Il WFP, io e il mio lavoro... gli umanitari che migliorano le vite degli altri
Nell'ultimo anno, la nostra serie "Il WFP, io e il mio lavoro" ha presentato la vita di diversi membri dello staff del WFP, donne e uomini, umanitari impegnati in prima linea, per scoprire cosa li motiva a fare questo lavoro a fianco dei più vulnerabili e gettare una luce sulle loro vite, dentro e fuori il WFP.
Molti sono cresciuti negli stessi paesi in cui ora lavorano 24 ore su 24 per salvare vite e, attraverso progetti di sviluppo del World Food Programme, migliorarle.
Nel mondo, oggi, ci sono 345 milioni di persone - cifra record - in 82 paesi che affrontano una grave insicurezza alimentare, mentre fino a 50 milioni di persone in 45 paesi sono ad un passo della carestia e rischiano di precipitarvi se non ricevono assistenza. Qui di seguito presentiamo le vite di alcuni tra gli oltre 20.000 operatori umanitari del WFP, donne e uomini, che rendono possibili sia le nostre risposte alle emergenze che i progetti di rafforzamento della resilienza.
Palestina: ‘Ogni ragazza ha accesso all'istruzione’
Nihal Nassereddin è palestinese e si occupa di tecnologia alimentare, come per esempio trovare soluzioni creative per comunicare importanti informazioni nutrizionali a donne e ragazze a Gaza e in Cisgiordania.
"Avevamo un gruppo di donne che erano incinte o che allattavano, e/o avevano bambini sotto i 5 anni, che vivevano in una delle aree più controllate della Cisgiordania", racconta Nihal. "Per comunicare con loro, abbiamo sviluppato un gruppo WhatsApp e abbiamo iniziato a contattarle quotidianamente, per parlare di nutrizione o sicurezza alimentare e di come mantenere l'igiene quando cucinano". Per saperne di più.
Bhutan: I pasti a scuola non fanno che migliorare
È cresciuto con i pasti scolastici del WFP nelle zone rurali del Bhutan. Ora Udaya Sharma, esperto di Information Technology, sta aiutando a migliorare il programma di alimentazione scolastica attraverso un sistema pluripremiato che calcola i pasti del WFP più nutrienti, convenienti e di provenienza locale per le 650 scuole del Bhutan. “Portiamo un vero cambiamento nella vita delle persone che stiamo assistendo, si vede chiaramente”, dice Udaya. Per saperne di più.
Madagascar: Un tocco magico con le persone
La specialista in Comunicazione Volana Rarivoson pensa che lavorare per porre fine alla fame sia una "avventura straordinaria".
“La maggior soddisfazione arriva quando, parlando con le persone vulnerabili, capisco di essere riuscita a "connettermi" con loro e in questo modo diventano più aperti, hanno più fiducia. Non è facile parlare con i beneficiari, soprattutto quando non si parla la loro lingua locale. Sentire che hanno fiducia in te è un grande risultato. Il colloquio deve essere più simile a una conversazione tra amici che a un colloquio con beneficiari, e, in quel momento, diventa magica". Per saperne di più.
Siria: L'uomo delle mappe
Dimitris Karakostis ha fondato il team geospaziale del WFP in Siria. Il team utilizza le tecnologie spaziali per monitorare gli incendi, il livello delle acque dei fiumi e, anche, ad aiutare il personale ad accedere a informazioni vitali sulle comunità vulnerabili a centinaia di chilometri di distanza. Come umanitario, dice: "Ho trovato uno scopo e un significato nel lavorare per un mondo migliore".
Aggiunge: “Ho una lunga lista di frasi che mi piace usare e ripetere in diversi momenti della mia vita. Ma ce ne sono due che uso parecchio. Una è abbastanza semplice: 'Pensa positivo'. Credo che serva a far scattare qualcosa nella mia mente che mi spinge a fare passi avanti sempre diversi". Per saperne di più.
Sud Sudan: ‘Sono felice, tutti i giorni’
Dal Pakistan al Sud Sudan, Ume Kalsoom vive di sfide.
In tutto il Sud Sudan, che soffre una crisi alimentare, Ume, di nazionalità pakistana, lavora per controllare che il cibo del WFP soddisfi i requisiti di sicurezza e di qualità alimentare. Il WFP "tira fuori il meglio di te", dice Ume, aggiungendo, "tutto inizia come una sfida e finisce con i risultati portati a termine". Per saperne di più.
Etiopia: ‘La forza di mia madre e delle altre donne’
Nella sua terra natale, l'Etiopia, e a Roma, Betelhem Endalkachew, ingegnera del WFP, lavora a progetti di ampio raggio finalizzati a migliorare la sicurezza e le operazioni dell'agenzia. Il segreto del suo successo è ispirarsi a donne forti come sua madre.
"Ho frequentato l'università nella regione del Tigray in Etiopia", dice Betty. "C'è una grave crisi lì dopo mesi di conflitto. È orribile vedere cosa sta succedendo. Allo stesso tempo, sono orgogliosa del lavoro instancabile del WFP per fornire supporto alla comunità locale”. Per saperne di più.