Dichiarazione congiunta OMS/UNICEF/WFP - Leaders delle Nazioni Unite fanno appello per una revoca immediata del blocco umanitario in Yemen. A rischio milioni di vite
ROMA/GINEVRA/NEW YORK – “Anche se la coalizione militare a guida saudita ha in parte revocato il recente blocco allo Yemen, la chiusura di gran parte degli accessi via aerea, via mare e via terra sta peggiorando di molto una situazione già catastrofica. Lo spazio e l’accesso di cui abbiamo bisogno per consegnare l’assistenza alimentare sono soffocati, e sono in pericolo le vite di milioni di bambini e di famiglie vulnerabili.
Insieme, facciamo un altro appello urgente alla coalizione affinché permetta l’ingresso di rifornimenti salva-vita in Yemen in risposta a quella che è, ora, la peggiore crisi umanitaria al mondo. I rifornimenti, che includono medicine, vaccini e cibo, sono essenziali per combattere malattie e morte per fame. Senza di essi, migliaia e migliaia di vittime innocenti non sopravviveranno, e tra di loro ci sono moltissimi bambini.
Oltre 20 milioni di persone, inclusi oltre 11 milioni di bambini, hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria. Almeno 14,8 milioni di persone mancano di assistenza medica di base e l’epidemia di colera ha causato oltre 900.000 casi sospetti.
Circa 17 milioni di persone non sanno se mangeranno domani e 7 milioni sono totalmente dipendenti dagli aiuti alimentari. La malnutrizione grave acuta sta minacciando le vite di almeno 400.000 bambini. Con lo scarseggiare dei rifornimenti, salgono alle stelle i prezzi alimentari, mettendo altre migliaia ancora di persone a rischio.
Anche con una revoca parziale del blocco, il World Food Programme stima che ulteriori 3,2 milioni di persone soffriranno la fame. Senza cure, 150.000 bambini malnutriti potrebbero morire nei prossimi mesi. Privare così tante persone dei principali mezzi di sopravvivenza è un atto immorale e una violazione del diritto umanitario.
Si ha un bisogno disperato di carburante, di medicine e di cibo – il cui ingresso nel paese è al momento bloccato – se si vogliono proteggere le vite umane. Senza carburante, smetteranno di funzionare la catena del freddo dei vaccini, i sistemi di rifornimenti idrici e gli impianti di trattamento delle acque reflue. E senza cibo e acqua pulita, la minaccia della carestia cresce di giorno in giorno.
Stiamo già assistendo alle conseguenze umanitarie del blocco: la difterite si sta diffondendo rapidamente con 120 casi diagnosticati e 14 morti - per lo più bambini - nelle ultime settimane. Abbiamo vaccini e medicinali in transito verso lo Yemen, ma il loro accesso nel paese è bloccato. Almeno un milione di bambini rischiano ora di contrarre la malattia.
“La più vasta epidemia di colera al mondo sta riducendosi e il numero di nuovi casi è diminuito per l’ottava settimana consecutiva dopo il picco degli oltre 900.000 casi sospetti. Se l'embargo non sarà revocato, il colera tornerà a riacutizzarsi.
Tutti i porti del paese, compresi quelli nelle aree controllate dall'opposizione, devono essere riaperti senza indugio. Questo è l'unico modo per le navi noleggiate dalle Nazioni Unite di consegnare il vitale carico umanitario di cui la popolazione ha bisogno per sopravvivere. I voli del Servizio Aereo Umanitario delle Nazioni Unite – in entrata e in uscita dallo Yemen - devono ricevere immediatamente l'autorizzazione a riprendere le operazioni. Lo staff delle Nazioni Unite in servizio in Yemen non ha potuto spostarsi, nemmeno in caso di assistenza medica urgente.
"Il tempo stringe e le scorte di medicinali, cibo e altri aiuti umanitari stanno esaurendosi. Il costo di questo blocco viene misurato nel numero di vite perse. "Se qualcuno di noi, nella propria quotidianità, vedesse una bambina in pericolo di vita, non cercherebbe di salvarla? In Yemen, si tratta di centinaia di migliaia di bambini, se non di più. Abbiamo cibo salvavita, medicine e rifornimenti necessari a salvarli, ma dobbiamo avere l'accesso che, al momento, viene negato.
"A nome di tutti coloro le cui vite sono in pericolo imminente, ribadiamo il nostro appello a consentire l'accesso umanitario in Yemen senza ulteriori ritardi.”