L’allattamento al seno può fare la differenza tra la vita e la morte
Le emergenze, che siano disastri naturali o conflitti, strappano le persone alle loro famiglie, alla loro casa e alla vita di tutti i giorni. Le semplici attività quotidiane, che in precedenza apparivano scontate, diventano difficili.
Quello che già in circostanze normali è complicato, come l'allattamento al seno di un neonato, in queste situazioni può diventare quasi impossibile.
Nelle emergenze umanitarie, le famiglie vengono spesso private delle consuete fonti di approviggionamento, dal momento che sia il lavoro nei campi che i mercati smettono di funzionare. Una dieta diversificata e una fonte sicura di cibo sono essenziali per le madri che allattano, perché le loro esigenze nutrizionali aumentano mentre producono latte materno per i loro bambini. Se una madre non riceve la giusta alimentazione, la qualità nutrizionale del suo latte può risultare compromessa.
Quando le famiglie sono costrette ad abbandonare la propria casa, le madri vengono private dello spazio e della privacy per poter allattare. A ciò si aggiunge la complicazione dello stress e l'interruzione della routine quotidiana. Inoltre, in queste circostanze, vengono loro a mancare le reti di supporto e i servizi sanitari di cui disponevano in passato, in un momento in cui invece ne avrebbero particolarmente bisogno.
Ancora di più nelle situazioni di emergenza, l'allattamento al seno è cruciale per proteggere la vita dei neonati e permetterne la sopravvivenza. Gli anticorpi contenuti nel latte materno proteggono i neonati da malattie quali diarrea e polmonite — le due principali cause di decesso infantile in tutto il mondo. Nelle emergenze, dove l'igiene e l'ordine vengono in genere compromessi, i bambini diventano ancora più suscettibili a contrarre malattie e infezioni.
Le organizzazioni umanitarie hanno il dovere di impegnarsi per garantire alle madri l'opportunità, il sostegno e la nutrizione di cui hanno bisogno per iniziare e portare avanti l'allattamento al seno anche durante le emergenze.
Il World Food Programme dà la priorità ai gruppi più vulnerabili alla malnutrizione, in particolare le donne in gravidanza e in allattamento, i bambini sotto i 2 anni e le adolescenti. Nel 2018, il WFP ha fornito cibo ad alto contenuto energetico a 6,1 milioni di donne in gravidanza e in allattamento e ha assistito 9,7 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni per contrastare gli effetti della malnutrizione.
Il WFP promuove attivamente le pratiche di alimentazione dei neonati e dei più giovani, in special mondo quando sono vittime di una emergenza, attraverso sessioni di informazione e formazione rivolte alle comunità, per sensibilizzarle anche sull'importanza dell'allattamento al seno.
Molto più che semplice cibo
Nutrire il proprio figlio con una dieta al 100% a base di latte materno, nei primi sei mesi di vita, è fondamentale per la sopravvivenza e la salute del bambino. Questa pratica fornisce un'alimentazione essenziale e insostituibile per una crescita sana e per lo sviluppo del cervello. Gli effetti positivi si apprezzano anche sul lungo termine: recenti studi suggeriscono che l'allattamento al seno protegge dall'obesità e da malattie non trasmissibili, come ad esempio il diabete. I benefici dell'allattamento al seno si estendono anche alle madri, riducendo per loro il rischio di cancro al seno e alle ovaie e di soffrire di depressione postnatale.
Nonostante questi benefici, solo il 41,6% dei bambini nel mondo viene cresciuto esclusivamente con allattamento al seno nei primi sei mesi di vita. 800.000 bambini muoiono ogni anno perché non hanno potuto godere dell'allattamento oppure non sono stati allattati in maniera sufficiente.
Ci sono molte ragioni per cui le donne non possono allattare al seno: medico, psicologico o culturale. La buona riuscita dell'allattamento al seno non è responsabilità esclusiva della madre; è necessario anche il sostegno della famiglia, della comunità e della società nel suo insieme.
Allattamento al seno durante e dopo la crisi e per lo sviluppo
Il lavoro del WFP sostiene le donne che allattano sia in situazioni di emergenza che in quelle non di emergenza. In Colombia, ad esempio, dove le donne solitamente interrompono l'allattamento dopo meno di due mesi dalla nascita del proprio figlio ( l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l'allattamento esclusivo per almeno i primi sei mesi di vita del bambino), il WFP ha collaborato con il governo, l'organizzazione filantropica Fundación Éxito e la Lega per l'Allattamento Materno per creare un gruppo di volontari che supportino l'allattamento al seno, sensibilizzando sull'importanza di una corretta alimentazione infantile, compresa quella che prevede il latte materno attraverso l'allattamento.
Il WFP si assicura anche che la pratica dell'allattamento al seno venga considerato in altri programmi che non sono direttamente collegati alla nutrizione materna. Nel Sud Sudan, ad esempio, il programma di sviluppo ‘Contante in cambio di formazione', implementato nella capitale Juba, garantisce alle donne il tempo necessario per allattare e prendersi cura dei propri figli. Il WFP si impegna inoltre a creare un ambiente di lavoro favorevole alla pratica dell'allattamento al seno, a supporto del proprio staff e delle loro famiglie.
Un'alimentazione a base di latte materno prepara un bambino ad una vita in salute e di successo — ogni bambino merita di beneficiare dell'allattamento al seno. Purtroppo, per i meno fortunati, l'allattamento può determinare la possibilità di raggiungere o meno il primo anno di vita. L'obiettivo del WFP è assicurare che tutti i bambini abbiano questa opportunità.
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