La rapida ripresa libanese consente al PAM di concludere la propria operazione umanitaria
Beirut, 15-09-06 (comunicato stampa) - Presto il Libano sarà in una condizione di sicurezza alimentare mentre il settore commerciale sta avendo una ripresa più rapida del previsto. Lo riferisce il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM) in un rapporto, reso pubblico oggi, sulle condizioni alimentari e nutrizionali del paese annunciando che, a fine ottobre, concluderà il proprio intervento umanitario.
Il rapporto, che contiene dati raccolti nel corso di una missione di due settimane in Libano tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, rileva anche come, sebbene una parte della popolazione soffra ancora dagli effetti della guerra, i generi alimentari sono reperibili a prezzi relativamente contenuti e i livelli nutrizionali nel paese sono soddisfacenti. Un fattore determinante nel favorire il ritorno alla normalità è stato il veloce rientro della maggior parte degli sfollati alle proprie abitazioni.
Anche nel Sud del Libano – l’area più duramente colpita dal conflitto – ci sono accettabili condizioni di vita sul piano dei consumi. Nonostante la scelta limitata di prodotti disponibili e il caro-prezzi, i mercati non hanno chiuso e mostrano segni incoraggianti di ripresa dopo quasi un mese di conflitto e il blocco navale israeliano, ora tolto.
“Tutti gli indicatori mostravano una situazione in rapida ripresa dopo la fine del conflitto ma, sino alle conclusioni della missione di verifica, non avevamo sufficienti dati di riscontro”, ha detto Zlatan Milisic, coordinatore dell’operazione di emergenza del PAM nel Libano. “Oggi abbiamo un quadro chiaro dei bisogni alimentari della popolazione nei prossimi mesi. La tendenza è buona e conferma la nostra idea di non dover rimanere in Libano un minuto di più dello stretto necessario”.
Il gruppo di verifica, tuttavia, evidenzia anche come alcuni settori della popolazione vivano condizioni di permanente vulnerabilità. Tra questi vi sono i lavoratori giornalieri, i pescatori, alcuni contadini del sud del paese, in particolare gli ortofrutticoli e chi coltiva prodotti come il tabacco. Per loro, il sostegno principale deve venire dalla comunità locale e dalle rimesse dei familiari.
Il rapporto raccomanda che il PAM continui il proprio programma di assistenza ai settori più vulnerabili, sino al 24 ottobre, data in cui si concluderà l’operazione di emergenza di tre mesi lanciata dall’agenzia, a luglio, allo scoppio del conflitto.
Il PAM è venuto in Libano su richiesta del governo. Abbiamo fatto del nostro meglio per assistere il governo e la popolazione e ci siamo riusciti. Anche nei momenti di più aspro combattimento, siamo sempre stati operativi, portando gli aiuti nelle aree che era possibile raggiungere. Adesso, che la situazione si sta stabilizzando e la gente riprende la vita normale, è tempo per noi di salutare. E’ sempre positivo poter concludere un programma e lasciare un paeseZlatan Milisic, coordinatore dell’operazione di emergenza del PAM nel Libano
Il PAM ha assistito oltre 700.000 persone dall’inizio dell’emergenza, in luglio, e sta ora assistendo circa 350.000 persone tra quanti sono stati più duramente colpiti dal conflitto, in particolare nel Sud del paese e nella zona sud della capitale.
Complessivamente, il PAM ha distribuito più di 7.250 tonnellate di aiuti umanitari (circa 480.000 razioni al mese) ed ha aiutato il Governo libanese ad importare 12.300 tonnellate di farina durante il periodo del blocco.
In aggiunta alla missione di emergenza cibo, il PAM ha coordinato la logistica per conto della comunità umanitaria presente in Libano. Questo ha significato assistere le agenzie delle Nazioni Unite e gli altri partner nel trasporto dei soccorsi, via terra, via mare e per cielo. Tra i generi non alimentari trasportati dal PAM all’interno del Libano ci sono stati: carburante, alloggi temporanei, attrezzature mediche, per l’acqua e igieniche. Complessivamente, il PAM ha trasportato circa 1.900 tonnellate di aiuti umanitari non alimentari.
Allo stato attuale il PAM ha ricevuto contributi pari a US$10,8 milioni per la sua Operazione di Emergenza. Tra i donatori ci sono: Germania (US$2,6 milioni), Arabia Saudita (US$2 milioni), Australia (US$1,04 milioni), Commissione Europea (US$1,27 milioni), Francia (US$1.27 milioni), Canada (US$885.000), Stati Uniti (US$571.000), Giappone (US$500.000), Lussemburgo (US$314.000), Danimarca (US$168.000), Grecia (US$179.000), e Singapore (US$25.000).
Allo stato attuale il PAM ha ricevuto contributi pari a US$17,8 milioni per le Operazioni Speciali per la Logistica. Tra i donatori ci sono: Commissione Europea (US$3,8 milioni), Stati Uniti (US$2,8 milioni), il Fondo Centrale di Risposta alle Emergenze delle Nazioni Unite (US$2,5 milioni), i Paesi Bassi (US$1,8 milioni), Francia (US$1,27 milioni), Australia (US$1,24 milioni), Norvegia (US$1,1 milioni), Regno Unito (US746.000), Danimarca (US$673.000), Canada (US$664.000), Spagna (US$628.000) e Germania (US$510.000).
Tra le donazioni per l'emergenza Libano vi sono anche circa $100.000 raccolti dal Comitato Italiano per il PAM.