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Morris alla Commissione Esteri della Camera: lotta alla fame premessa indispensabile di ogni politica di sviluppo

Roma, 07-11-06 (comunicato stampa) - I processi di globalizzazione sono una realtà economica e sociale che va governata affinchè diventino uno strumento efficace di lotta contro la fame nel mondo. Ogni anno ci sono in media quattro milioni in più di affamati. Senza risolvere alla radice questo problema, ogni politica di sviluppo sarà vana.

E’ questo, in sintesi, il legame tra globalizzazione, fame e povertà che il Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, James T. Morris, ha posto in evidenza, oggi, nel suo discorso alla Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui processi della globalizzazione avviata dalla III commissione permanente di Montecitorio.

Mancano meno di dieci anni alla data posta dal Primo degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio di ridurre della metà la proporzione del numero degli affamati e, sino ad ora, non vi sono stati reali progressi. Questo obiettivo richiede che il numero degli affamati si riduca di 31 milioni ogni anno mentre, in realtà, il suo numero aumenta di quattro milioniJames T. Morris, Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale

“Mancano meno di dieci anni alla data posta dal Primo degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio di ridurre della metà la proporzione del numero degli affamati e, sino ad ora, non vi sono stati reali progressi. Questo obiettivo richiede che il numero degli affamati si riduca di 31 milioni ogni anno mentre, in realtà, il suo numero aumenta di quattro milioni“, ha ricordato Morris in apertura del suo discorso, citando i dati FAO resi pubblici la scorsa settimana.

Il dato globale cela, però, realtà differenti: la situazione alimentare, negli ultimi anni, è infatti migliorata in Cina e nel Sud-est asiatico ma è drasticamente peggiorata nell’Africa sub-sahariana dove una persona su tre è sottonutrita. Le ricorrenti crisi alimentari dell’ultimo decennio hanno trasformato il PAM nella più grande agenzia umanitaria del mondo con oltre 90 milioni di persone assistite in 82 paesi nel 2005.

Libano, Darfur, Niger, Afghanistan ma anche il Pakistan del terremoto, il Corno d’Africa della siccità, l’Asia dello tsunami sono alcuni dei teatri in cui è intervenuta recentemente l’agenzia che ha il suo quartier generale a Roma e conta oltre 9.000 addetti disseminati nelle aree di crisi.

“Serve una politica che metta il cibo ‘al primo posto’. Dobbiamo prima affrontare il problema della fame se vogliamo gettare le basi della crescita e dello sviluppo”, ha sottolineato il Direttore Esecutivo del PAM ringraziando l’Italia per l’importante ruolo che si è assunta ospitando sul suo territorio le tre agenzie ONU – PAM, FAO e IFAD – fulcro di cooperazione internazionale su cibo e agricoltura.

L’intesa con l’Italia è ben salda. Morris ha ricordato i 10 milioni di dollari per il programma triennale di alimentazione scolastica del PAM in Egitto, risultato del negoziato tra Roma e Il Cairo sul cosiddetto debt swap (riconversione del debito) e la collaborazione con 30 Organizzazioni non governative (ONG) italiane, essenziali al PAM per portare gli aiuti.

La Base di Pronto Intervento Umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) di Brindisi, che il PAM gestisce per conto di tutta la comunità umanitaria e finanziata dall’Italia, è diventata un modello per l’apertura di altre Basi di Pronto Intervento in America Latina, Medio Oriente, Asia e Africa.

L’ottima collaborazione con il paese ospitante non ha, però, messo il PAM al riparo dalle strette budgetarie di Roma. “L’Italia è sempre stato uno dei nostri principali sostenitori ma, nell’ultimo anno, la sua consolidata posizione che la vedeva tra i primi dieci donatori è scesa al 25esimo posto. Noi ci auguriamo che si tratti solo di un fatto congiunturale e che il contributo dell’Italia, membro autorevole del G8, rifletta meglio la sua forza economica”, ha auspicato Morris rivolgendosi ai deputati e ricordando, tra le tante sfide, quella della lotta contro la fame infantile. Un obiettivo prioritario per il PAM che, in accordo con UNICEF, ha lanciato un’iniziativa globale per fornire cibo e servizi essenziali a milioni di giovanissimi.

In Italia una volta soddisfatti i bisogni nutrizionali della popolazione, ci sarebbe ancora abbastanza cibo per tutte le persone sottonutrite dell’Etiopia; il cibo in eccesso della Francia potrebbe nutrire gli affamati della Repubblica Democratica del CongoJames T. Morris

“In Italia una volta soddisfatti i bisogni nutrizionali della popolazione, ci sarebbe ancora abbastanza cibo per tutte le persone sottonutrite dell’Etiopia; il cibo in eccesso della Francia potrebbe nutrire gli affamati della Repubblica Democratica del Congo”, ha ricordato Morris che ha concluso il suo discorso alla Commissione Esteri sottolineando l’importanza, anche ai fini della lotta alla fame, del ruolo che l’Italia ricoprirà nel prossimo biennio come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Nel pomeriggio, dopo l’audizione alla Camera dei Deputati, il Direttore Esecutivo del PAM si recherà al Quirinale dove il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli conferirà l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Clicca qui per leggere il testo integrale del discorso del Direttore Esecutivo del PAM, James T. Morris (in inglese)