Mauritania: piogge e aiuti alimentari assistono la popolazione, ma la malnutrizione rimane
Nouakchott - 07-10-05 (comunicato stampa) - Sebbene la distribuzione di aiuti alimentari stia aiutando a migliorare la situazione per migliaia di persone in Mauritania, nell’Africa occidentale, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM) auspica un impegno maggiore della comunità internazionale, al fine di contrastare i preoccupanti livelli di malnutrizione, in particolare nel sud e nel sud-est del paese.
Nonostante la stagione delle piogge abbia rivitalizzato i terreni da pascolo e prometta un raccolto imminente per gli agricoltori nel sud del paese, la situazione rimane precaria. Anche se il raccolto sarà un sollievo per gran parte della popolazione, il PAM è sempre più preoccupato dei continui aumenti nei tassi di malnutrizione tra i bambini, soprattutto nelle zone in cui non l’agenzia non è presente con le sue operazioni.
“I dati che ci giungono dalle aree colpite indicano che laddove è in atto la distribuzione degli aiuti alimentari, e dove le piogge sono state abbondanti, la sicurezza alimentare sta migliorando”, ha detto Sory Ouane, direttore del PAM in Mauritania. “Sembra tuttavia chiaro che la battaglia contro la malnutrizione infantile è lungi dall’essere conclusa. Stiamo pensando di ampliare la nostra operazione per includere altre aree gravemente colpite, allo scopo di soccorrere i bambini più vulnerabili”.
La Mauritania è stata particolarmente colpita lo scorso anno dall’enorme invasione di locuste. Inoltre, la popolazione ha dovuto subire le nefaste conseguenze di ripetute siccità. La produzione di cereali, lo scorso anno, è scesa del 36 per cento, calcolato sulla media dei cinque anni. I prezzi nei mercati quest’anno sono saliti, in molti casi arrivando a livelli insostenibili per i più poveri, rendendo così le condizioni di vita, già precarie, ancora più fragili per molte persone.
Il Programma Alimentare Mondiale ha già distribuito in Mauritania, nell’ambito dell’operazione di assistenza attualmente in corso, circa 20.000 tonnellate di aiuti alimentari, per un valore di 11,4 milioni di dollari, a circa 400.000 persone. L’operazione prevede vari tipi di intervento, tutti mirati alle persone più vulnerabili.
Sono anche in corso, nei 200 centri di alimentazione supplementare, distribuzioni di cibo per 16.000 bambini e per le loro madri.
Sebbene la distribuzione di aiuti alimenatri abbia migliorato il consumo di cibo nelle famiglie, valutazioni sul terreno condotte da PAM, UNICEF e MSF-Belgio indicano che delle sacche di malnutrizione continuano a persistere, soprattutto nelle regioni di Guidimaka, nel sud, e Hodh el Charghi nel sud-est.
Indagini condotte dal PAM in settembre indicavano che esiste un tasso del 17,1 per cento di malnutrizione acuta globale fra i bambini sotto i cinque anni nel sud-est del paese. Il PAM ha in varie occasioni già offerto assistenza nella forma di distribuzioni libere, ma sono anche richiesti interventi più mirati.
Le cause della malnutrizione acuta in Mauritania sono complesse. Il sud del paese sta attualmente attraversando la fase finale dell’annuale “stagione secca”, quando le riserve alimentari scarseggiano e la popolazione è più vulnerabile, mentre attende i frutti del raccolto.
In una delle zone considerate più povere al mondo, perfino l’accesso all’acqua pulita e alle forme elementari di igiene è limitato. I bambini spesso mangiano cibo non adatto o preparato non in maniera adeguata, e poco vario. Con le piogge arrivano anche le minacce di epidemie, tra le più pericolose: quelle di malaria, di colera e di diarrea.
Anche l’assistenza sanitaria è limitata e molto spesso i bambini vengo portati nei centri d’assistenza quando si trovano in uno stato già avanzato di malnutrizione.
“Saremo molto contenti del miglioramento che si avrà con il raccolto, ma la Mauritania ha bisogno di molto più aiuto internazionale per combattere immediatamente, e a lungo termine, il problema della malnutrizione” ha detto Ouane.
Per finanziare l’operazione in Mauritania fino al 2007, il PAM ha ricevuto contributi per 17,7 milioni di dollari, a fronte del suo appello di 31 milioni di dollari. Le donazioni, che vanno ad aggiungersi ai 1,4 milioni di dollari di fondi multilaterali, includono: gli Stati Uniti ($10.7 milioni); Commissione Europea ($1.2 milioni); Lussemburgo ($920.000); Francia ($750.000); Germania ($650.000); Venezuela ($500.000); Spagna ($382.000); Nuova Zelanda ($340.000); Turchia ($300.000); Italia ($271.000).