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WFP costretto a ridurre ulteriormente l'assistenza alimentare ai rifugiati siriani per mancanza di fondi

WFP costretto a ridurre ulteriormente l'assistenza alimentare ai rifugiati siriani per mancanza di fondi
Una grave mancanza di fondi costringe il WFP a ridurre ancora una volta l'assistenza alimentare ai rifugiati siriani, in Libano e in Giordania.

AMMAN – Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) è costretto a ridurre ulteriormente l’assistenza alimentare ai rifugiati siriani vulnerabili, in Libano e in Giordania, a causa di una grave mancanza di fondi.

“Proprio quando pensavamo che le cose non potessero andare peggio, ci troviamo costretti, ancora una volta, a fare ulteriori tagli”, ha detto Muhannad Hadi, Direttore Regionale WFP per il Medio Oriente, il Nord Africa, l’Asia Centrale e l’Europa dell’Est. “I rifugiati avevano già problemi a far quadrare i conti con quel poco che ricevevano”.

A luglio, in Libano, il WFP dimezzerà il valore dei buoni alimentari, o carte elettroniche, fornendo solo 13,50 dollari a persona al mese. In Giordania, il WFP teme che, se non riceverà fondi entro agosto, dovrà sospendere tutta l’assistenza ai rifugiati siriani che vivono fuori dai campi, lasciando circa 440.000 persone senza cibo.

Il WFP è finanziato interamente con contributi di governi, del settore privato e di individui. Tuttavia, l’operazione regionale di assistenza ai rifugiati è al momento sotto finanziata per l’81 per cento. Servono 139 milioni di dollari per continuare ad aiutare rifugiati siriani in difficoltà, in Giordania, Libano, Egitto, Turchia e Iraq, fino a settembre.

Dall’inizio dell’anno, il WFP ha cercato di usare oculatamente i fondi disponibili per assicurare la continuità dell’assistenza alle famiglie più bisognose. Le limitate risorse, tuttavia, hanno costretto il WFP già in passato a ridurre l’assistenza a 1,6 milioni di rifugiati siriani nei cinque paesi.
Le riduzioni nell’assistenza colpiscono i rifugiati siriani mentre celebrano il Ramadan ancora una volta lontano dalle proprie case e dai propri cari, per la quinta volta dall’inizio del conflitto in Siria.

“Siamo estremamente preoccupati dell’impatto che questi tagli avranno sui rifugiati e sui paesi che li ospitano”, ha aggiunto Hadi. “Le famiglie stanno facendo ricorso a delle misure estreme per farvi fronte, come ritirare i bambini da scuola, saltare pasti o indebitarsi per sopravvivere. Gli effetti a lungo termine potrebbero essere devastanti”.
Da quando è scoppiato il conflitto in Siria nel 2011, il WFP è riuscito, nonostante i combattimenti e i problemi di accesso, a rispondere ai bisogni alimentari di milioni di sfollati in Siria e di circa 2 milioni di rifugiati nei paesi vicini: Libano, Giordania, Turchia, Iraq ed Egitto.

Nel 2014, il WFP ha ricevuto complessivamente 5,38 miliardi di dollari in contributi, il 27 per cento in più rispetto al 2013. Ciò si deve al numero senza precedenti di emergenze verificatesi in diversi luoghi, tra cui la Siria, l’Iraq, il Sud Sudan e i paesi dell’Africa occidentale colpiti da Ebola. Tuttavia, i bisogni continuano ad aumentare, superando i fondi disponibili.

Seguici su Twitter: @WFP_IT , Facebook:  World Food Programme

Per ulteriori informazioni: Vichi De Marchi, Portavoce per l’Italia, WFP/Roma, Tel.: +39 06 6513 2058, vichi.demarchi@wfp.org