Il PAM evacua dal Ciad il personale ONU non essenziale in seguito all'intensificarsi degli scontri
N'djamena, 13/04/06 (comunicato stampa) - In qualità di agenzia leader nella logistica, Il Programma Alimentare Mondiale (PAM), ha iniziato ad organizzare il trasferimento del personale ONU non essenziale, oltre che del personale delle organizzazioni non governative e dei relativi familiari, da N’djamena, in seguito al drastico peggioramento delle condizioni di sicurezza registratosi nel Ciad questa settimana.
In totale, 148 persone sono state evacuate da N’djamena giovedì 13 aprile e trasferite in aereo - un Boeing 727, messo a disposizione del PAM dalla Repubblica Democratica del Congo - a Yaoundé, in Camerun, dove resteranno fino a che le condizioni di sicurezza in Ciad non consentiranno il loro rientro.
L’aereo è arrivato a N’ djamena dopo aver fatto scalo a Bangui, nella Repubblica Centrafricana. “Non si tratta di una evacuazione totale, perciò la partenza del personale non comporta una totale interruzione delle operazioni del PAM nel paese”, ha spiegato Stefano Porretti, direttore del PAM per il Ciad.
“Lo staff essenziale non ha lasciato il paese, anche se, ovviamente, la carenza di personale sul campo avrà un impatto sul nostro lavoro. Il trasferimento dello staff non essenziale era la mossa più prudente da compiere in una situazione così imprevedibile”.
Nel Ciad, il PAM lavora con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), con altre agenzie dell’ONU e con diverse ONG per sfamare oltre 210.000 rifugiati, provenienti dal Darfur, che si trovano in 12 campi nel Ciad orientale, e oltre 40.000 rifugiati provenienti dalla Repubblica Centrafricana nel sud del paese.
Gli aiuti alimentari distribuiti mensilmente ai rifugiati sono essenziali per i loro bisogni nutrizionali.
Anche l’assistenza alla popolazione locale subirà le conseguenze del ritiro del nostro staff. Circa 45.000 persone che abitavano nelle regioni orientali del paese sono state costrette, negli ultimi mesi, a lasciare le proprie case a causa dell’instabilità crescente.
Il 24 marzo scorso, il PAM aveva segnalato che le continue violenze lungo il confine tra il Ciad e il Sudan mettevano a rischio migliaia di persone, le cui vite ora sono messe ancora più a rischio dall’arrivo dell’annuale “stagione della fame”.
“Ci auguriamo sinceramente che la situazione politica e della sicurezza nel Ciad venga risolta positivamente e al più presto; a rischio sono le vite di migliaia di persone che dipendono dagli aiuti internazionali per la sopravvivenza”, ha dichiarato Porretti.