Comunicato stampa: PAM: Lo tsunami offusca l'aiuto per gli affamati in Africa
14/02/05
Roma – In Africa ci sono 22 milioni di persone che hanno un disperato bisogno di cibo. Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM) ha lanciato un appello al mondo, oggi, per rispondere alla fame di questo continente con lo stesso impegno e la stessa compassione dimostrati recentemente nei confronti dei sopravvissuti dello tsunami.
Nel gennaio 2005, le donazioni per le operazioni del PAM in Africa sono scese del 21 per cento; si tratta di 24 milioni di $ confrontati ai 29 milioni di $ ricevuti nel primo mese del 2004.
Complessivamente, i contributi agli interventi del PAM in Africa rappresentano appena l’otto per cento del totale finora ricevuto dall’Agenzia, rispetto al 20 per cento del gennaio 2004. “Rispondendo in modo così massiccio allo tsunami, il mondo ha dimostrato mirabilmente quanto si preoccupi di milioni di persone in condizioni di enorme sofferenza”, ha detto il Direttore Esecutivo del PAM James Morris.
“La sfida che dobbiamo affrontare è assicurare che ‘l’effetto tsunami’ non si propaghi per l’Africa, drenando risorse dalle operazioni umanitarie in quel continente e aggiungendo sudanesi, angolani e liberiani al totale delle vittime. Sono sicuro che i donatori per il disastro dello tsunami non vorrebbero mai che la loro generosità andasse a scapito degli affamati dell’Africa. Tuttavia, lontano dai riflettori, ciò potrebbe accadere”, ha detto Morris.
I 24 milioni di $ di contributi ricevuti dal PAM in gennaio sono serviti a sfamare 22 milioni di persone in 22 paesi. Tra questi: Lesotho, Angola, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Liberia e Costa d’Avorio.
Sino ad oggi i donatori per le operazioni africane, nel 2005, comprendono; USA (che hanno contribuito con oltre la metà), Norvegia, Canada, Lussemburgo, Francia, Irlanda e Italia.
Nonostante un incremento nelle donazioni di 80 milioni di $ verificatosi all’inizio di febbraio, i contributi all’Africa ammontano ad appena il 5 per cento dei 1,9 miliardi di $ necessari nel 2005 al PAM per assistere i più vulnerabili e affamati di questo continente. Ciò rappresenta i due terzi di quanto serve al PAM per i suoi interventi a livello mondiale.
Questa situazione contrasta fortemente con l’enorme risposta all’appello delle Nazioni Unite per lo tsunami di 977 milioni di $ lanciato a gennaio, e quasi pienamente soddisfatto. Si stima che il costo totale per assistere un sopravvissuto dello tsunami nel 2005 sia di 1,07 $ per persona al giorno, secondo l’appello comune delle Nazioni Unite. Assistere una persona in Africa costa appena 0,16 $.
L’appello del PAM per lo tsunam, per sfamare sino a due milioni di persone, è stato pienamente accolto e disponiamo ora di 0,51 $ per persona per giorno per la fornitura di cibo.
E’ passata in secondo piano, offuscata dalle notizie sullo tsunami e sul flusso dell’assistenza internazionale, la notizia che il governo sudanese e il Movimento di Liberazione Nazionale del Sudan hanno firmato un accordo, il 9 gennaio, per porre fine alla più lunga guerra civile dell’Africa. Entrambe le parti in conflitto hanno, però, sottolineato che la pace potrebbe non durare senza l’aiuto della comunità internazionale.
Dopo che i donatori hanno investito miliardi di $ in aiuti umanitari al Sudan negli ultimi tre decenni, l’attuale operazione d’emergenza del PAM per aiutare le persone a ritornare a casa e rifarsi una vita, è paradossalmente finanziata solo per il 7 per cento, mancando all’appello ben 279 milioni di $.
Le razioni per i sudanesi e per altri rifugiati in Etiopia sono state ridotte del 30 per cento a causa della scarsità di fondi.
A ciò si deve aggiungere che in cinque paesi dell’Africa del sud, 5,6 milioni di persone combattono contro la tripla minaccia costituita da: HIV/AIDS, insicurezza alimentare, e ridotta capacità di produrre cibo. Sino ad oggi il PAM ha ricevuto meno del 10 per cento dei contributi necessari, sino al 2007, ad aiutare queste persone a sopravvivere.
Nella seconda metà del 2004, il PAM è stato costretto a tagliare le razioni a oltre 2,8 milioni di persone nell’Africa del sud, , a causa della scarsità di fondi. Molti di questi beneficiari vivono con l’HIV/AIDS, molti sono bambini – che ancor più hanno bisogno di ricevere regolarmente il cibo se si vogliamo evitare le conseguenze irreversibili della malnutrizione.
Con il ritorno della stabilità nell’Africa occidentale, urgente è il bisogno di ristabilire un senso di comunità e di pace nella sicurezza dopo oltre un decennio di guerra. Le operazioni del PAM in Liberia sono rese complicate dalla notevole scarsità di fondi e, da giugno dell’anno scorso, l’Agenzia ha dovuto ridurre le razioni a centinaia di migliaia di rifugiati e sfollati. Molti di loro vorrebbero ritornare a casa, ma – dato che le loro case e le loro fattorie sono state distrutte durante la guerra – hanno bisogno di aiuto alimentare sino a quando potranno produrre abbastanza cibo per sfamarsi.
C’è stata una risposta senza precedenti nel sostenere la ripresa dopo lo tsunami: questa comprende un ampio numero di donatori privati che, tradizionalmente, non hanno mai contribuito, in modo così veloce e generoso, alle crisi umanitarie. A ciò vanno aggiunti i governi che, da tutto il mondo, hanno offerto immediata assistenza, inclusi alcuni come Timor Est e il Nepal, che tradizionalmente, ricevono aiuto allo sviluppo.
“Ogni bambino, non importa dove viva, ha diritto alle stesse cure e alla stessa attenzione” ha detto Morris. “Sia che vivano in Sri Lanka e Indonesia o in Uganda ed Etiopia, i bambini hanno bisogno urgentemente del nostro aiuto. Spero molto che l’aiuto dato per lo tsunami si rifletta positivamente anche su chi vive nel bisogno in Africa”.
Il Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme) è l'agenzia umanitaria più grande del mondo. Ogni anno il PAM fornisce aiuto alimentare a una media di 90 milioni di persone, inclusi 56 milioni di bambini affamati, in 80 paesi.
Visita il sito web in italiano: www.wfp.org/italia
La Campagna Mondiale per l’Educazione Scolastica Con soli 15 centesimi di euro al giorno, si può aiutare il PAM a fornire ai bambini dei paesi poveri un pasto sano a scuola – un segno di speranza per un futuro migliore.
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