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Allarme del PAM per la crescente povertà dei Palestinesi

Gerusalemme, 02-06-06 (comunicato stampa) - Dal prossimo mese il Programma Alimentare Mondiale della Nazioni Unite (PAM) dovrà aumentare del 25 per cento il numero delle persone a cui fornisce aiuto alimentare nei Territori Occupati. Si passerà da 480.000 beneficiari a 600.000 (non si tratta di rifugiati) in risposta alla crescente crisi umanitaria.

“La popolazione si sta impoverendo in modo preoccupante. Molte famiglie mangiano solo una volta al giorno”, ha messo in guardia Arnold Vercken, Direttore del PAM nei Territori Occupati.

Secondo un recente studio di PAM e FAO, l’insicurezza alimentare – vale a dire il modo in cui il PAM misura la possibilità fisica ed economica di avere accesso al cibo – nei Territori Palestinesi è cresciuta del 14 per cento dall’anno scorso. Ciò significa che circa 2 milioni di Palestinesi, pari al 51 per cento della popolazione, non possono soddisfare i propri bisogni alimentari senza una qualche forma di assistenza.

“Molta gente sta vivendo solo di pane e delle verdure più economiche, spesso quelle rimaste invendute alla fine della giornata. Un numero crescente di persone, spesso bambini, frugano tra rifiuti,” ha detto Vercken.

Secondo il PAM nei Territori Palestinesi vi è una grave crisi in corso, dovuta al mancato pagamento degli stipendi di 150.000 dipendenti pubblici, con riflessi diretti su 1 milione di persone, e ai sempre più frequenti blocchi imposti da Israele per ragioni di sicurezza.

A Gaza la situazione sta diventando critica a causa dell’isolamento economico di quest’area, esacerbata dalla comparsa dell’influenza aviaria, che ha costretto la popolazionie a togliere il pollame (la fonte più economica di proteine animali) dalla propria dieta.

“Questa situazione sta colpendo una popolazione ormai esausta aggravandone la povertà e l’indebitamento. I mancati guadagni e l’aumento della disoccupazione abbinati a un aumento dei prezzi sta portando alla disperazione. Molte famiglie povere non si possono più permettere carne, pesce, latticini o olio d’oliva”, ha detto Vercken.

“Non hanno soldi per comprare gas da cucina e sono costretti a mangiare cibo freddo. L’assistenza alimentare tempestiva e mirata, anche se è poca cosa per una popolazione così in difficoltà, è un fattore di sicurezza per le madri che devono sfamare i propri figli,” ha aggiunto Vercken.

Un’altra causa importante di povertà a Gaza è il limitato accesso dei prodotti di questa zona ai mercati di Israele. Anche le persone che normalmente sono assistiti dal Ministero per gli Affari Sociali (disabili e invalidi) non ricevono alcun pagamento dal gennaio 2006 a causa dei tagli nei bilanci. “Comprendiamo il bisogno di sicurezza ma è essenziale che i maggiori punti di ingresso per Gaza rimangono aperti agli aiuti umanitari”, ha sottolineato Vercken.

Impegni e contributi sono giunti da tutto il mondo, ma sono ancora insufficienti a coprire i costi dell’operazione del PAM, della durata di due anni a partire da settembre 2005, per un totale di 103 milioni di dollari. Questa cifra è attualmente coperta solo per il 29 per cento. Ciò pone una forte ipoteca sul lavoro del PAM nei Territori Palestinesi Occupati. Di fatto, l’agenzia umanitaria non ha denaro per proseguire le proprie operazioni oltre luglio.

Alla data attuale, i maggiori donatori comprendono: Commissione Europea (13,9 milioni di $), Stati Uniti (7,9 milioni di $), Giappone (1,4 milioni di $), Francia (1,2 milioni di $), Norvegia (1,1 milioni di $) e Svizzera (1 milione di $).