Crisi in Corno d'Africa: massima priorità umanitaria a livello globale
ROMA - Il WFP ha detto oggi che 11,3 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare a causa della siccità nel Corno d’Africa e ha dichiarato lo stato di emergenza, elevando la crisi al massimo livello di azione esprimendo, nel contempo, la grave preoccupazione per la possibilità di numerose perdite umane.
“Da oltre sei mesi il WFP, con il sostegno di molti, ha intensificato la propria azione per arginare gli effetti di questa siccità”, ha detto il Direttore Esecutivo del WFP Josette Sheeran. “La sua gravità e ampiezza, insieme all’impossibilità delle agenzie umanitarie di avere accesso a tutte le aree colpite, ha fatto esplodere una vera e propria emergenza alimentare e nutrizionale che richiede un immediato intensificarsi dell’azione”.
L’annuncio del WFP segue quello di questa mattina del Coordinatore Umanitario per la Somalia delle Nazioni Unite, che ha dichiarato che vi è una carestia nel sud del paese, in aree dove l’accesso dell’intervento umanitario è stato limitato.
“Il WFP accoglie con favore il recente annuncio da parte di quanti controllano l’accesso a gran parte del sud della Somalia, indicante la possibilità di portare aiuto umanitario a quanti sono più colpiti dalla siccità”, ha detto Sheeran. “Il WFP è pronto a lavorare con i comitati sulla siccità per garantire condizioni di sicurezza per lo staff in modo che il cibo e le razioni nutrizionali supplementari possano raggiungere i più vulnerabili, in particolare i bambini”.
Tra le opzioni considerate dal WFP ci sono l’invio con aerei di biscotti ad alto contenuto energetico e di razioni supplementari particolarmente nutrienti – per bambini a rischio e donne incinte o che allattano - in località strategiche del sud della Somalia, dove possono essere distribuiti agli affamati dalle organizzazioni non governative, internazionali e nazionali, nelle aree dove i bisogni alimentari della popolazione sono maggiori. I piani per fornire prodotti supplementari nutrizionali per i bambini, in risposta alla crisi in Corno d’Africa, potrebbero trasformare questa operazione nel più grande intervento, sino ad ora effettuato, di consegna di prodotti altamente efficaci nella cura della malnutrizione nei primi 1.000 giorni di vita.
“Le operazioni in Somalia sono tra le più rischiose al mondo e il WFP ha perso 14 operatori umanitari dal 2008, in questo paese”, ha aggiunto Sheeran. “Cercheremo in tutti i modi di ridurre i rischi attraverso una forte azione di verifica e monitoraggio ma facciamo appello a tutte le parti coinvolte per uno sforzo comune nel riconoscere i rischi inevitabili che si presenteranno nel sud della Somalia”.
Sheeran, che è in Etiopia impegnata in incontri ad alto livello con rappresentanti di governo e dell’Unione Africana, viaggerà nei prossimi giorni in Somalia e Kenia per visitare le zone colpite dalla siccità, verificare le operazioni del WFP e parlare con le vittime della siccità.
“Quando ho visitato la Somalia e il campo di rifugiati di Dadaab, nell’aprile di quest’anno, ho visto l’inizio del ciclo che ha portato a questa crisi nel Corno d’Africa”, ha detto Sheeran. “Il WFP ha visto subito l’arrivo di questa emergenza e ha costruito una robusta capacità di azione per rispondere, attraverso un’assistenza alimentare vitale, al numero crescente di affamati. Ora è della massima importanza che l’azione internazionale collettiva – espletata da agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni governative, non governative e regionali – riceva velocemente il sostegno generoso e le donazioni necessarie per modificare questo stato di cose.
Sin dall’inizio del 2010, il WFP e altre agenzie umanitarie sono state nell’impossibilità di svolgere il loro lavoro nella Somalia del sud dall’inizio del 2010, e ciò ha limitato la capacità delle Nazioni Unite di fare fronte ai bisogni nutrizionali di quanti vivono in questa parte del paese, e specialmente dei bambini.