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Il WFP amplia l'assistenza alimentare ai sud-sudanesi in fuga dal conflitto e condanna i saccheggi delle scorte umanitarie

Il WFP ha lanciato una nuova e più ampia operazione d’emergenza per assistere le persone colpite dalla crisi in Sud Sudan mentre lavora per superare le difficoltà nel raggiungere con urgenti beni di soccorso quanti hanno bisogno.

JUBA – Il WFP ha lanciato una nuova e più ampia operazione d’emergenza per assistere le persone colpite dalla crisi in Sud Sudan mentre lavora per superare le difficoltà nel raggiungere con urgenti beni di soccorso quanti hanno bisogno.

L’operazione, della durata di tre mesi e del valore di 57,8 milioni di dollari, prevede di fornire assistenza alimentare d’emergenza a 400.000 sfollati, incluso un supporto nutrizionale speciale per le neo mamme e i bambini, i più a rischio nel caso di problemi nell’approvvigionamento alimentare.

“Il WFP ha iniziato a fornire cibo agli sfollati a pochi giorni dall’inizio dei combattimenti. Da metà dicembre, quando è scoppiata la crisi, il WFP ha fornito assistenza ad almeno 100.000 persone”, ha dichiarato Valerie Guarnieri, Direttore Regionale del WFP per l’Africa Centrale e Orientale, in visita a Juba. “Noi, insieme ai nostri partner, assistiamo ogni giorno sempre più persone, ma abbiamo ancora difficoltà a raggiungere alcune aree. Inoltre, i saccheggi di cibo e di altri beni da una serie di compound e depositi nel paese, come successo giovedì a Bentiu, complicano notevolmente la situazione”.

La crisi ha costretto almeno 200.000 persone ad abbandonare le proprie case in cerca di salvezza, in un periodo dell’anno che, in molte zone del paese, corrisponde alla stagione del raccolto. Il WFP teme un significativo e lungo impatto sulla sicurezza alimentare anche se i colloqui di pace dovessero andare a buon fine. In Sud Sudan l’insicurezza alimentare rappresentava un grave problema anche prima del conflitto e i disordini hanno causato l’interruzione dell’approvvigionamento dei mercati locali in gran parte del paese.

A causa del protrarsi dei combattimenti,  le agenzie umanitarie hanno difficoltà a raggiungere molte zone in Sud Sudan. Le scorte pre-posizionate di cibo del WFP, in circa 100 località nel paese, facilitano le operazioni di soccorso ma anche queste scorte sono a rischio. Finora, il WFP stima che il 10 per cento delle proprie scorte alimentari nel paese – sufficienti a sfamare circa 180.000 persone per un mese -  siano state saccheggiate.

“Il WFP invita tutte le parti a proteggere i civili e a salvaguardare i beni umanitari - come le scorte di cibo – che servono a fornire soccorsi vitali, specialmente a donne e bambini colpiti dalle violenze”, ha detto il Vice Direttore del WFP in Sud Sudan, Eddie Rowe. “Insieme ai nostri partner facciamo appello ad entrambe le parti affinché consentano un accesso sicuro alle agenzie umanitarie per fornire assistenza a chi ne ha bisogno”.

Durante la stagione delle piogge, circa il 60% del territorio del Sud Sudan è inaccessibile via terra. In condizioni normali, il WFP comincerebbe il lavoro annuale di pre-posizionamento del cibo nelle zone remote prima dell’inizio delle pioggie, ad aprile o maggio. Il conflitto rende questa operazione difficile o impossibile in alcuni zone. Ė quindi probabile che alcune comunità che hanno bisogno di assistenza umanitaria saranno raggiungibili solo via aerea.

Oltre al sostegno alle persone colpite dal conflitto all’interno del paese, il WFP sta anche assistendo decine di migliaia di rifugiati fuggiti nei paesi vicini, come in Uganda, Etiopia e  Kenia.

“Ci siamo attivati rapidamente per fornire un aiuto immediato alle persone in cerca di salvezza oltre i confini del Sud Sudan”, ha dichiarato Guarnieri. “Tuttavia, i nostri programmi di assistenza dei rifugiati nella regione stavano già soffrendo gravi carenze di finanziamento prima di questa crisi. Un nuovo afflusso di rifugiati peserà ancora di più su questo deficit di risorse”.