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Il laboratorio del WFP al Carnevale di La Biennale di Venezia

Cibo in valigia e squadre in azione per la sfida "fame zero". Il lavoro delle Nazioni Unite in un laboratorio al Carnevale di La Biennale.

ROMA  - Ci sono 795 milioni di persone che soffrono la fame eppure nel nostro pianeta c’è abbastanza cibo per tutti.  L’obiettivo delle Nazioni Unite di un mondo a “fame Zero” è realizzabile?

Prova a dimostrarlo il Programma Alimentare Mondiale (WFP), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare, in un laboratorio per le classi elementari che organizza nell’ambito del 7° Carnevale Internazionale dei ragazzi che si apre a Venezia il 30 gennaio, targato La Biennale.

Una valigia con tanti giochi, la classe divisa in squadre e il mondo del cibo raccontato da fiabe e favole sono gli ingredienti del laboratorio.  Si tratta di una sfida tra diversi gruppi “Food Force” che dovranno identificare da dove proviene una determinata ricetta, quale è il mix giusto di alimenti da portare nelle situazioni di emergenza umanitaria, come riparare una strada danneggiata dai bombardamenti o da un terremoto. Ciascuno interpreta un ruolo all’interno della squadra Food Force, come avviene nella realtà del lavoro del WFP. Ci sono il nutrizionista, l’esperto di logistica, il portavoce della squadra e, ovviamente, il capo missione.

Nel corso del laboratorio, delle voci narranti ci porteranno nel mondo fiabesco e universale del cibo come simbolo di vita ma anche di lotta per la sopravvivenza. Ce lo ricordano la mela stregata di Biancaneve, la carrozza di Cenerentola che si trasforma in zucca, la casetta di marzapane delle strega di Hansel e Gretel, le molliche di pane di Pollicino e il lupo che mangia la nonna di Biancaneve.

Sono storie di cibo e di paura.  Ma, purtroppo, molti dei peggiori incubi legati al cibo non appartengono al mondo fiabesco ma sono generati dalla realtà, frutto della povertà, di un habitat degradato o della guerra. Come ci ricordano i volti smagriti e senza speranza degli abitanti delle decine di città, piccole e grandi, sotto assedio in Siria e dove il cibo manca.
Alla generazione “Fame Zero” che affollerà i padiglioni della Biennale per un festoso carnevale, chiediamo di non dimenticare questi volti.