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Bilancio degli affamati nella Giornata Mondiale dell'Alimentazione: 6.241.512 morti

Roma, 14-10-05 (comunicato stampa) - In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, James Morris, Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, ha affermato che il numero di persone morte per fame e per le malattie ad essa collegate, dall’inizio dell’anno fino ad oggi, è di 6.241.512. Morris, pertanto, ha sollecitato i governi, le organizzazioni umanitarie ed il settore privato a raddoppiare gli sforzi a favore di quanti rischiano di morire per mancanza di cibo, riservando una particolare attenzione ai piu vulnerabili: i bambini.

Nel momento in cui il mondo è sotto schock per le terribili immagini del terremoto in Pakistan, dove oltre 20.000 persone sono state spazzate via in pochi secondi, Morris ha fatto un appello alla comunità dei donatori affinché non venga dimenticato che la fame è la causa di morte che uccide più persone al mondo.

“Sono in pochi a riconoscere che la fame e le malattie ad essa connesse, tuttora mietono più vittime di AIDS, malaria e tubercolosi messi insieme. Ciò che è peggio, è che dopo decenni di progressi, il numero di affamati cronici sta aumentando. Stiamo perdendo terreno,” ha detto Morris.

“Noi crediamo che risolvere il problema della malnutrizione infantile sia la chiave per porre fine alla fame nel mondo”, ha aggiunto Morris. “Se lavorariamo tutti assieme riusciremo a dare ai bambini di oggi, la possibilità di esprimere la loro massima potenzialità da adulti e a prepararli meglio come genitori. Possiamo interrompere questo circolo vizioso intergenerazionale di fame e povertà.”

Morris ha tracciato un paragone tra la situazione nei paesi più sviluppati, dove i più vulnerabili sono tutelati dai servizi sociali attraverso sussidi alla disoccupazione e sostegno economico alle famiglie più bisognose, e la realtà dei paesi emergenti dove questo tipo di aiuti è raramente disponibile ed ha menzionato l’esempio della siccità in Niger: “Con un pò di fortuna, il prossimo anno sarà un buon anno. Forse la pioggia arriverà in tempo, gli stormi di cavallette potranno essere controllati e potrebbe non verificarsi un altro disastro inaspettato. Ma anche se tutto ciò dovesse avverarsi – ed è una previsione ottimista – ciò nonostante, ci sarebbero 450 bambini che muoiono ogni giorno di fame o per cause ad essa collegate durante la stagione secca in Niger”.

Crisi simili si possono riscontrare in molte altre parti del mondo, ha detto Morris. “Prendete l’Africa sub-sahariana, aggiungete una guerra e l’HIV/AIDS e il risultato sarà una situazione ancora peggiore. Ora l’attenzione è sul Malawi, dove milioni di persone vivono una crisi alimentare causata dalla mancanza di piogge stagionali e dal crollo della produzione alimentare, come conseguenza del diffondersi dell’HIV/AIDS,” ha proseguito Morris.

A proposito del numero totale di persone a rischio di morte per fame nel mondo, Morris ha detto, che circa 100 milioni di bambini non stanno ricevendo alcun tipo di aiuto. Per salvare loro e i 15 milioni di donne in stato di gravidanza, sottonutrite, servono circa 5 miliardi di dollari all’anno. Due miliardi di dollari potrebbero essere stanziati dai paesi in via di sviluppo, lasciando l’onere dei restanti 3 miliardi ai paesi più sviluppati.

“Tanto denaro? No. Se si considera che i paesi più sviluppati, ogni settimana, spendono molto di più per i soli sussidi all’agricoltura,” ha concluso Morris.