Milioni di etiopi a rischio fame per mancanza di fondi
Addis Abeba, 12-04-05 (comunicato stampa) - Oggi il Programma Alimentare Mondiale (PAM) delle Nazioni Unite ha lanciato l’allarme: il futuro di tre milioni di etiopi, che hanno bisogno di aiuto alimentare, è a rischio, con tassi di malnutrizione crescenti e fondi per le operazioni umanitarie in Etiopia in caduta libera.
Il PAM ha bisogno urgentemente di 33 milioni di dollari per continuare a sfamare 1,5 milioni di persone nei prossimi due mesi e mezzo, come previsto dall’appello umanitario dell’ONU per il 2005. Analogamente agli anni passati, anche quest’anno il PAM intende coprire circa la metà dei bisogni alimentari d’emergenza del paese mentre la rimanente metà dovrebbe essere finanziata con i contributi del governo etiope o di organizzazioni non governative. Ma anch’essi hanno problemi di risorse.
“La mancanza di fondi sta rendendo impossibile al PAM e ai suoi partners di rispondere adeguatamente ai bisogni degli etiopi affamati”, ha detto Georgia Shaver, direttore del PAM in Etiopia.
“La situazione è particolarmente preoccupante nel nord-est e nell’est del paese, come pure nel sud, dove verifichiamo livelli crescenti di malnutrizione e dove vi è scarsità di acqua e cibo”, ha detto Shaver.
C’è una grande penuria di prodotti alimentari e non alimentari rispetto a quanto previsto dall’appello del 2005 per l’Etiopia, lanciato nel dicembre 2004 e che ammonta a un totale di 271 milioni di dollari. E’ stato garantito solo il 58 per cento dei 212 milioni di dollari in cibo, equivalenti a 250.000 tonnellate, richiesti per il 2005 mentre è stato assicurato solo il 20 per cento di quanto sarebbe necessario per: sanità, strumenti di cucina, acqua, servizi igienici e agricoltura.
“Nelle aree maggiormente affette del paese, cominciamo a vedere famiglie che si affidano a meccanismi di sopravvivenza. Nel sud, colpito dalla siccità e senza raccolto, ben 6.000 bambini hanno già lasciato la scuola perchè le famiglie li mandano a cercare cibo o lavoro”, ha spiegato Shaver. “Inoltre, in una parte della regione somala, nella zona est del paese, si ha già notizia di un’acuta malnutrizione con tassi del 4,8 per cento in gennaio, e con cinque bambini su diecimila che muoiono ogni giorno per questo”.
Un ulteriore aggravio delle condizioni della popolazione è stato causato dal ritardato inizio del programma di sicurezza sociale del nuovo governo che doveva rispondere ai bisogni alimentari di lungo periodo di altri cinque milioni di persone.
“L’appello umanitario doveva rappresentare un complemento di questa rete di sicurezza sociale del governo e sicuramente la scarsità di fondi comprometterà il forte investimento già realizzato per quest’iniziativa che avrebbe dovuto gaantire l’autosufficienza a milioni di persone che vivono nell’insicurezza alimentare”, ha aggiunto Shaver.
Il PAM ha detto che i prodotti alimentari, in particolare cereali e legumi, potrebbero essere acquistati sul mercato locale se ci saranno donazioni in denaro. L’agenzia ha sottolineato l’importanza di contributi urgenti, in modo che il cibo possa essere portato in loco prima della stagione delle pioggie, che va da luglio a settembre, quando molte zone del paese saranno inaccessibili. Quanto necessario per l’appello sarà aggiornato nelle prossime settimane e, nuovamente, a luglio, dopo il periodo delle pioggie “belg” e “gu” che, verosimilmente, incrementerà di 160.000 tonnellate le necessità alimentari stabilite dall’appello 2005.
Per evitare un’interruzione nelle consegne di cibo a marzo ed aprile, il PAM in Etiopia utilizzerà la nuova possibilità offerta dall’organizzazione di approvvigionarsi con 30.000 tonnellate di cibo basandosi sui contributi previsti. Ciò garantisce che le necessità alimentari più impellenti siano soddisfatte ma serviranno future contribuzioni a copertura di questa manovra.
Oltre ad utilizzare gli stock di cibo rimasti dal 2004, il PAM può contare sulle donazioni dei seguenti paesi: Stati Uniti (73,5 milioni di $), Canada (10,5 milioni di $), Svizzera (0,8 milioni di $), Spagna (0,8 milioni di $) e Giappone (9.000 $)