I Direttori di UNICEF, WFP e OMS in missione congiunta in Yemen
ADEN/SANA’A – In quanto responsabili delle tre Agenzie delle Nazioni Unite – UNICEF, WFP e OMS – abbiamo realizzato una missione congiunta in Yemen per vedere con i nostri occhi la portata di questa crisi umanitaria e pianificare un impegno congiunto per aiutare le persone dello Yemen.
Questa è la peggiore epidemia di colera al mondo nella più grande crisi umanitaria al mondo. Solo negli ultimi tre mesi sono stati registrati 400.000 casi sospetti di colera e circa 1.900 morti associati alla malattia. I servizi vitali per la salute, l’acqua e l’igiene sono paralizzati a causa di oltre due anni di conflitto, creando in questo modo le condizioni ideali per la diffusione di malattie.
Il paese è sull’orlo della carestia, oltre il 60% della popolazione non sa dove reperire il prossimo pasto. Circa 2 milioni di bambini dello Yemen sono colpiti da malnutrizione acuta. La malnutrizione rende questi bambini ancora più vulnerabili al colera, mentre le malattie creano più malnutrizione. Si tratta di una combinazione terribile.
In un ospedale, abbiamo visto bambini che a malapena avevano la forza di respirare. Abbiamo parlato con famiglie sopraffatte dal dolore per i propri cari ammalati e che lottano per garantire cibo ai familiari.
Mentre attraversavamo la città, abbiamo visto le infrastrutture vitali, come strutture sanitarie e idriche, danneggiate o distrutte.
In mezzo a questo caos, circa 16.000 volontari delle comunità vanno di casa in casa per fornire alle famiglie informazioni su come evitare la diarrea e il colera. Medici, infermieri e altri operatori sanitari stanno lavorando senza sosta per salvare vite.
Oltre 30.000 operatori sanitari non ricevono lo stipendio da più di 10 mesi, molti lavorano ancora per dovere. Abbiamo chiesto alle autorità dello Yemen di pagare urgentemente gli operatori sanitari perché, senza di loro, temiamo che le persone che hanno possibilità di sopravvivere potrebbero morire. Le nostre agenzie faranno il possibile per supportare con incentivi e stipendi questi operatori sanitari estremamente dediti al loro lavoro.
Conosciamo anche il lavoro fondamentale svolto dalle autorità locali e dalle ONG, supportate dalle agenzie umanitarie internazionali, comprese le nostre. Abbiamo aperto oltre 1.000 centri per la cura della diarrea e punti per la reidratazione orale. E’ in corso anche la distribuzione di integratori alimentari, fluidi per terapie endovenose e altre forniture mediche, comprese le ambulanze, e la riparazione di infrastrutture fondamentali, come ospedali, centri sanitari distrettuali e reti idriche e igienico-sanitarie. Stiamo lavorando con la Banca Mondiale ad un’innovativa collaborazione per rispondere ai bisogni sul campo e aiutare a sostenere le istituzioni sanitarie locali.
Ma una speranza c’è ancora: oltre il 99% delle persone malate sospette di colera e che possono avere accesso ai servizi sanitari, stanno sopravvivendo. Per quest’anno, il numero totale stimato di bambini che saranno colpiti da malnutrizione acuta grave è di 385.000.
Tuttavia la situazione rimane disperata. Migliaia di persone si ammalano ogni giorno. È necessario un impegno duraturo per fermare la diffusione della malattia. Circa l’80% dei bambini dello Yemen ha immediato bisogno di assistenza umanitaria.
Quando abbiamo incontrato i leader dello Yemen, ad Aden e a Sana’a, abbiamo chiesto loro di garantire agli operatori umanitari accesso alle aree colpite dal conflitto e abbiamo sollecitato – più di ogni altra cosa – che venga trovata una soluzione politica pacifica al conflitto.
La crisi dello Yemen richiede una risposta senza precedenti. Le tre agenzie che rappresentiamo collaborano con le autorità dello Yemen e altri partner per coordinare le attività in nuovi piani di lavoro per salvare le vite e prepararsi a emergenze future.
Chiediamo adesso alla comunità internazionale di moltiplicare il suo supporto per le persone dello Yemen. Se non faremo nulla adesso, la catastrofe che abbiamo visto espandersi davanti ai nostri occhi non solo continuerà a mietere vite, ma comprometterà il futuro delle prossime generazioni e del paese per gli anni a venire.