Il WFP mobilita cibo per i siriani in fuga verso la Turchia e l’Iraq nonostante la mancanza di fondi
Da settembre, più di 200,000 rifugiati provenienti dalla regione di Kobane, in Siria, hanno varcato i confini siriani per entrare in Turchia e Iraq. A seguito delle richieste del governo turco ed iracheno, il WFP ha immediatamente mobilitato urgenti forniture alimentari . Ma il cibo è stato preso in prestito da razioni esistenti inizialmente destinate ad essere trasportati questo mese in Siria.
“Questo afflusso di persone arriva in un momento critico. Già facciamo fatica a soddisfare il bisogno alimentare di più di 6 milioni di sfollati in Siria e nei paesi limitrofi, figuriamoci i nuovi arrivati”. Ha detto Muhannad Hadi, Coordinatore delle Emergenze Regionali del WFP per la Siria. “Le scorte usate per le ultime emergenze dovranno essere rifornite al più presto. Contiamo nella generosità dei nostri donatori, specialmente nei paesi del Golfo, affinchè le persone appena scappate da questo orrore non debbano rimangonere affamate”, ha aggiunto.
Nella città di frontiera turca di Suruc, secondo le stime del governo, hanno trovato riparo più di 190,000 rifugiati, l’afflusso più intenso dall’inizio della crisi siriana. In coordinamento con le autorità locali e Turkish Red Crescent (TRC), il WFP ha cominciato la distribuzione delle razioni di cibo e pianifica di distribuire 370 tonnellate di cibo, abbastanza per coprire i bisogni di 60,000 persone per due settimane.
In Iraq, quasi 2,700 nuovi rifugiati, arrivati nel campo di Gawilan, nel governatorato di Dohuk, sono stati assistiti con parcelle di cibo. Il WFP lavora per raggiungere tutti i nuovi rifugiati appena arrivati. I rifugiati si sono quasi tutti sistemati nei quattro campi già allestiti nel governatorato di Erbil e nel campo di Arbat, a Sulaymāniyya, dove saranno raggiunti attraverso i programmi alimentari già avviati.
La risposta all’emergenza siriana è l’emergenza più grande e complessa del WFP nel mondo. Il WFP ha bisogno di raccogliere fondi pari a 35 milioni di dollari ogni settimana per coprire i bisogni alimentare delle persone colpite dal conflitto in Siria.