Inverno in Afghanistan: donne e ragazze in prima linea. Si aggrava la fame
Con l'arrivo dell'inverno in tutto l'Afghanistan, arriva anche la paura. "Di solito c'è un picco di mortalità infantile tra dicembre e gennaio, quando le temperature crollano, e anche in un anno buono," spiega John Aylieff, Direttore WFP in Afghanistan.
"Quest'anno sarà devastante."
La malnutrizione è salita a livelli record dopo che la peggiore siccità degli ultimi decenni ha bruciato i raccolti di milioni di agricoltori. Inoltre, due gravi terremoti e i rimpatri forzati di migranti dal Pakistan e dall'Iran hanno aggravato la situazione del paese rispetto alla scarsità di cibo e alla povertà.
"Molte famiglie escluse dall'assistenza del WFP sono costrette a vendere le loro figlie in matrimoni precoci"
"C'è una siccità diffusa e le famiglie non hanno quasi nessuna scorta di cibo pronta per l'inverno", racconta Aylieff, che nelle ultime settimane ha visitato zone del Paese che saranno "tagliate fuori a causa delle nevicate per tutto l'inverno", inverno che in alcune zone dura sei mesi.
La perdita di raccolti ha colpito in modo particolare i coltivatori di grano che hanno bisogno della pioggia per i loro raccolti. Melograni, fichi, gelsi, meloni e angurie, che normalmente arrivavano sui mercati pakistani, sono rimasti vittime delle "basse falde acquifere" e della chiusura delle frontiere. "Un frutticoltore di Kandahar mi ha raccontato che ha perso il 90 per cento del suo reddito rispetto all'anno scorso", continua Aylieff.
"Abbiamo ora più di 17 milioni di persone in fase IPC 3 e oltre", secondo le cifre pubblicate oggi (16 dicembre). Si tratta dello stadio di Crisi, nella classificazione delle Fasi della sicurezza alimentare integrata (IPC), con un aumento di 3 milioni di persone rispetto ai 14,8 milioni dello scorso anno. "Parliamo di fame acuta per un afghano su tre, con 4,9 milioni di donne e bambini che, nei prossimi mesi, avranno bisogno di cure per la malnutrizione."
L'entità dei tagli ai finanziamenti significa che "questa è la prima volta in decenni che non ci sarà una risposta alimentare internazionale significativa mentre le temperature precipitano", aggiunge Aylieff.
Il WFP ha urgentemente bisogno di 468 milioni di dollari per fornire assistenza alimentare salvavita a 6 milioni di persone tra le più vulnerabili dell'Afghanistan.
In alcune comunità, il WFP ha "racimolato risorse per preposizionare alcune scorte di cibo prima che le nevicate blocchino le strade" perché "siamo finanziati solo al 12 per cento per l'inverno."
"Distribuivate nelle nostre comunità e ora non lo fate più", hanno ricordato ad Aylieff quando ha visitato le comunità sull'orlo del baratro, riferendosi ad un'altra ancora di salvezza che la gente ha perso: nel 2023 la carenza di fondi fece sì che il WFP tagliasse gli aiuti a 10 milioni di persone.
"Questo drammatico declino è assolutamente devastante perché l'assistenza alimentare è stata, in particolare dal 2021, lo strumento che ha evitato fame e malnutrizione. E ora quello strumento non c'è più, tolto nel modo più brutale."
Il 90 per cento delle famiglie a cui è stata tolta l'assistenza alimentare del WFP ha messo in atto "meccanismi di adattamento negativi e distruttivi": vendita di beni, strumenti, attrezzature agricole e altri beni produttivi. "Quando la fame aumenta e l'assistenza viene tagliata, cresce il lavoro minorile", ricorda Aylieff, con molte famiglie che ritirano i figli dalla scuola.
"L'impatto sulle donne è terribile", con l'impensabile che diventa sempre più comune, dato che le famiglie tagliate fuori dall'assistenza del WFP sono "costrette a vendere le loro figlie in matrimoni precoci."
Negli altipiani centrali, ogni anno la strada per raggiungere le cliniche, dove le donne incinte, le madri e i bambini sotto i cinque anni possono ricevere un'alimentazione vitale, è praticamente ricoperta dalla neve. Non c'è speranza di arrivarci a piedi in tre o cinque ore - un viaggio che alcuni intraprendono, con tempo migliore, solo per sentirsi dire: "Mi dispiace, non c'è più cibo questo mese - il World Food Programme è sottofinanziato. Non possiamo assistere lei o suo figlio", dice Aylieff.
