WFP fornisce ai bambini della Cisgiordania barrette di datteri prodotte a Gaza
Il WFP sta inviando in Cisgiordania più di un milione di barrette di datteri prodotte nella Striscia di Gaza; è il secondo lotto di snack per la scuola, prodotti localmente, che il WFP invia in questa zona particolarmente povera. Circa 75.000 bambini in età scolare potranno beneficiare delle 76 tonnellate di barrette di datteri fortificate, arrivate con il carico di questa settimana, grazie ai progetti di alimentazione scolastica del WFP attivi in circa 300 scuole nelle zone a più forte insicurezza alimentare della Cisgiordania.
L’assistenza umanitaria del WFP garantisce un legame economico vitale tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, mentre il cibo prodotto localmente consente di rafforzare le misure di protezione sociale per i palestinesi più vulnerabili. Il settore industriale della Striscia di Gaza ha, infatti, poche possibilità di esportare il cibo.
“Negli ultimi tre anni, il WFP ha investito più di 80 milioni di dollari in acquisti locali nei Territori Palestinesi ed ha fornito voucher elettronici per l’acquisto di cibo per un valore di oltre 18 milioni di dollari, che le famiglie possono spendere nei negozi locali”, ha detto Pablo Recalde, Direttore del WFP nei Territori Palestinesi Occupati. “Le reti di protezione sociale, offerte grazie ai pasti scolastici e ai voucher per l’acquisto di cibo, possono rappresentare un pilastro per lo sviluppo economico. Si tratta di un progresso nella nostra collaborazione con i palestinesi per collegare reti di protezione sociale e attività economica”, ha aggiunto.
In passato, il WFP comprava le barrette di datteri per i programmi di alimentazione scolastica in Egitto o in Turchia, fino a che non ha identificato una fabbrica locale nella Striscia di Gaza. Gli acquisti del WFP rappresentano più del 50 per cento della produzione della fabbrica che ha potuto assumere 40 nuovi impiegati grazie alle commesse del WFP.
Circa metà della popolazione della Striscia di Gaza vive in una situazione di insicurezza alimentare. Le restrizioni poste al movimento delle persone, al commercio e agli investimenti, hanno causato alti tassi di disoccupazione e una forte diminuzione del potere d’acquisto, che impediscono a molte persone di soddisfare i propri bisogni essenziali.