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Preoccupazione del WFP per la sparizione dei membri del proprio staff in Sud Sudan. Allarme per l'impatto sulla fame delle peggiori condizioni di sicurezza

JUBA/ROMA – Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) è molto preoccupato sul destino di tre operatori umanitari di cui si sono perse le tracce, nello stato dell’Alto Nilo in Sud Sudan, all’inizio di questo mese.

“Siamo estremamente preoccupati per il destino dei nostri colleghi scomparsi e stiamo lavorando senza sosta affinché ritornino sani e salvi”, ha detto Ertharin Cousin, Direttrice Esecutiva del WFP. “Il nostro staff affronta enormi rischi ogni giorno per portare aiuto vitale alle persone che ne hanno un disperato bisogno”. 

I tre operatori umanitari del WFP sono scomparsi il 1 aprile mentre erano diretti ad un centro di distribuzione di cibo. Viaggiavano in un convoglio partito da Malakal e diretto a Melut, con cibo per migliaia di persone colpite dal conflitto quando, secondo testimoni, è scoppiato un combattimento tra le diverse comunità locali lungo la strada che stavano percorrendo. Il WFP ha perso contatto con i tre uomini e da allora non ha più avuto notizie, nonostante gli intensi sforzi per ritrovarli. 

La sparizione si situa in un clima generale di deterioramento della sicurezza e di aumento di molestie a danno di operatori umanitari in tutto il paese. Il WFP teme che il peggioramento della sicurezza in alcune parti del Sud Sudan renderà più difficile per le agenzie umanitarie raggiungere le comunità colpite dal conflitto e che hanno un urgente bisogno di assistenza, proprio quando la stagione del non raccolto sta per cominciare. 

“Siamo altrettanto preoccupati per il benessere di persone innocenti, specialmente donne e bambini che subiscono le conseguenze di questo conflitto”, ha aggiunto Cousin. “Lavoriamo con impegno per assistere la popolazione del Sud Sudan nel miglior modo possibile, ma non possiamo svolgere il nostro lavoro che salva delle vite senza che le autorità locali e nazionali dimostrino la volontà e la capacità di salvaguardare lo staff umanitario”. 

In ragione delle crescenti preoccupazioni per la sicurezza del proprio personale, il WFP sta riconsiderando le proprie capacità di operare in alcune parti dello stato dell’Alto Nilo. L’agenzia prevede di ridurre temporaneamente le proprie operazioni nelle aree in cui ritiene non sia possibile lavorare in condizioni di sicurezza.

“Siamo rammaricati per il fatto di dover sospendere temporaneamente l’assistenza nelle contee di Akoka e Fashoda”, ha detto Eddie Rowe, Vice-Direttore WFP nel paese, da Juba. “Speriamo di poterla ripristinare non appena avremo le necessarie garanzie circa la sicurezza delle condizioni di lavoro del nostro personale e dei nostri partner”. 

L’agenzia sta lavorando con le autorità a Juba, Malakal e Akoka per ottenere informazioni sulla localizzazione dei tre membri del suo personale, per ora senza esito.

Le Nazioni Unite sostengono che 10 operatori umanitari sono stati uccisi nello stato dell’Alto Nilo dall’inizio del conflitto in Sud Sudan più di 16 mesi fa.

Un altro operatore umanitario del WFP, Mark Diang, è stato rapito sotto la minaccia delle armi nell’ottobre 2014 all’aeroporto di Malakal, capitale dello stato dell’alto Nilo, e da allora di lui non si hanno più notizie. Il WFP è seriamente preoccupato per la sua sicurezza e continua a tenere contatti con il governo a riguardo.

In Sud Sudan, 2,5 milioni di persone hanno iniziato l’anno senza certezze sulla continuità del loro approvvigionamento di cibo. Secondo gli analisti della sicurezza alimentare, il numero di persone in questa situazione potrebbe ulteriormente aumentare con l’inizio della stagione del non raccolto, a maggio. Nel 2015, il WFP prevede di assistere circa 3 milioni di persone in tutto il paese.

 

Contatti

Vichi De Marchi

Portavoce per l’Italia, WFP/Roma

Tel: +39 348 0517 605

Email: vichi.demarchi@wfp.org

 

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