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Direttore Esecutivo WFP in Repubblica Centrafricana: una crisi dimenticata che sta diventando una tragedia ignorata

BANGUI – Il Direttore Esecutivo del WFP, Ertharin Cousin, nella sua visita nella Repubblica Centrafricana, è stata testimone, oggi, di un’allarmante situazione dove l’insicurezza alimentare e la malnutrizione si combinano drammaticamente con la violenza e con un’insufficienza di fondi per la risposta umanitaria.

“Oggi ho ascoltato storie strazianti di donne e bambini che hanno perso le proprie famiglie per le violenze, traumatizzati dagli attacchi che li hanno costretti a fuggire”, ha detto Cousin a seguito di una visita nella citta nord-occidentale di Bossangoa. “È impressionante vedere la forza di queste persone in una situazione di tale disperazione. È impensabile negare loro l’assistenza di cui hanno bisogno, specialmente dopo tutto quello che hanno sofferto”.

“Tutta la popolazione, non solo gli sfollati, è colpita e la situazione alimentare è precaria. Le persone della Repubblica Centrafricana, specialmente donne e bambini, hanno bisogno di noi ora. Dobbiamo agire prima che le piogge peggiorino questa tragica situazione”, ha detto Cousin. “Non possiamo aspettare di vedere certificato il nostro fallimento e la nostra trascuratezza da immagini di bambini scheletrici e gravemente denutriti”.

Cousin ha partecipato ad un programma congiunto con la FAO per la distribuzione di cibo e sementi. “Se si salta la stagione della semina, che inizia ad Aprile, le famiglie non avranno raccolti perché hanno esaurito il cibo. Dobbiamo fornire il cibo, così che le famiglie non siano costrette a mangiare i semi per sopravvivere”.

“I donatori stanno fornendo aiuto a milioni di siriani al loro quarto anno di conflitto. E ci sono richieste crescenti anche per il Sud Sudan”, ha continuato Cousin. “Ma non possiamo assolutamente dire a un bambino di Bossangoa che non possiamo aiutarlo perché non è così importante come un bambino di un’altra parte del mondo”.

Finora, dall’inizio dell’anno, nonostante le enormi sfide logistiche e della sicurezza, il WFP ha fornito cibo ad oltre 250.000 persone ogni mese, nella Repubblica Centrafricana, incluso cibo speciale nutriente per aiutare a prevenire la malnutrizione tra i bambini.

Ma la portata del disastro richiede un coinvolgimento più attivo da parte della comunità internazionale. Con la stagione delle pioggie in arrivo nelle prossime settimane la maggior parte delle strade diventerà impraticabile. Le piogge potranno anche aumentare il rischio di diarrea e di altre malattie per decine di migliaia di sfollati che vivono in campi di fortuna con scarse condizioni igieniche.

“Dobbiamo fare in modo che questa crisi dimenticata non diventi una tragedia ignorata”, ha detto Cousin.

Con solo il 35 per cento dei finanziamenti garantiti per l’intevento nel paese fino ad agosto, il WFP non ha potuto preposizionare il cibo necessario per fornire assistenza vitale durante la stagione delle pioggie e del “non raccolto”, quando le scorte dell’ultimo raccolto si esauriscono.

L’insicurezza lungo la strada che dal Camerun conduce a Bangui ha costretto il WFP ad effettuare un ponte aereo per il trasporto di 1.800 tonnellate di riso. Grazie alla scorta militare fornita dalla Missione Internazionale di Sostegno nella Repubblica Centrafricana (MISCA) guidata dall’Unione Africana, il flusso degli approvvigionamenti alimentari su strada è stato ripristinato ma potrebbe di nuovo interrompersi se le condizioni di sicurezza dovessero peggiorare.

“La sicurezza rappresenta uno dei problemi principali. La comunità internazionale deve intensificare i suoi sforzi per aiutare il governo a porre fine alle violenze. L’accesso umanitario deve essere una priorità”, ha detto Cousin.

La catastrofe in atto nella Repubblica Centrafricana sta avendo un enorme impatto sui paesi vicini. Più di 290.000 persone sono fuggite dal paese verso il Ciad, la Repubblica Democratica del Congo, il Camerun e la Repubblica del Congo. Il WFP, le altre agenzie umanitarie e le ONG dispongono di pochi fondi e, se non ci saranno nuovi contributi, c’è il rischio che venga interrotta l’assistenza alimentare in Ciad e nella Repubblica Democratica del Congo.