"È inaccettabile, ma succede in tutto il paese. Non abbiamo abbastanza soldi per nutrire nemmeno i malnutriti. E sappiamo tutti cosa succede a un bambino malnutrito, o a una madre incinta malnutrita, senza cure".
Aylieff aggiunge: "Possiamo sì dare priorità, iper-priorità - tutte le cose che ci vengono richieste. Ma quando si va in una comunità e si riesce a sfamare solo il 10 per cento di coloro che hanno bisogno di assistenza, è devastante. È devastante per noi, ma è ovviamente infinitamente peggio per la popolazione, in particolare per le donne e i bambini".
Nel 2011 è stata istituita una hotline del WFP per consentire alle persone di segnalare problemi, fornire feedback e accedere alle informazioni in modo trasparente e sicuro. "Qualche settimana fa ha chiamato la nostra hotline una madre che diceva di volersi togliere la vita", racconta Aylieff. "Quando la situazione alimentare si è fatta più difficile, suo marito è diventato più violento. Hanno dovuto vendere la figlia di 12 anni a un uomo di 40 anni, noto per la sua dipendenza dalla droga, solo per mettere del cibo sulla tavola."
Le chiamate delle donne afghane che minacciano di suicidarsi sono in aumento. "Queste sono le donne a cui il mondo ha promesso una solidarietà incrollabile. Quelle stesse donne stanno vedendo i loro figli soccombere alla fame quest'anno."
L'impennata della malnutrizione tra le donne in gravidanza e in allattamento è senza precedenti: il 30 per cento in più di ricoveri rispetto all'anno scorso. "Ciò suggerisce che le madri stanno sacrificando la propria alimentazione per sfamare i figli nelle famiglie colpite da tagli, da siccità e da perdita delle rimesse."
"A differenza di molti altri contesti in cui opera il WFP, l'accesso - per quanto riguarda le autorizzazioni - non è un problema".
"Il WFP fornisce cibo attraverso circa 4.000-6.000 centri di distribuzione - le donne afghane hanno accesso al 95 per cento di essi", dice Aylieff. I Talebani non impediscono alle donne di accedere all'assistenza alimentare del WFP".
"Anche le donne scelgono di venire [ai centri di distribuzione]. Ci concentriamo molto sulle vedove con bambini. Il 98 per cento di loro sceglie di venire personalmente a prendere gli aiuti. Altre volte, alcune mandano un sostituto."
Aylieff prosegue: "Lo spazio per le donne in generale si sta riducendo - lavoro, istruzione, personale umanitario femminile - ma il nostro personale femminile è ancora in prima linea, così come il personale femminile delle ONG."
In un paese in cui molti dipendono dal denaro inviato a casa dai parenti che lavorano all'estero, le implicazioni del fatto che Iran e Pakistan costringano i lavoratori migranti a tornare indietro sono terribili.
"Circa 2,5 milioni di persone sono state costrette ad attraversare il confine solo da gennaio, e negli ultimi due anni sono circa 4,8 milioni - circa il 10 per cento della popolazione", dice Aylieff. "Ve lo immaginate? Un paese che improvvisamente ha il 10 per cento in più di persone da sfamare". Le rimesse erano un'ancora di salvezza per le famiglie più povere, e sono sparite in un colpo solo".
In termini di donazioni, il WFP sta cercando tutto l'aiuto possibile.
"Parliamo con i donatori tradizionali che stanno facendo tutto il possibile", spiega Aylieff. "Si stanno impegnando, ma possono arrivare solo fino a un certo punto. Noi ci rivolgiamo a chiunque: individui con un alto patrimonio, fondazioni, donatori che magari in passato non hanno mai pensato di sostenere l'Afghanistan. Questo è il momento di maggior bisogno per il popolo afghano. I donatori hanno lavorato con il WFP per salvare innumerevoli vite per decenni, soprattutto in periodi come l'inverno, quando la fame raggiunge il suo picco. Ora c'è così poco da distribuire".
Visitando le comunità degli Altipiani centrali, Aylieff racconta di aver chiesto alle persone cosa faranno, con l'inverno alle porte."Onestamente, non lo sappiamo", è stata la risposta.
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