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Acqua: un elemento chiave per la vita e la sicurezza alimentare mondiale

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell'Acqua. Marco Cavalcante e Michela Carucci scrivono di quanto, come e perché l'acqua sia fondamentale per la vita e per la sicurezza alimentare.
, Marco Cavalcante e Michela Carucci
woman water onion field with watering cans
Louda, Burkina Faso. Una agricoltrice innaffia piante di cipolla dell'orto comunitario. Foto: WFP/Cheick Omar Bandaogo

Arthur C. Clarke, autore di fantascienza e inventore britannico, una volta osservò: “Quanto è inappropriato chiamare questo pianeta Terra quando è chiaramente Oceano”. L’acqua copre, infatti,il 70 per cento della superficie terrestre rendendo la Terra un ecosistema perfetto per la vita.

Il mare, principale fonte di acqua salata, rappresenta da solo il 97,5 per cento di tutta l'acqua sulla Terra. Oggi, 8 miliardi di persone fanno affidamento sullo 0,75 per cento di acqua (dolce) disponibile, che si trova principalmente nelle falde acquifere, per il 72 per cento destinata ad uso agricolo.

Lo stress idrico globale è  una delle grandi sfide di questi anni, ed è strettamente legato alla sicurezza alimentare mondiale. Sono 828 milioni le persone che, in un pianeta sempre più fragile, soffrono la fame cronica, mentre 345 milioni patiscono una grave insicurezza alimentare. La maggior parte di loro vive in ambienti aridi in cui la disponibilità di acqua è limitata, o in aree in cui l'acqua è sufficiente per coprire i bisogni della popolazione ma la qualità e l'accesso sono spesso compromessi. La scarsa produzione agricola dovuta a forniture idriche insufficienti può esacerbare i conflitti e innescare tensioni sociali nelle comunità già sotto stress idrico.

Oggi, sono circa due miliardi le persone che vivono in territori a rischio  desertificazione, e si stima che circa 50 milioni di persone potrebbero migrare a causa degli  effetti della scarsità di acqua per uso agricolo e domestico entro il 2030. Un dato critico, ed allarmante, frequentemente ignorato nel dibattito pubblico sull’acqua, è quello sulla qualità biologica del suolo: il 25-40 per cento del suolo globale è, infatti, degradato, che significa compromettere la capacità di trattenere e assorbire l’acqua, influenzando quindi la disponibilità totale di acqua dolce per uso agricolo e quindi la sicurezza alimentare mondiale.

Il cambiamento climatico sta accelerando il problema dello stress idrico e dell’insicurezza alimentare, aumentando la frequenza e la gravità di eventi estremi legati all'acqua come inondazioni ed episodi di siccità. Solo nell'ultimo decennio, 1,7 miliardi di persone sono state colpite da eventi meteorologici estremi e disastri dovuti al clima, i cui impatti peggiori si sono verificati in Africa subsahariana e  in alcune regioni del Medio Oriente, macroregioni dove si concentrano le principali crisi umanitarie. 

I progressi tecnologici nel settore dell’agricoltura di precisione sono sicuramente incoraggianti, ma difficilmente adottabili su larga scala nel breve/medio termine nella maggior parte dei territori ed ecosistemi vulnerabili dell’Africa Subsahariana e alcune regioni del Medio Oriente.

E quindi? Quali  alternative ci rimangono, a costi  relativamente limitati? Principalmente due, e sono le attività di mitigazione e di adattamento. Le misure di mitigazione sono quelle azioni intraprese per ridurre e frenare le emissioni di gas serra, mentre quelle di adattamento si basano sulla riduzione della vulnerabilità agli effetti dei cambiamenti climatici. La mitigazione, quindi, si occupa delle cause del cambiamento climatico, mentre l'adattamento affronta i suoi impatti.

Oltre ad essere in prima linea nella risposta a tutte quelle emergenze dovute ai disastri ambientali come siccità e inondazioni, il WFP promuove, in collaborazione con i governi locali e partner, un pacchetto integrato di attività per rafforzare la resilienza delle comunità già esposte ad una serie di vulnerabilità socio-economiche e climatiche.

Nel 2021, 8,7 milioni di persone in 49 paesi hanno ricevuto assistenza alimentare del WFP in cambio di beni strumentali:  si tratta, per esempio, di promuovere la conservazione e la gestione del suolo e dell’acqua, lo sviluppo o la riabilitazione di canali di irrigazione, dighe, stagni e pozzi, così come la creazione di barriere contro le inondazioni.

Dal 2014, il WFP ha sostenuto la creazione e la riabilitazione di 110.000 strutture per raccogliere l’acqua, 28.000 km di canali e sistemi di irrigazione e 1,6 milioni di ettari di terreno sono stati riqualificati. I vantaggi sono netti: per ogni dollaro speso per costruire e rafforzare le barriere contro le inondazioni si “risparmiano” 4 dollari che andrebbero altrimenti spesi in attività di ricostruzione. Nel 2022, il WFP e partner hanno inoltre fornito protezione assicurativa a circa 3,8 milioni di persone i cui mezzi di sostentamento dipendono principalmente da un'agricoltura pluviale di sussistenza.

L'acqua e la sicurezza alimentare sono indissolubilmente legate. La disponibilità e la quantità diacqua, sia per uso agricolo che per il consumo domestico, influenzano la produzione alimentare e lo stato nutrizionale delle persone, quindi la salute. Garantire che tutte le persone abbiano accesso a fonti di acqua sicure e a cibo nutriente richiede un approccio integrato che coinvolga governi, organizzazioni internazionali, imprese e la società civile.

Bisogna che l’acqua continui ad essere un’alleata fondamentale per l’uomo e non una minaccia per milioni di piccoli agricoltori. Acqua e cibo, due elementi fondamentali per la nostra esistenza, a cui dovremmo prestare più attenzione. Ne va della nostra vita, dopotutto. 

L'articolo è uscito su La Stampa, 21 marzo 2023

Marco Cavalcante è  Direttore per la Coordinazione Strategica, Dipartimento Programmi e Sviluppo delle Politiche del WFP.

Michela Carucci, funzionaria esperta di programmi di resilienza e sviluppo del WFP. 

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