aumentando la temperatura del nostro pianeta.
La mancanza di diversità nei nostri sistemi alimentari, la dipendenza da pratiche inquinanti e gli eventi come i conflitti stanno minacciando la sicurezza alimentare globale. Oggi, sono 345 milioni - cifra record - le persone che in 82 paesi soffrono la fame acuta, in forte aumento rispetto ai 282 milioni di persone all'inizio dell'anno.
Eppure si può ancora fare qualcosa. Sappiamo che nel mondo c'è abbastanza cibo per tutti, se solo fosse distribuito con equità. E abbiamo anche conoscenze, tecnologia e soluzioni innovative per capovolgere il rapporto negativo tra sistemi alimentari e cambiamenti climatici.
Il lavoro del WFP
Operando in 123 paesi e territori, il WFP sostiene le comunità colpite dai peggiori impatti di eventi meteorologici estremi, al fine di aiutarle a costruire la resilienza in un clima che cambia.
Lavoriamo con i governi locali per anticipare i pericoli climatici prima che si trasformino in catastrofi, ripristinando ecosistemi e infrastrutture degradate, proteggendo i più vulnerabili con trasferimenti di contante e offrendo alle persone nuove opportunità per coltivare, cucinare e fornire alle abitazioni accesso all'energia pulita.
In cinque paesi del Sahel dell'Africa occidentale e centrale - Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger - WFP implementa un programma di resilienza integrato che supporta l'adattamento climatico proteggendo anche i sistemi alimentari.
In pratica ciò significa riabilitare i terreni, migliorare l'accesso al cibo e a diete sane, riportare i bambini a scuola e sviluppare catene di valore per aumentare i redditi e i lavori in ambito ambientale.
Ad esempio, nonostante la crescente insicurezza nella regione, il WFP e le comunità hanno riabilitato quasi 158.000 ettari di terreni degradati nel Sahel negli ultimi quattro anni attraverso iniziative come lo scavo di "mezze lune", che raccolgono e mantengono le piogge nel terreno.
Con una maggiore ambizione e volontà politica, si potrebbe diversificare, decarbonizzare e migliorare la resilienza dei nostri sistemi alimentari per affrontare contemporaneamente la crisi climatica e l'insicurezza alimentare.
I leader mondiali hanno una grande sfida davanti, ma con un'azione globale coordinata la crisi climatica può essere affrontata con successo.
COP27 ha luogo a Sharm el-Sheikh, in Egitto, dall'6 al 18 novembre.