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Soccorsi e aiuti alimentari con gli elicotteri del PAM alle vittime delle inondazioni in Mozambico

Caia, Mozambico, 15-02-07 (comunicato stampa) - Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM) ha annunciato che un proprio elicottero sta effettuando operazioni di soccorso e consegna alimentare nel Mozambico centrale dove la peggior alluvione degli ultimi anni ha costretto circa 85.000 persone ad abbandonare le proprie case.

Un elicottero Mi-8, noleggiato dal PAM, in volo dalla città di Caia e coordinato dall’Istituto nazionale governativo per la gestione dei disastri (INGC), ha consegnato 2,5 tonnellate di cibo del PAM il 14 febbraio destinandole a un centro di prima accoglienza per le persone in fuga dalle inondazioni, situato a Shamrrucha.

L’elicottero ha anche iniziato ieri operazioni di soccorso nell’isola di Cocorico, dove 120 persone erano intrappolate dalle acque. Oggi l’Mi-8 continua la consegna del cibo dalla base di Caia.

Il PAM e i suoi partner hanno iniziato la distribuzione di aiuti alimentari questa settimana assistendo 2.000 persone nei centri di prima accoglienza nel distretto di Caia e 6.100 nel distretto di Matarara, nella provincia di Tete.

Circa 10.000 litri di carburante per l’elicottero sono arrivati oggi a Caia via terra.

Forti piogge nel Mozambico centrale e settentrionale e nei vicini Malawi, Zambia e Zimbabwe, nell’ultimo mese, hanno fatto straripare i fiumi Zambezi, Chire e Rivubue inondando le province di Tete, Manica, Sofala e Zambezia. Il Basso Zambesi, in Mozambico, ha superato i livelli di guardia lungo un percorso di 800 chilometri. Le acque nei distretti di Mutarara, Caia e Marromeu stanno raggiungendo livelli vicini a quelli registrati durante le catastrofiche inondazioni del Mozambico nel 2001.

Complessivamente, circa 10.000 persone colpite dalle inondazioni nella valle dello Zambesi hanno ricevuto il cibo del PAM.

I rappresentanti di INGC, ieri, hanno detto che la situazione è sotto controllo, ma le condizioni potrebbero peggiorare nelle prossime settimane considerando che manca ancora un mese alla fine della stagione delle piogge e che continuano insistenti le piogge nei vicini Zambia e Malawi. INGC riferisce che l’inondazione ha creato 85.000 sfollati di cui 29.000 alloggiati nei centri di prima accoglienza.

Il Basso Zambezi continua a ricevere le acque piovane dei paesi vicini come lo Zambia, attraverso i suoi affluenti. Ieri la diga di Cahora Bassa, nella provincia di Tete, ha ridotto il deflusso delle acque portandolo a 6.000 metri cubi al secondo in confronto agli 8.400 del weekend. L’immissione nella diga era di 10.000 metri cubi al secondo la scorsa settimana, ma poi il deflusso è stato ridotto anche per proteggere i villaggi a valle.

Se il governo riuscirà a controllare le acque in uscita dalla diga e vi sarà una riduzione delle piogge nei paesi vicini, si potrà evitare un’inondazione simile a quella del 2001. Il governo del Mozambico ha utilizzato i militari per evacuare la popolazione dalle aree maggiormente colpite anche se alcuni abitanti si sono rifiutati di abbandonare le proprie case, i campi e il bestiame. L’INGC sta utilizzando anche una dozzina di barche per trasportare le persone nelle zone sopraelevate del distretto di Caia.

Il PAM e altre agenzie umanitarie presenti nel paese lanceranno presto un appello per sostenere gli sforzi del governo del Mozambico per contenere la crisi. La parte dell’appello riguardante il PAM comprenderà aiuti alimentari, operazioni aeree per il soccorso e la consegna di aiuti di prima emergenza oltre che aiuti nelle telecomunicazioni per facilitare il coordinamento governativo della risposta umanitaria.

Nel peggiore dei casi, L’INGC stima in 285.000 le persone che in Mozambico potrebbero avere bisogno di cibo e altre forme di assistenza nei prossimi mesi.

Circa 40.000 ettari di coltivazioni sono andate perse in Mozambico a causa delle inondazioni. Le coltivazioni attualmente sono nel pieno della crescita prima della stagione del raccolto tra aprile e maggio.

Quest’anno le inondazioni hanno colpito anche Angola, Madagascar, Malawi, Zambia e Zimbabwe. Il PAM si è attivato in tutta la regione ma si trova a fronteggiare una grande scarsità di fondi per tutte le proprie operazioni nell’Africa Australe, che ammonta a 105 milioni di $ per tutto il 2007.