La mancanza di fondi costringe il WFP ad annunciare tagli all’operazione di assistenza alimentare in Siria
“Siamo a un punto critico nella nostra risposta umanitaria in Siria e nei paesi circostanti. A meno che non riusciamo ad assicurarci donazioni rilevanti nei prossimi giorni, temo non avremo altra scelta che ridurre le dimensioni della nostra operazione”, ha detto Muhannad Hadi, il coordinatore WFP dell’Emergenza Regionale per la crisi siriana.
Il WFP è finanziato solo da contributi di governi, del settore privato, di altre organizzazioni e individui. Hadi ha riconosciuto che altre emergenze competono agli occhi dei donatori e che i fondi per l’aiuto sono stati ampliamente utilizzati. Ma ha anche detto che in Siria, c’è ancora molto bisogno e che nelle ultime settimane, la comunità internazionale è riuscita a soccorrere molte persone in aree difficili da raggiungere.
“Il mondo si è unito con grande generosità per fornire cibo e altri tipi di assistenza negli ultimi tre anni. E’ doloroso pensare che non possiamo più contare su quell’investimento che ha dato stabilità a così tante vite distrutte”, ha aggiunto.
Il WFP ha bisogno di 352 milioni di dollari per tutte le sue operazione fino alla fine dell’anno, di cui 95 milioni per il suo intervento in Siria e 257 milioni per assistere i rifugiati nei paesi vicini.
• In Siria ad ottobre, il WFP continuerà a portare cibo a più di 4 milioni di persone, ma le razioni saranno ridotte, fornendo meno del 60% del valore nutritivo raccomandato in situazioni di emergenza. Un’ulteriore riduzione è prevista anche a novembre. A dicembre, il WFP non avrà più fondi disponibili per i suoi programmi in Siria.
• In Turchia, il programma di voucher elettronici del WFP per l’assistenza alimentare a 220.000 rifugiati siriani che vivono nei campi è coperto solo al 12%. A ottobre, quasi 170.000 persone potrebbero restare senza assistenza.
• In Giordania, l’assistenza mensile a 440.000 rifugiati che vivono in città o nei villaggi passerà da 34 a 16 dollari, ma il supporto ai campi resterà inalterato.
• In Libano da ottobre, il valore dei vouchers elettronici mensili verrà ridotto da 30 a 20 dollari a persona. Derrate di cibo per i nuovi arrivi e i vouchers per i rifugiati palestinesi verranno sospesi.
• Da ottobre in Egitto, solo i più vulnerabili verrano assistiti con un numero di assistiti più che dimezzato passando da 100.000 a 43.000 persone. Il valore dei voucher alimentari passerà da 30 a 15 dollari al mese.
• Da ottobre in Iraq, il valore dei vouchers per i 70.000 rifugiati al campo di Domiz verrà ridotto da 31 a 25 dollari, mentre l’assistenza alimentare in altri campi continuerà. Il programma di alimentazione scolastica per circa 12.000 bambini è già stato interrotto.
“Se l'assistenza alimentare si fermasse, sarebbe disastroso!”, ha detto Ashraf, un rifugiato disabile. “Non posso lavorare in Libano per sfamare la famiglia, come facevo in Siria. Cosa devo fare? Elemosinare?”
Alia, da Homs, dipende da una carta elettronica per comprare cibo nei negozi locali libanesi per la sua famiglia di cinque persone. “Senza la carta blu elettronica, non so cosa faremmo,” ha detto. “Non vorrei pensarci. Sarebbe molto difficile per noi, forse impossibile”.
Abou Anas e la sua famiglia hanno ricevuto buoni alimentari del WFP nella capitale giordana, Amman, e anche lui è profondamente preoccupato. “Immaginate qualcuno che annega” ha detto. “Gli lanci un salvagente. Sopravvive, resta a galla ma se improvvisamente lo togli, muore”.
I dati sulla sicurezza alimentare in Giordania suggeriscono che senza assistenza, l'85% delle famiglie di rifugiati non avrebbe le risorse finanziarie necessarie per soddisfare le proprie esigenze alimentari. Il WFP è preoccupato perchè senza questo sostegno, le persone saranno esposte allo sfruttamento, saranno costrette a elemosinare, a matrimoni precoci o a mandare i bambini a lavorare.