Giornata Mondiale del Rifugiato: attenzione ai bisogni di sfollati e rifugiati
ROMA – Per oltre due anni, il mondo è stato testimone degli spostamenti di milioni di siriani spinti ad abbandonare le proprie case in fuga dalla violenza e in cerca di salvezza. Molte famiglie sono state costrette a spostarsi più di una volta, portando con sé solo il minimo necessario. I bisogni dei siriani colpiti dal conflitto sono enormi, quasi troppo grandi per poter essere compresi del tutto: entro la fine dell’anno, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) prevede di fornire assistenza alimentare a sette milioni di persone, in gran parte sfollati o rifugiati nei paesi vicini.
I siriani non sono i soli a subire le terribili sofferenze dell’abbandono della propria casa per spostarsi all’interno del proprio paese o addirittura superandone i confini. Ogni giorno, lavoro con colleghi che operano in alcune delle zone più isolate e pericolose del mondo. Mi ricordano che la Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno) deve farci riflettere sul fatto che ogni donna, uomo e bambino che ha abbandonato la propria casa, la famiglia , il lavoro, la scuola e la vita precedente in cerca di sicurezza e salvezza ha bisogno della nostra attenzione e, soprattutto, della nostra assistenza.
Lo scorso anno, mi è capitato di parlare con una donna maliana che riceveva il cibo del WFP nel campo rifugiati di Menghaize, in Niger. Questa donna aveva lasciato il Mali con i suoi bambini mentre infuriava un combattimento; mi disse che le mancava la casa, ma almeno lei e i suoi bambini erano in salvo. In Ruanda, rifugiati dall’est della Repubblica Democratica del Congo hanno lasciato tutto pur di fuggire dagli scontri. In Bangladesh, i rifugiati Rohingya dal Myanmar cercano rifugio dalla violenza contro le loro comunità. In America Latina, l’Ecuador ospita il più alto numero di rifugiati dell’emisfero occidentale e ogni mese se ne aggiungono altri provenienti dalla Colombia. Il Kenia continua ad ospitare moltissimi somali. Tutti loro non possono fare ritorno a casa.
Nel 2012, il WFP ha fornito assistenza alimentare a quasi 10 milioni di rifugiati, sfollati e a quanti sono stati fortunati da poter far ritorno a casa. Questo cibo, insieme agli altri aiuti forniti dai nostri partner, danno un po’ di sicurezza a vite altrimenti incerte.
Come comunità internazionale dobbiamo continuare a far sentire la voce degli sfollati e dei rifugiati ovunque. Che siano in fuga da conflitti, da disastri naturali o dalla fame, non dobbiamo mai dimenticarci di loro.