Dichiarazione congiunta sulla Siria
Dichiarazione congiunta del 16 gennaio 2016.
Ertharin Cousin, Direttrice Esecutiva, World Food Programme, WFP
Anthony Lake, Direttore Esecutivo, UNICEF
Stephen O’Brien, Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Coordinatore per le Emergenze, OCHA
Margaret Chan, Direttore Generale, OMS
Filippo Grandi, Alto Commissario per i Rifugiati, UNHCR
DAVOS, Svizzera, Lunedì 16 gennaio, 2017 – Mentre continuano gli sforzi per implementare il completo cessate il fuoco in Siria, facciamo di nuovo appello per un accesso immediato, incondizionato e sicuro al fine di raggiungere bambini e famiglie che, nel paese, sono ancora senza assistenza umanitaria.
In Siria, oggi, ci sono 15 aree sotto assedio dove fino a 700.000 persone, inclusi, si stima, 300.000 bambini, sono ancora intrappolati. Circa cinque milioni di persone, inclusi oltre due milioni di bambini, vivono in zone estremamente difficili da raggiungere con assistenza umanitaria a causa dei combattimenti, dell’insicurezza e delle restrizioni nell’accesso.
In tutta la Siria, le persone continuano a soffrire per la mancanza degli elementi di base a sostegno delle proprie vite, e per il continuo rischio di violenze. Noi – e tutto il mondo – non dobbiamo rimanere in silenzio mentre le parti in conflitto continuano a usare la negazione di cibo, acqua, medicine e altre forme di assistenza come arma di guerra.
Sono altissimi i rischi, per i bambini, di soffrire di malnutrizione, disidratazione, diarrea, di contrarre malattie infettive e di essere feriti. Molti di loro hanno bisogno di sostegno, a seguito di eventi traumatici, di violenze e di altre violazioni. Tragicamente, fin troppi bambini hanno conosciuto solo conflitto e perdita nelle loro giovani vite.
Gli orrori dell’assedio nei distretti orientali di Aleppo sono scomparsi dalla coscienza pubblica – ma non dobbiamo permettere che i bisogni, le vite e il futuro della popolazione siriana svaniscano dalla coscienza mondiale.
Non dobbiamo permettere che nel 2017 si ripetano le tragedie del 2016 in Siria.