WFP costretto a ridurre l’assistenza alimentare in Repubblica Democratica del Congo
Per continuare le sue operazioni in RDC nei prossimi sei mesi, il WFP – interamente finanziato da contributi volontari – ha urgente bisogno di 75 milioni di dollari.
Negli ultimi sei mesi, la carenza di fondi ha costretto il WFP a dimezzare le razioni distribuite agli sfollati nella provincia del Nord Kivu, in una regione che vede un deteriorarsi complessivo della sicurezza alimentare. Infatti, secondo un recente sondaggio condotto congiuntamente dal governo provinciale del Nord Kivu e dal WFP, sei famiglie su dieci sono a rischio insicurezza alimentare, contro le tre su dieci di due anni fa.
Nel Nord e Sud Kivu e nella provincia Orientale, circa 500.000 sfollati a rischio insicurezza alimentare subiranno gli effetti dei tagli ai finanziamenti. Anche la fornitura di pasti caldi giornalieri per migliaia di studenti è a rischio, cosi come il supporto nutrizionale a circa 180.000 bambini malnutriti, donne incinte e madri che allattano in tutto il paese.
“Siamo molto preoccupati per la sorte di migliaia di persone che dipendono dagli aiuti alimentari del WFP”, ha dichiarato Martin Ohlsen, Rappresentante del WFP in RDC. “In un momento in cui il governo congolese e la comunità internazionale stanno intensificando gli sforzi per stabilizzare la regione orientale della RDC, una sospensione o anche solo una riduzione nell’assistenza umanitaria potrebbe compromettere seriamente il nostro investimento a lungo termine per migliorare la sicurezza alimentare, ripristinare i mezzi di sussistenza, costruire e rafforzare la resilienza”.
“Gli enormi bisogni nelle Filippine e in Siria rischiano di soffocare le grida di aiuto di persone che vivono in paesi del mondo con minore visibilità”, ha aggiunto Ohlsen, sottolineando la necessità di un finanziamento nei prossimi mesi.
Nel frattempo, vi è una crescente consapevolezza sui rischi di violenze sessuali nelle zone di conflitto e il WFP sta lavorando a stretto contatto con i suoi partner per garantire che vengano adottate tutte le misure possibili per proteggere le donne della Repubblica Democratica del Congo, paese in cui lo stupro e altre violenze contro le donne sono all’ordine del giorno. I siti nei quali avvengono le distribuzioni alimentari vengono scelti in stretta consultazione con le donne al fine di limitare la loro esposizione agli attacchi e, dove è possibile, vengono utilizzati voucher elettronici o “denaro via cellulare” per acquistare cibo riducendo, in questo modo, al minimo la conflittualità tra beneficiari del programma e comunità che li ospitano.
In Repubblica Democratica del Congo, un bambino su dieci soffre di malnutrizione acuta e 6.3 milioni di persone combattono contro la fame e hanno bisogno di assistenza alimentare. Attualmente, la RDC conta 2,7 milioni di sfollati.