Nutrire il futuro di una nazione: il potere di trasformazione dei programmi di alimentazione scolastica
Grazie ai programmi di alimentazione scolastica, è possibile cambiare la vita di milioni di bambini e bambine e accrescere il capitale umano di un paese
In cima all'ordine del giorno del meeting annuale del World Economic Forum in questi giorni in corso a Davos, c'è la valorizzazione del capitale umano — cioè la somma della salute, delle competenze, delle conoscenze e delle esperienze di una popolazione — come motore per lo sviluppo economico e il progresso sociale. I bambini costituiscono il futuro capitale umano di ogni nazione e, proprio per questo, i programmi di alimentazione scolastica forniscono un supporto essenziale per la costruzione di fondamenta solide.
Per la prima volta in assoluto, quasi la metà degli studenti dei paesi a basso/medio reddito mangerà oggi un pasto a scuola. Si tratta di quasi 370 milioni di bambini, più dell'intera popolazione degli Stati Uniti. La metà di loro sono bambine.
In India sono più di 100 milioni i bambini che mangiano un pasto a scuola, in Brasile 48 milioni, in Cina 44 milioni, in Sudafrica 9 milioni così come anche in Nigeria. Tutti questi bambini ricevono un pasto ogni giorno per l'intero anno scolastico.
Perché così tanti Paesi hanno deciso di fare questo importante investimento? Perché l'alimentazione scolastica significa molto di più che un semplice piatto di cibo.
Negli ultimi dieci anni, è cresciuto il consenso globale sull'impatto duraturo che i programmi di alimentazione scolastica hanno nel plasmare il futuro di una nazione.
Una pubblicazione della Banca Mondiale, realizzata in collaborazione con il WFP, "Re-imagining School Feeding: A High-Return Investment in Human Capital and Local Economies" (ottobre 2018), evidenzia in maniera convincente i molteplici vantaggi di investire nei programmi di alimentazione scolastica, in quattro ambiti fondamentali: aumento del capitale umano, fornitura di reti di protezione sociale per i bambini poveri e per le loro famiglie, rafforzamento delle economie locali, soprattutto a vantaggio del reddito femminile, sostegno alla costruzione della pace e alla resilienza delle comunità e prevenzione di conflitti.
Il tema di quest'anno di Davos, Globalisation 4.0, lo sottolinea: costruire il futuro in modo costruttivo e collaborativo in un contesto di incertezza, di fragilità e di contestazioni senza precedenti.
Eppure, nonostante questo progresso significativo, milioni di bambini nei Paesi più poveri del mondo non hanno ancora accesso all'alimentazione scolastica.
Secondo le stime della Banca Mondiale, il 70% della ricchezza dei Paesi più sviluppati deriva dalla produttività della popolazione, cioè dal loro capitale umano. Nei Paesi più poveri, si arriva solo al 40 per cento significa che questi paesi non stanno sfruttando appieno il proprio potenziale produttivo. In altre parole, stanno perdendo capitale umano.
Uno dei motivi principali è che questi paesi investono, in totale, circa 210 miliardi di dollari all'anno nell'istruzione dei bambini, ma solo 4 miliardi nella salute e nella nutrizione. Se i bambini sono malati, però, non possono frequentare la scuola e, se hanno fame, hanno difficoltà di apprendimento. E' necessario che l'investimento sul sistema scolastico e sugli insegnanti sia accompagnato da un investimento sugli studenti stessi. È proprio questa l'ottica che ispira i programmi di alimentazione scolastica.
L'impatto sarebbe particolarmente significativo per le ragazze: fornire loro il corretto nutrimento durante l'infanzia e l'adolescenza significa alimentare non solo i loro corpi, ma anche le loro menti.
L'alimentazione scolastica rappresenta un forte incentivo per le famiglie a mandare in maniera regolare le bambine a scuola. Far sì che le ragazze rimangano a scuola, soprattutto nell'adolescenza, è un modo efficace per prevenire i matrimoni precoci e ritardare la prima gravidanza, così da aiutarle a sfuggire a povertà e a malattie croniche.
Secondo un recente rapporto della Banca Mondiale, realizzato in collaborazione con il Fondo Malala, l'economia globale potrebbe arricchirsi di 30.000 miliardi di dollari se tutte le ragazze completassero la scuola secondaria.
Uno dei modi più intelligenti con cui i Paesi a basso/medio reddito hanno risposto alla crisi finanziaria del 2008 è stato espandendo i propri programmi nazionali di alimentazione scolastica. Perché? Perché raggiungono il cuore delle comunità più povere e generano benefici diretti per i bambini. Il cibo fornito ai bambini ha un valore reale per le famiglie, che spesso risparmiano fino a circa il 10 per cento del loro reddito annuale per ogni bambino che riceve un pasto a scuola.
Ai bambini che vivono in condizioni di vulnerabilità o in aree di conflitto, l'alimentazione scolastica è in grado di dare un senso di normalità in circostanze altrimenti traumatiche. Per le comunità colpite da shock, può rappresentare la speranza di un futuro più pacifico e di una maggiore coesione sociale.
I programmi di alimentazione scolastica richiedono un approvvigionamento alimentare regolare e su vasta scala — un'opportunità per le economie locali. In Nigeria, il programma di alimentazione scolastica con cibo coltivalto localmente, ad esempio, richiede ogni settimana, 6,8 milioni di uova, 70 tonnellate di pesce d'allevamento e quantità corrispondenti di legumi e verdure. In Siria, tutti gli snack distribuiti nelle scuole nell'ambito del programma sono prodotti localmente.
Collegare la produzione locale al consumo locale crea un mercato stabile che favorisce gli agricoltori del luogo, in particolare quelli di piccola scala, circa il 70% dei quali sono donne e spesso anche madri dei bambini che beneficiano di questo programma. Un simile meccanismo crea opportunità lavorative per le donne.
In Nigeria, circa 95.000 donne che in precedenza facevano affidamento su mercati locali precari, ora possono ora contare su un guadagno stabile grazie al loro impiego nell'ambito del programma di alimentazione scolastica.
Nei Paesi a basso reddito, negli ultimi 10 anni questi programmi sono diventati uno dei settori di investimento dei governi nazionali in più rapida crescita.
Per i bambini più vulnerabili dei Paesi più colpiti, però, gli investimenti stentano ancora a decollare. Il WFP stima che circa 73 milioni di bambini ancora non beneficiano dei pasti a scuola: servirebbero investimenti annui per 4,6 miliardi di dollari in programmi di alimentazione scolastica gestiti dai governi nazionali finanziamenti che sarebbero coperti dai bilanci nazionali, dalle sovvenzioni dei donatori, da strutture di finanziamento innovative e dal settore privato.
I bambini che oggi vanno a scuola saranno adulti nel 2030. Abbiamo una finestra di opportunità per aiutarli a realizzare il loro potenziale e "non lasciare nessuno indietro".
Ma non bisogna perdere tempo.
Dobbiamo investire nel benessere dei nostri figli, soprattutto dei più vulnerabili, per questa generazione e per la prossima. Solo attraverso l'impegno dei leader mondiali in programmi come quello di alimentazione scolastica questi bambini saranno in grado di raggiungere il pieno potenziale e il mondo guadagnerà il massiccio fondo di capitale umano di cui ha bisogno.
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