L'assistenza alimentare del WFP fondamentale nella cura delle persone con HIV
Dichiarazione del Direttore Esecutivo del WFP Ertharin Cousin
ROMA – Crediamo che il cibo sia vita e per celebrare oggi la Giornata Mondiale contro l’AIDS, il WFP vuole ricordare il lavoro che l’agenzia svolge con i partner nel mondo per portare assistenza alimentare ad oltre 1,3 milioni di persone che vivono con l’HIV e la tubercolosi in 31 paesi.
Tra di loro c’è anche Sabelo Simelane (nome di fantasia), un contadino che vive nello Swaziland. Nel 2011, dopo essere risultato positivo all’HIV e aver contratto l’AIDS, Sabelo iniziò a dimagrire. Cominciò ad aver difficoltà a lavorare nei campi e non riuscì più a mantenere la propria famiglia. Una volta in ospedale, Simelane entrò a far parte del programma “Cibo in abbinamento alle Cure”, che fornisce cibo ai pazienti insieme a consigli nutrizionali e altro sostegno. Le persone con l’HIV hanno maggiori bisogni nutrizionali. Ogni mese, Simelane portava a casa un pacco di una miscela nutriente di soia rafforzata.
Al fine di promuovere una generale sicurezza alimentare, le persone che usufruiscono del programma ricevono anche una razione di mais, legumi e olio vegetale per le famiglie. Quando Simelane raggiunse un peso idoneo, smise di partecipare al programma. Ora mantiene la propria famiglia con i frutti del suo raccolto, tra cui diverse verdure, che arricchiscono la sua dieta e quella della sua famiglia. Oltre alla nostra visione di un mondo a Fame Zero, il WFP sostiene la visione di UNAIDS di “Zero nuove infezioni di HIV, Zero discriminazioni e Zero decessi per AIDS”. Lavoriamo per integrare il sostegno alimentare e nutrizionale nel pacchetto complessivo di trattamento, cura e sostegno per HIV e Tubercolosi. L’assistenza alimentare e nutrizionale del WFP serve anche ad incoraggiare le persone a cominciare i trattamenti e a concluderli.
Questa assistenza riduce gli effetti collaterali negativi e aumenta le possibilità di recupero delle persone. Chi è malnutrito e vive con l’HIV ha dalle due alle sei volte maggiori probabilità di morire quando inizia la terapia antiretrovirale (ART), rispetto a chi si trova in un buono stato nutrizionale.
Il sostegno di donatori come il Piano d’Emergenza per il soccorso AIDS del Presidente degli Stati Uniti (PEPFAR), è stato fondamentale. Nel 2011, PEPFAR ha contribuito con 56 milioni di dollari al programma WFP della durata di cinque anni in Etiopia. Il WFP assisteva già dal 2003 le persone con HIV/AIDS in Etiopia, ma il contributo PEPFAR ha dato una nuova dimensione al programma: ora le persone possono rispondere ai bisogni alimentari e nutrizionali delle proprie famiglie, potendo anche mandare i propri figli a scuola.
Tuttavia, ci sono ancora diversi ostacoli da superare. Dei circa 35 milioni di persone che vivono con l’HIV, oltre 13 milioni hanno accesso alla terapia antiretrovirale, rappresentando solo il 37 per cento tra tutti coloro che vivono con HIV. La regione più colpita rimane l’Africa Sub-sahariana, dove si trova circa il 70 per cento di tutte le persone che vivono con l’HIV. Il programma congiunto UNAIDS, del quale WFP è co-sponsor, ha contribuito ad una riduzione globale del 38 percento, nel periodo 2001-2012, del numero complessivo di nuove infezioni HIV, e a una riduzione nel numero di decessi per AIDS del 35 per cento, nel periodo 2005-2012.
Attraverso una continua collaborazione nella sicurezza alimentare e nella nutrizione, dovremmo cercare non solo di sostenere i progressi fatti a sostegno della nostra visione di “Zero nuove infezioni di HIV, Zero discriminazioni e Zero decessi per AIDS”, ma anche impegnarci per il raggiungimento dell’obiettivo Fame Zero.