Giornata Mondiale dell'Alimentazione: perché ci sono ancora 400 milioni di bambini affamati?
Roma, 11-10-06 (comunicato stampa) - In occasione delle celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Alimentazione il 16 ottobre, il Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM), James Morris, ha fatto appello oggi ai paesi del mondo sviluppato affinché si adoperino per dare più speranze ai 400 milioni di bambini affamati nel mondo. Molti di questi bambini sono tuttora segnati dalla malnutrizione fin dai primi mesi di vita.
L'impatto della fame e della malnutrizione sui bambini è spesso molto grave. Recenti studi hanno dimostrato, ancora una volta, che lo sviluppo veloce del cervello nei primi mesi ed anni di vita ha un'importanza cruciale, influenzando l’apprendimento, il comportamento e la salute di un individuo per tutta la vita. La fame ha un impatto negativo sullo sviluppo del cervello dei bambini, dando loro meno possibilità di successo nel corso della vita.
Considerato che il 70 per cento dello sviluppo del cervello ha luogo nei primi due anni di vita, la malnutrizione nella prima infanzia può avere un effetto devastante. Questi bambini partono svantaggiati ancora prima di saper camminare e parlare James Morris, Direttore Escutivo del PAM
Studi effettuati in Cile hanno dimostrato come i bambini che hanno sofferto di malnutrizione nei primi due anni di vita tendono ad avere un cervello più piccolo e meno sviluppato rispetto a quello dei loro coetanei con un’alimentazione adeguata e, di conseguenza, un quoziente intellettivo più basso.
Altri studi mostrano come la mancanza di ferro tra i bambini sotto i due anni può causare un basso rendimento scolastico. Allo stesso modo, bambini con ritardo nello sviluppo fisico, possono perdere anni di istruzione perché iniziano la scuola più tardi del normale. Al contrario, chi può contare su una buona alimentazione ottiene spesso risultati migliori.
“Si può concludere dunque quanto sia importante per la sopravvivenza di bambini piccoli l’integrazione di programmi di cibo per lo studio – alimentazione scolastica – insieme ad interventi di sviluppo per avere il massimo dei benefici sui livelli nutrizionali dell’infanzia,” ha detto Morris. “Gli interventi per combattere la fame infantile devono iniziare ben prima della nascita del bambino, già nella fase prenatale”.
Morris ha paragonato le grandi disparità nelle opportunità educative e l’accesso alla tecnologia dei bambini del mondo sviluppato con quelle presenti negli angoli più poveri del mondo, dove ci sono solo pochissime risorse per aiutare i bambini nel loro sviluppo. In Niger, Chad o in Bangladesh milioni di bambini non vanno a scuola perché devono aiutare le famiglie a procurarsi da vivere.
“Non c’è niente di male a volere il meglio per i propri figli, sarebbe innaturale il contrario,” ha detto Morris. “ Ma la prossima volta che comprate un computer nuovo o prenotate una lezione privata per il vostro bambino, fermatevi un momento a pensare ai milioni di bambini che non toccheranno mai una tastiera e saranno fortunati se riusciranno a mala pena ad imparare a leggere e scrivere o a fare dei calcoli.
Le cose possono cambiare. C’è più che abbastanza cibo nel mondo. Si è calcolato, ad esempio, che in Italia, una volta soddisfatti i bisogni nutrizionali della popolazione, rimarrebbe abbastanza cibo per sfamare tutte le persone denutrite in Etiopia; in Francia il cibo in eccedenza potrebbe sfamare l’intera Repubblica Democratica del Congo, mentre gli Stati Uniti potrebbero coprire il bisogno di cibo di tutti coloro che soffrono la fame in AfricaJames Morris
“I fondi per l’Aiuto allo Sviluppo sono aumentati costantemente per molti anni e adesso raggiungono la cifra di oltre 100 miliardi di dollari. Abbiamo quindi i mezzi per aiutare ma dobbiamo sviluppare una politica per mettere ‘il cibo al primo posto’. La povertà non potrà essere eliminata finchè non verrà messa la parola fine alla fame e alla malnutrizione. Un modo per cominciare sarebbe evitare che la fame deprivasse i bambini anche della speranza”, ha concluso Morris.