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Quest’anno la Giornata Mondiale del Rifugiato segnata da nuove crisi umanitarie

Quest’anno la Giornata Mondiale del Rifugiato segnata da nuove crisi umanitarie
ROMA – Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) si appresta a celebrare – domani 20 giugno – un’altra triste Giornata Mondiale del Rifugiato. Le recenti violenze in Iraq hanno costretto mezzo milione di persone ad abbandonare le proprie case. Si tratta di persone che si aggiungono ai 45,2 milioni di sfollati in tutto il mondo – secondo l’agenzia ONU per i rifugiati, UNHCR.

“Il mondo sta già affrontando tre crisi di proporzioni devastanti che hanno trasformato milioni di studenti, agricoltori e commercianti in rifugiati”, ha dichiarato il Direttore Esecutivo del WFP, Ertharin Cousin, il giorno dopo la sua visita al campo rifugiati di Zaatari in Giordania. “Con la ripresa delle violenze in Iraq, il mondo deve ricordare che conflitti come quelli in Iraq, Siria, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana non solo distruggono la vita di coloro che fuggono, ma gravano anche sulle risorse, spesso limitate, delle comunità che li accolgono. La Giornata del Rifugiato ci offre un’altra occasione per ricordare al mondo queste sfide”.

Cousin ha visitato il campo di Zaatari per ascoltare alcune delle storie delle 85.000 persone che vivono lì, ancora in attesa della fine delle violenze in Siria.

Lavorando insieme all’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite e ad altri partner, nel 2013 il WFP ha assistito 4,2 milioni di rifugiati e 8,9 milioni di sfollati in tutto il mondo. La maggior parte di questi sfollati e rifugiati è vittima delle crisi in corso in Siria, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana.

“I nuovi sfollati si aggiungono a quelli già costretti a fuggire dalle proprie case a causa di conflitti o calamità naturali. A tutti loro voglio dire che non devono sentirsi soli e abbandonati. Nessun rifugiato dovrà sentirsi dimenticato. Insieme ai nostri colleghi di UNHCR, alle organizzazioni partner e ai governi donatori di tutto il mondo, stiamo rispondendo in maniera puntuale ai loro bisogni urgenti e di stabilità”.

Rifugiati in fuga dalla Siria
Ad oggi, più di 2,7 milioni di siriani si sono rifugiati in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia. Per provvedere ai bisogni della propria famiglia, ogni rifugiato si trova a dover affrontare difficoltà sempre maggiori. Uno dei modi in cui il WFP cerca di alleviare il fardello che grava sia sui rifugiati che sulle comunità ospitanti è quello di fornire buoni alimentari che permettono di acquistare cibo nei negozi locali. Per Rana El-Boqaa, rifugiata siriana in Egitto e madre di quattro figli, i buoni permettono di far fronte ai bisogni alimentari primari: “Non dobbiamo preoccuparci di risparmiare soldi per comprare il cibo. Qualunque sia l’ammontare del denaro che riusciamo a procurarci, sappiamo che potremo spenderlo per comprare altri beni di prima necessità, come ad esempio le medicine”.

Carenze di fondi per il Sud Sudan
Nonostante il deficit di 475 milioni di dollari nei fondi destinati alle operazioni di emergenza in Sud Sudan per i prossimi sei mesi, il WFP fornisce assistenza salvavita a più di un milione tra sfollati e persone che vivono in aree isolate del paese difficili da raggiungere. Tra questi c’è Achuol Yaae, costretta a fuggire dalla propria casa insieme ai quattro figli quando sono scoppiate le violenze. Dopo cinque giorni di cammino, Achuol e i figli hanno raggiunto Mingkaman, sul ​​Nilo Bianco, dove il WFP e le organizzazioni partner forniscono cibo e assistenza. “Il WFP ci sta dando cibo, e questo è molto importante, ma per quanto tempo ancora potrà continuare a farlo?” si chiede Achuol. “Quello che vogliamo è la pace, così da poter tornare alle nostre case, seminare il raccolto e dare ai nostri figli la possibilità di bere latte”.

Crisi in Repubblica Centrafricana
Esplose a dicembre 2013, le violenze in Repubblica Centrafricana continuano a causare la fuga di un numero sempre maggiore di persone. Più di 226.000 persone si sono rifugiate nei vicini Camerun, Ciad, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica del Congo. Ogni settimana almeno 2.000 centrafricani fuggono dal paese per raggiungere il Camerun. Questi si aggiungono agli oltre 100.000 che sono già lì. Arrivano esausti, affamati, spesso malati e, purtroppo, troppo spesso senza tanti familiari che non sono sopravvissuti al viaggio. Molti dei rifugiati devono combattere contro gli effetti potenzialmente letali della malnutrizione. Fino al 30 per cento dei bambini che arrivano, infatti, soffre di malnutrizione acuta. Il WFP distribuisce speciali prodotti nutrienti a tutti i bambini sotto i cinque anni.